Dalla loro nascita i pentastellati hanno superato il 25 per cento in una consultazione locale solo in tre casi

Luigi Di Maio
Il voto in Basilicata ha certificato l’espansione verso Sud della Lega nazionale di Matteo Salvini, ma ci ha anche restituito un risultato con luci e ombre per il Movimento 5 Stelle. Da una parte il calo rispetto alle Politiche del 4 marzo 2018 è stato netto (dal 44% al 20%), dall’altra si è invece registrata una netta crescita sulle Regionali lucane precedenti, quelle del 2013 (quando si era fermato al 13%).

È vero, c’è la difficoltà di operare raffronti fra elezioni omogenee in un quadro politico instabile come quello italiano, e ogni paragone presenta criticità. Se ci pensiamo, le elezioni politiche sono quelle più recenti e con l’offerta politica più simile a quella attuale, mentre le regionali di cinque anni fa sono più lontane nel tempo ma più coerenti come sistema elettorale e tipo di elezione.

Quel che è certo è che le elezioni in Basilicata si inseriscono in un trend molto interessante da approfondire per capire il rapporto dei 5 Stelle con le consultazioni locali.

Secondo le elaborazioni di YouTrend, guardando tutte le elezioni regionali degli ultimi dieci anni, appena in tre occasioni il candidato presidente del Movimento ha superato il 25% dei voti: l’anno scorso in Molise con il 38,5% e nel Lazio con il 27%, e nel 2017 in Sicilia con il 34,7%.

È la conferma che le elezioni regionali per i 5 Stelle sono sempre state un terreno difficile e che non sono la migliore cartina di tornasole del loro stato di salute elettorale.