Si fa presto a dire Alda Merini. Tra libri pubblicati in vita e quelli usciti postumi, tra inediti regalati ad amici e conoscenti e versi abbandonati nei cassetti, per il lettore è difficile orientarsi nell'opera della "poetessa dei Navigli". Come ha detto la figlia Emanuela a Emilio Fabio Torsello nell'intervista all'Espresso, Alda Merini «dettava le poesie al telefono al primo che avesse una voce di cui si invaghiva, le affidava a foglietti volanti a chiunque passando a trovarla si definisse editore, mandava varie stesure dello stesso componimento a persone differenti». Per questo abbiamo chiesto a scrittori, critici, intellettuali uniti dall'amore per le sue poesie di consigliarci la loro preferita. Ne è nata un'antologia d'autore. Che aspetta di arricchirsi grazie alle indicazioni dei lettori...
Patrizia Cirulli. Cantautrice, ha dedicato alle più belle poesie, da Catullo ad Alda Merini, il pluripremiato disco "Mille baci". Il suo lavoro più recente è "Sanremo d'autore", raccolta di cover di brani lanciati dal festival, da "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco a Vasco Rossi.
"E più facile ancora"
E più facile ancora mi sarebbe
scendere a te per le più buie scale,
quelle del desiderio che mi assalta
come lupo infecondo nella notte.
So che tu coglieresti dei miei frutti
con le mani sapienti del perdono...
E so anche che mi ami di un amore
casto, infinito, regno di tristezza...
Ma io il pianto per te l'ho levigato
giorno per giorno come luce piena
e lo rimando tacita ai miei occhi
che, se ti guardo, vivono di stelle.
(da "Folle, folle, folle di amore per te", Salani)
Claudio Damiani. Poeta pluripremiato, ha pubblicato per Fazi "Poesie" (a cura di Marco Lodoli"), "La miniera", "Il fico sulla fortezza". La sua raccolta più recente è "Endimione" (Interno Poesia).
"Abbiamo le nostre notti insonni"
I poeti conclamano il vero,
potrebbero essere dittatori
e forse anche profeti,
perché dobbiamo schiacciarli
contro un muro arroventato?
Eppure i poeti sono inermi,
l'algebra dolce del nostro destino.
Hanno un corpo per tutti
e una universale memoria,
perché dobbiamo estirparli
come si sradica l'erba impura?
Abbiamo le nostre notti insonni,
le mille malagevoli rovine,
e il pallore delle estasi di sera,
abbiamo bambole di fuoco
cosi come Coppelia
e abbiamo esseri turgidi di male
che ci infettano il cuore e le reni
perché non ci arrendiamo...
Lasciamoli alloro linguaggio, l'esempio
del loro vivere nudo
ci sosterrà fino alla fine del mondo
quando prenderanno le trombe
e suoneranno per noi.
(da "La terra Santa", Scheiwiller)
Paolo Di Paolo. Scrittore, giornalista, saggista, in questi giorni sulla rete televisiva LaF con un'antologia di biografie di scrittori tormentati, "Fuoco sacro. Il talento e la vita", che va da Luciano Bianciardi ad Alda Merini (interpretata da Federica Fracassi). Tra i suoi libri ricordiamo "Mandami tanta vita", Dove eravate tutti" e il recentissimo "Lontano dagli occhi" (Feltrinelli).
"A Giorgio Manganelli"
Molta gente mi ha
domandato di te,
come se fosse possibile
domandare a un morto
che cos’era in vita.
Non eri nulla.
Anch’io,
quando chiedono se sono una poetessa,
mi vergogno,
mi vergogno in modo amabile e gentile,
come tu ti vergogni di “essere” la poesia
e la vita.
Giorgio, non sono un valzer,
e se l’opera d’arte casualmente lo è,
è semmai come il valzer triste di Sibelius,
una cosa amara e dolcissima
che traligna verso la morte.
Sai, una donna decomposta,
come sono io,
un uomo decomposto,
com’eri tu,
non potevano che trasmigrare
in due figure di sogno,
un grande pinocchio
e una fatina petulante e misera che,
come Coppelia, vanno a vedersi
dall’alto di un loggione
di cartapesta.
Idealmente, io e te, abbiamo portato
un cappello a sonagli
per tutta la vita.
(da "La palude di Manganelli", La Vita Felice)
Alba Donati.
Consulente editoriale e poetessa, ha pubblicato tra l'altro "La Repubblica contadina" e Idillio con cagnolino", ha scritto "Il canto per la distruzione di Beslan" musicato dall’Orchestra Regionale della Toscana, ha curao traduzioni (le poesie di Michel Houellebecq) e antologie ("Poeti e scrittori contro la pena di morte", "Il Dizionario della libertà").
"No, non chiudermi ancora"
No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio,
atterreresti in me quest'altra vena
che mi inebria dall'oggi e mi matura.
Lasciami alzare le mie forze al sole,
lascia che mi appassioni dei miei frutti,
lasciami lentamente delirare...
E poi còglimi solo e primo e sempre
nelle notti invocato e nei tuoi lacci
amorosi tu atterrami sovente
come si prende una sventata agnella...
(da "La presenza di Orfeo", Scheiwiller)
Chiara Gamberale. Scrittrice e conduttrice televisiva, ha scritto romanzi ("Una vita sottile", "Le luci nelle case degli altri" e il fortunatissimo "Per dieci minuti"), fino al recente "L'isola dell'abbandono" (Feltrinelli).
"Ci sono notti che non accadono mai"
Ci sono notti
che non accadono mai
e tu le cerchi
muovendo le labbra.
Poi t’immagini seduto
al posto degli dèi.
E non sai dire
dove stia il sacrilegio:
se nel ripudio
dell’età adulta
che nulla perdona
o nella brama
d’essere immortale
per vivere infinite
attese di notti
che non accadono mai.
(da "Fiore di poesia", Einaudi)
Ilaria Gaspari. Laureata in filosofia alla Scuola Normale di Pisa e alla Sorbonne, autrice di romanzi ("Etica dell'acquario") e saggi ("Ragioni e sentimenti"), ha da poco pubblicato il fortunato "Lezioni di felicità" (Einaudi).
"I poeti lavorano di notte"
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
da "I poeti lavorano di notte, Franco Puzzo Editore)
Michela Marzano.
Esperta di filosofia morale e politica, insegna alla Sorbona ed è stata deputata del Pd. Tra i suoi libri, "Che cosa fare delle nostre ferite", "L'amore è tutto", con cui ha vinto il premio Bancarella, e il recente "Idda" (Einaudi).
"Le più belle poesie"
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie
si scrivono davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.
(da "La terra santa")
Mirella Serri.
Giornalista e scrittrice, esperta di storia e letteratura del Novecento, ha dedicato i suoi ultimi saggi alla Seconda guerra mondiale: da "I rendenti" fino al recente "Gli irriducibili" (Longanesi) passando per "Bambini in fuga. I giovanissimi ebrei braccati da nazisti e fondamentalisti islamici e gli eroi italiani che li salvarono".
"A tutte le donne"
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
e l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.
(da "Il suono dell'ombra", Mondadori)