Il deputato della Lega ammette candidamente su Twitter di essersi fatto un nome grazie ai commenti sull'economia completamente sballati. Ora presiede la Commissione bilancio

Girava di telefonino in telefonino, l’altro giorno in Transatlantico alla Camera, la folgorante storia di una discesa in politica: quella di Claudio Borghi, scritta da lui medesimo.

Neodeputato, milanese, 48 anni, responsabile economico della Lega dal 2014, profeta del “no euro”, primo lavoro fattorino in Borsa, professore a contratto alla Cattolica dove studiò, ha chiarito via social in poche righe come lo scrivere «boiate» sulla moneta unica si sia rivelato un passaggio decisivo, a conti fatti l’anticamera dell’ascesa alla preziosa commissione Bilancio di Montecitorio che adesso egli presiede, dopo aver partecipato alla stesura del contratto di governo con M5S e al borsino ?del totoministri.
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Tutto cominciò nel lontano 2006: «C’era Prodi, leggevo balle sui giornali, in università i (pochi) professori non piddini concordavano sul fatto che fossero balle ma nessuno si esponeva. Chiamai ?il Giornale e chiesi se gli interessava un commento. Me ?lo pubblicarono in prima...
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«Così cominciai a commentare l’economia per il Giornale. ?Un giorno mi chiesero un commento sull’uscita della Grecia dall’euro, scrissi boiate ma incominciai ad approfondire, finché un giorno la questione euro non mi apparve chiara, cominciai a divulgare con enne editoriali... Dopo qualche tempo incontrai Bagnai e iniziammo ?a farci coraggio a vicenda. Cominciai a fare conferenze ?e la Lega di Piacenza mi invitò a parlare (la sera in cui Berlusconi spolverò la sedia a Travaglio). Fu un successo. Poi mi chiamò Salvini, gli spiegai tutto e da allora si partì».

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