I festival pop più significativi e curiosi d’Europa,- Italia e isole comprese- raccontati dal nostro inviato. In questa puntata una kermesse singolare centrata sul pianoforte, nata nel 2012, che si è svolta dal 18 al 22 luglio tra Pratovecchio e altri comuni dell'Alto Casentino

Si chiama Naturalmente Pianoforte il festival che si è svolto a Pratovecchio e nei borghi medievali circostanti (Stia - Poppi) dell’Alto Casentino (Arezzo).  In questa quarta edizione, diretta da Enzo Gentile, sugli ottantotto tasti si sono esibiti giovani sorprese e vecchie glorie tra cornici mozzafiato. Il pianoforte viene esplorato in tutte le sue possibili declinazioni tra jazz, pop, avanguardia, newage, fra gli ospiti  artisti come Uri Caine, Vinicio Capossela, Remo Anzovino, Omar Sosa, Peppe Servillo, i redivivi Tuxedo Moon e molti altri. 


PAGELLA voti da 1 a 5

Location 
?????

Organizzazione ????

Rapporto con il territorio 
?????  

Programma  ?????

Qualità - prezzo ?????            

Qualità acustica ???

Attività collaterali ???



IN FUGA DALLE AUTOSTRADE DEL POP
Basta lasciare l’autostrada a quattro corsie del pop formato Autogrill della Pausini e Gianni Morandi, voltare a destra per Arezzo e proseguire lungo la statale che vi porta nell’Alto Casentino. Qui, tra i favolosi castelli che nel XIII secolo ospitarono Dante Alighieri in esilio da Firenze, tra le colline e le foreste incantate che fiancheggiano il corso dell’Arno appena nato (il monte Falterona è lì che vi osserva dall’alto della valle) si è materializzato il paradiso dei pianisti.

Attenzione non è lo trovate tutti i giorni. E neppure tutti gli anni… “Naturalmente Pianoforte”, la kermesse pianistica giunta alla IV edizione, che si è svolta tra il 18 e il 22 luglio nei comuni di Pratovecchio, Stia, Poppi e Bibbiena, ha cadenza biennale. Dunque per la prossima edizione si dovrà aspettare il 2020. E questo è un buon segno. Perché di festival musicali, diciamo la verità, ce ne sono anche troppi. Ogni estate solo quelli dedicati al jazz (qualcuno ha fatto il conto) sono più di duemila. Musica come motore di sviluppo.

Da un bel po’ di tempo in qua ogni sindaco e/o assessore alla cultura sembra abbia fatto proprio questo mantra. Il che va benissimo per promuovere il turismo sul territorio e vendere qualche salsiccia in più. Ma a questo scopo esistono già le sagre e le fiere. Dunque bisogna puntare più in alto. Inventarsi qualcosa di unico e di originale.

UNA COMUNITA’ CONNESSA ATTRAVERSO MUSICA
Ed ecco, appunto, “Naturalmente pianoforte”. Quando è nata l’idea, nel 2012 non c’era niente di simile in Italia. Poi quasi in contemporanea a Milano è spuntato “Piano City” manifestazione che si è presto allargata ad altre città e che ha diverse caratteristiche in comune con questa sebbene realizzata con altri mezzi. Viceversa, la forza di questo festival è proprio la sua dimensione artigianale “di qualità”, l’aver saputo connettere attorno a una manifestazione centrata sul pianoforte che si svolge all’aperto, nelle strade, nelle piazze e in alcuni dei luoghi più belli e suggestivi del territorio, non solo il turista e l’appassionato, ma, cosa piuttosto rara, l’intera comunità.

Che partecipa attivamente con il suo piccolo esercito di volontari, il contributo concreto di aziende locali grandi e piccole, di vari enti pubblici e privati e del Comune alla riuscita della manifestazione avendo a disposizione, appunto, due anni di tempo per pensare. Installazioni sotto il segno degli ottantotto tasti punteggiano il tessuto urbano: fantasiosi pianoforti d’artista arredano le piazze, pianoforti a coda nelle strade, nei cortili, sotto i portici e nei giardini, centina di mani che per cinque giorni scorrono sui tasti bianchi e neri, da mezzogiorno all’alba in una vertigine di scale, accordi e melodie che Nina Zilli, autrice del manifesto di questa edizione, ha sintetizzato in una immagine: un pianoforte appeso a una mongolfiera che s’invola verso la luna in un cielo stellato.


METTI UNA SERA AL PIANOFORTE
Tutto ciò costituirebbe solo una bella cornice se al centro non ci fosse un programma all’altezza. A questo ha pensato Enzo Gentile, giornalista, scrittore, critico musicale al quale per la seconda volta è stata affidata la direzione artistica, aggiungendo proposte, contenuti e sorprese capaci di declinare il pianoforte nelle sue molteplici varianti stilistiche e di genere in assoluta libertà. Trentatré concerti in cinque  giorni, impossibile ricordarli tutti.

Giusto però dar conto almeno delle  chicche che hanno reso memorabile questa edizione. Mettete allora una sera stellata nel castello dei conti Guidi a Poppi, con Omar Sosa, uno dei più quotati pianisti cubani, che vi trasporta in un viaggio attraverso le musiche del pianeta; oppure Uri Caine, compositore e pianista statunitense tra i più originali, capace di sorprendere con le sue incursioni tra classica e jazz anche il più scafato degli ascoltatori; e ancora: il Trio Girotto/ Mangalavite/ Servillo nei giardini del castello di Romena per una serrata di tango/jazz e poesia distillati dal nostro più raffinato ambasciatore del teatro canzone. I più infaticabili si sono ritrovati alla pieve di Romena al sorgere del sole sulle note misticheggianti del compositore friulano Remo Anzovino.
Schermata-2018-07-30-alle-14-47-00-png

Una bella sorpresa è stata la Tuxedo Night con i redivivi Steve Brown e Blaine L. Reininger  (ex Tuxedo Moon) già protagonisti dell’avanguardia newyorkese anni ’70. Ma a proposito di esperimenti, nessuno finora aveva osato riunire pianoforte, il canto e lo yoga in una sintesi moderna e convincente com’è riuscito invece al trio di Nitya & Ninad e Carlo Amori. A chiudere in bellezza la serata finale Vinicio Capossela, solo al pianoforte e in stato di grazia con una delle più emozionanti versione mai ascoltate di “Ovunque proteggi”.