
Il momento chiave della sua carriera è arrivato due anni e mezzo fa: «La svolta decisiva è stata qui, aprile 2016 a Filadelfia», scrive a commento di una foto che lo vede ritratto con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti in un fast food della città Usa. Da pochi mesi aveva lasciato Forza Italia per abbracciare la nuova lega salviniana. Quella foto è il ricordo della sua mission impossible dell’aprile 2016, far incontrare Trump e Salvini. Una stretta di mano tra il futuro presidente Usa e il leader della Lega, la Photo opportunity usata poi dalla comunicazione leghista per accreditare Matteo Salvini sulla scena internazionale.
Picchi non ha mai nascosto le sue ambizioni: «Al prossimo G7 ci saremo noi, con Salvini premier e chissà io Ministro degli esteri», scriveva su Instagram il 31 maggio 2016. Quando lascia Silvio Berlusconi per abbracciare il credo leghista aveva già capito che il futuro passava per la svolta a destra, per il sovranismo. Anzi, per la versione dura e pura dell’identitarismo. I primi mesi del 2017 Guglielmo Picchi li dedica a preparare un think-tank identitario, furiosamente anti migranti. Il nemico? Le Ong, ça va sans dire. Il ticket giusto che lo porterà dritto alla Farnesina. Il 3 marzo 2017 fonda a Londra, nella sua elegante residenza vicino Westminster, la “Machiavelli center for political and strategic studies”. Nome inglese, attività tutta italiana. Molto discreta, nessuna menzione nelle sue dichiarazioni annuali di interessi presentate alla Camera dei deputati. Dopo un anno crea una omonima associazione culturale in Italia. Bilanci? Indirizzo? Nulla è pubblicato sul sito. Eppure l’attività è frenetica: ventidue convegni in appena due anni. Dai report sui migranti - riuscendo a bloccare la firma del Global compact sulle migrazioni - fino all’industria delle armi.
Il suo uomo di fiducia al ministero degli esteri proviene dal mondo dei centri studi sensibili ai richiami russi. Dario Citati, analista di politica estera, difesa ed intelligence, segretario particolare di Picchi alla Farnesina, nel curriculum vanta diversi viaggi di studio nelle università russe, tra il 2008 e il 2012. Ha seguito il tema caro alla Lega - il concetto di Eurasia, vera fissazione di Aleksandr Dugin - per l’Istituto di alti studi in geopolitica e scienze ausiliarie, think-tank da dove proviene anche Daniele Scalea, cofondatore con Picchi del centro Machiavelli. E qui la passione per la Russia è irrefrenabile: “Colloquium Italo-Russo”, “Forum Euro-Russo”, la “Guida per gli imprenditori russi in Italia”, la “Russia e il Mediterraneo” sono alcune delle iniziative di ricerca promosse dal centro studi degli assistenti di Picchi appena tre anni fa.