Le sue sparate sull'epidemia, sui gay e sulle donne, hanno diviso il mondo dei biologi, oggi più che mai in prima linea nello studio del Covid-19. Ma il presidente dell'ordine non molla, nonostante sia anche sospettato di aver falsato il voto che lo ha incoronato capo della categoria

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A turbare l'Ordine nazionale dei biologi italiani, non ci sono soltanto le bizzarre teorie sul coronavirus espresse per bocca dal suo massimo rappresentante, il presidente Vincenzo D'Anna. C'è anche il sospetto di presunti brogli elettorali che gli avrebbero garantito la vittoria alle ultime elezioni. Elezioni sulle quali sta tentando di fare luce un'inchiesta della procura di Roma in seguito a un esposto di novembre 2017.

Vincenzo D’Anna vanta una carriera politica di tutto rispetto. Parlamentare con Silvio Berlusconi, intimo amico di Nicola Cosentino( l'ex sottosegretario condannato per complicità con la camorra), infine l'ultima esperienza parlamentare nel gruppo dei responsabili di Ala, la sigla creata da Denis Verdini per sostenere il governo Renzi. Nel 2017 lascia il parlamento per occupare la presidenza dell'ordine nazionale dei biologi (Onb).

L'indagine
Un'esperienza che due settimane fa sembrava arrivata al capolinea. Vincenzo D'Anna, infatti, aveva garantito un suo passo indietro dopo che alcune sue dichiarazioni riduzioniste sul coronavirus avevano suscitato grandi polemiche. Dimissioni rientrate il giorno successivo, nel silenzio generale. Ora, però, spuntano le anomalie sul voto interno denunciate dalla cordata concorrente a novembre 2017. E se questo potrebbe far pensare a una lotta tra correnti, in realtà nell'esposto sono segnalati episodi degni di approfondimento. Questo, almeno, è quello che ritiene il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma che ha firmato un'ordinanza con cui chiede alla procura di approfondire gli elementi emersi nei documenti depositati. Dall'ordinanza, firmata dal gip il 9 ottobre 2019, sono trascorsi cinque mesi. Manca poco, quindi, alla scadenza dei sei mesi canonici dopo i quali il pm dovrà valutare il da farsi: chiedere una nuova proroga o chiudere l'inchiesta.
L'esposto da cui è scaturita l'indagine reca la firma dell'ex vicepresidente, Antonio Costantini, e del vecchio presidente, Ermanno Calcatelli, seguiti dall'avvocato Marcello Macaluso. Calcatelli era finito a sua volte nel mirino di alcuni esposti prodotti dall'allora consigliere dell'ordine D'Anna. Denunce che avevano portato al rinvio a giudizio di Calcatelli, poi prosciolto in primo grado dall'accusa di aver falsificato delibere e dato incarichi fittizi.

I voti anomali
Una guerra giudiziaria, quindi, che si arricchisce di un nuovo capitolo. Quella dei brogli elettorali che, secondo gli autori dell'esposto, hanno portato D'Anna alla presidenza. Un filone con elementi rilevanti, secondo il gip che ha respinto la richiesta di archiviazione del pm. Di quali elementi si tratta? Uno su tutti: la modalità di spedizione delle schede elettorali. Indizi in questo senso, sostiene l'accusa, emergono dal voto per corrispondenza. «Si evidenzia l'invio dei plichi mediante due ulteriori corrieri privati».

Si tratta di oltre 700 plichi, la metà dei voti per corrispondenza. Ogni plico conteneva due schede elettorali: una per eleggere i 9 dell'ordine nazionale dei biologi e un'altra per quelli del consiglio nazionale dei biologi. In particolare 691 plichi, sottolineano i firmatari dell'esposto, «presentano diverse criticità»: «Provengono tutte dalle stesse aree geografiche, Campania e Sicilia; tutti i plichi inviati risultano acquisiti tra il 28 e il 29 settembre e tutti nei medisimi orari(ore-minuti-secondi) ricomprese nelle medesime fasce orarie; l'autenticazione delle firme provengono tutte dai medesimi soggetti autenticanti; tutti i mittenti sono stati indicati con identica terghetta adesiva dattiloscritta e applicata sulle singole buste, a differenza di quelli inviati con Poste Italiane che risultano scritti ordinariamente con penna biro da singoli soggetti; infine, il verbale di presa inconsgena dell'ordine nazionale biologi dei plichi inviati con poste private risulta pivo di data, manca della lista dei mittenti, del numero identificativo dei singoli plichi e del documento di accompagnamento del corriere».

