
Nei giorni in cui anche la Slovenia deve affrontare la pandemia globale, il primo ministro Janez Janša ha fatto piazza pulita della più importante istituzione sanitaria del Paese, incaricata di prevenire il contagio. Jansa ha costituito un’unità di crisi e ne ha fatto il presidio di comando per gestire l’emergenza, anche se nella Costituzione slovena non è previsto niente di tutto questo, mentre molti giornalisti, oggetto di intimidazioni e minacce dai media sotto il controllo del governo, hanno grandi difficoltà ad accedere alle informazioni.
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Janša, ora a capo del Partito democratico sloveno (Sds), era ministro della Difesa a Lubiana durante la guerra in Jugoslavia. Nel 2014 venne condannato per le irregolarità di una maxi fornitura di armi e infine prosciolto dopo sei mesi di carcere per intervento della Corte costituzionale. Nel febbraio di quest’anno, dopo le dimissioni dell’allora premier Marjan Šarec, Janša è stato nominato suo successore a capo di una nuova coalizione di governo.

Nella notte dei lunghi coltelli, il governo ha istituito anche l’unità di crisi, incaricandola di prendere le decisioni ai più alti livelli senza alcun vincolo legale e ha quindi aggirato il Consiglio per la sicurezza nazionale e le sue divisioni organizzative, create proprio per attivarsi in tempi di crisi. La struttura appena creata dal governo ha subito iniziato ad attaccare gli intellettuali critici verso il governo, tra cui il filosofo Slavoj Žižek, usando il suo account Twitter ufficiale. All’improvviso però, il 24 marzo, l’unità di crisi è stata sciolta e i suoi “gruppi di lavoro ad hoc” sono stati trasferiti nel governo.
Come nuovo consigliere della sicurezza nazionale è stato nominato il trentenne Žan Mahni ? , ex parlamentare del partito Sds. Mahni ? non ha alcuna esperienza nel campo dell’intelligence o della sicurezza, ed è un sostenitore del Movimento identitario, tenuto d’occhio da alcune agenzie della sicurezza dei Paesi dell’Europa occidentale per le sue posizioni di estrema destra.
Il governo progetta anche di estendere i poteri della polizia, per consentire agli agenti di pedinare i cittadini che si presume siano contagiosi, intercettandone anche le telefonate e perquisendone gli appartamenti senza bisogno di ordine del tribunale.
Dietro le quinte della pandemia, si sta verificando un colpo di stato. Quando la quarantena sarà conclusa, è assai probabile che gli sloveni avranno difficoltà a riconoscere il loro stesso Paese.
Traduzione di Anna Bissanti