Dall'indice di gradimento per l'attuale premier fino al peso di una lista o partito guidato direttamente da lui alle elezioni, ecco il "peso" dell'avvocato

Quanto vale Conte? L’interrogativo riemerge ogni volta che si prospettano tensioni politiche, se non una vera crisi di governo. D’altra parte il potenziale di consenso elettorale del presidente del Consiglio è una variabile decisiva che ci aiuta a leggere le mosse degli attori politici italiani in questa fase. Se si andasse a elezioni anticipate, sarebbe difficile immaginare uno scenario che non preveda Conte in prima linea - come candidato premier o capo della coalizione, oppure come leader del Movimento 5 Stelle o alla guida di un proprio soggetto politico, quella “lista Conte” di cui ciclicamente si torna a parlare. Ma se anche la prospettiva del voto anticipato rimanesse soltanto una delle tante ipotesi, avere elementi sul possibile peso elettorale del premier significa disporre di una chiave che ci aiuta a capire chi tra Renzi, Conte, Di Maio, Zingaretti ha più da perdere nell’attuale scenario.

L’indicatore della “fiducia” o del “gradimento” è un primo punto di partenza. La fiducia in un leader politico non si traduce automaticamente in voti, lo sappiamo bene. Ma in un certo senso delimita il perimetro del consenso possibile. Nell’attuale fase, nonostante un trend in calo negli ultimi mesi, Giuseppe Conte è generalmente considerato il leader italiano più popolare, o tra i più popolari: il più recente sondaggio disponibile di Ipsos gli assegna un 57% di gradimento, ben superiore a chi lo segue in classifica (Roberto Speranza al 36%, Giorgia Meloni al 34%, Matteo Salvini al 31%). Lo stesso podio ha Ixé, con Conte al 54%. Emg ha fotografato invece il sorpasso della leader di Fratelli d’Italia a partire dal mese di novembre, con Meloni al 40% e Conte al 38%. Fin qui la dimensione strettamente personale della popolarità del presidente del Consiglio, confermata anche dai “faccia a faccia” sondati da Ipsos proprio questa settimana: tra Conte e Renzi il 55% degli intervistati preferisce Conte e solo il 10% Renzi, tra Conte e Salvini il dato è 51-27.

Tutt’altro colore ha invece la valutazione sul potenziale elettorale di una “lista Conte”. Molti istituti di sondaggio l’avevano testata a giugno dell’anno scorso, quando si era iniziato a parlarne con insistenza. YouTrend per Sky TG24 stimava una “lista Conte” al 14,3%, con circa due terzi degli elettori M5S interessati a prenderla in considerazione per il voto, un terzo dei votanti di Pd e centrosinistra e anche un sesto dei simpatizzanti del centrodestra. Più recentemente, dopo l’estate e con le prime avvisaglie della seconda ondata della pandemia, la forza elettorale di un partito contiano sembrava appannata: YouTrend per Agi a ottobre la stimava infatti all’11,5%, un bacino proveniente quasi interamente da Pd e Movimento 5 Stelle.

In effetti, il peso del consenso di Conte andrebbe letto anche in un’altra ottica: non conta soltanto quanto varrebbe in astratto un suo partito (ricordandoci sempre che parliamo di un esercizio teorico!), ma soprattutto quanto valore aggiunto elettorale sarebbe in grado di conferire a un’ipotetica coalizione “giallorossa” tra Partito Democratico e M5S.

Lorenzo Pregliasco, YouTrend