La mancata verbalizzazione delle schede elettorali ricevute per corrispondenza- evidenzia l'accusa- non è solo una criticià formale, ma è sostanziale «perché è determinante per il calcolo del quorum delle prime due tornate elettorali, oltre ovviamente che per il conteggio finale: infatti si è avuto modo di constatare il primato numerico indiscusso del voto per corrispondenza rispetto al voto fisico presso il seggio». Insomma, il sospetto- avanzato nell'esposto e per ora recepito anche dal gip- è che sia stata creata una sorta di sede decentrata per la raccolta di voti.

L'amico al seggio
Oltre alla spedizione delle schede, tra le anomalie denunciate c'è anche la nomina a presidente di seggio di un uomo molti vicino a D'Anna. Si tratta di Giuseppe Vitale. «Persona terza e al di fuori di ogni schieramento», aveva assicurato il commissario straordinario dell'epoca. Ma non è esattamente così. Perché Vitale lo ritroviamo nel direttivo di Federlab(l'associazione di categoria dei laboratori di analisi di cui era a capo D'Anna). Ed è anche il proprietario del sito “Biologi per il rinnovamento”, il gruppo elettorale che sosteneva D'Anna alla presidenza. Quest'ultimo ruolo è costato a Vitale un'imputazione coatta per diffamazione nei confornti dell'ex presidente Calcatelli. Vitale, infatti, è stato denunciato per alcuni articoli diffamatori nei confronti dell'ex presidente pubblicati sul sito .

Le accuse contro D'Anna sono tutte da dimostrare. Di certo l'esposto indica una serie di indizi da verificare, ma che il gip ha ritenuto meritevoli di ulteriori approfondimenti. In particolare sui quei 700 plichi che hanno permesso a D'anna di vincere, o meglio, come ha dichiarato pubblicamente, «di fare cappotto».

Tra scienza e fantascienza
Nelle settimane in cui i biologi sono impegnati senza sosta insieme ai medici e ai ricercatori nel tentativo decifrare i segreti del Covid-19, D'Anna si è contraddistinto proponendo tesi “fuori dal coro”. All'inizio dell'emergenza, i primi di marzo, il presidente dei biologi aveva scritto: «L’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto ‘italiano’. Ebbene, sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord !! Quest’ultimo poco più che un virus para-influenzale, di nessuna nocività mortale se
non per la solita parte ‘a rischio’ della popolazione».

Una tesi ripresa da diversi giornali. Quel pensiero espresso i primi di marzo, controcorrente rispetto a scienziati di tutto rispetto che da settimane stavano lavorando giorno e notte per salvare più vite possibili, ha portato a una scia di polemiche che hanno in un primo momento portato D'Anna alle dimissioni da presidente dei biologi, categoria in prima linea nello studio del nuovo virus che sta flagellando il pianeta. Dimissioni, in realtà, di facciata. Perché il giorno dopo D'Anna ci ripensa, nessun passo indietro: «Moltissimi iscritti, in privato, mi hanno chiesto di restare».
Non è dato sapere quanti siano i messaggi di sostegno ricevuti da D'Anna. Di sicuro, però, le tesi di D'anna hanno creato molte tensioni all'interno dell'ordine nazionale. La stampa si è occupata spesso di D'Anna. Quasi mai, però, per meriti politici o scientifici. Piuttosto per le discussioni innescate dalle sue uscite prima ancora che sul virus, sulle donne e sui gay. Sulle donne e lo stupro, per esempio, è rimasto ancorato alle teorie del maschio dominante, nel 2017 dichiarò: «Se una bella ragazza cammina da sola alle 3 di notte, magari vestita in modo provocante e si trova in determinati ambienti,si espone». Qualche tempo prima, non pago, ha regalato agli italiani altre sbalorditive rivelazioni sull'omosessualità. Tracce del suo pensiero le ritroviamo ancora nell'archivio dell'Ansa: «Fermo restando che i gusti sessuali non possono rappresentare una discriminante, se incentivassimo, infatti, nostro malgrado, tale pratica, noi avvieremo l'umanità a sovvertire quello che in chimica e nella fisica equivale alla conservazione della specie. E' come se volessimo modificare la legge di gravità».

Di certo da quando D'Anna è a capo dell'ordine dei biologi le polemiche non sono mancate. Fin dal suo insediamento ha portato avanti una serie di iniziative che hanno creato molti malumori nel mondo dei biologi. Per il cinquantenario della fondazione dell’ordine ha promosso un convegno dal titolo ”Le nuove frontiere della biologia”: tra gli invitati relatori che avevano espresso posizioni molto critiche nei confronti della vaccinazione, e in contrasto con il parere della comunità scientifica. Alcuni iscritti raccontano a L'Espresso che tra le iniziative più contestate a D'Anna ci fu «il finanziamento, successivamente ritirato, all’associazione freevax Corvelva per condurre analisi sulla sicurezza dei vaccini».

Aggiornamento del 30 marzo 2020
PRECISO CHE

La precisazione del Consiglio dell'ordine nazionale dei biologi e la nostra risposta