I documenti dell’inchiesta internazionale di Icij e L’Espresso svelano i segreti e i patrimoni dei potenti della terra

Nei documenti riservati dei Pandora Papers è registrato anche il nome della super modella italo-brasiliana Alessandra Ambrosio. Anche lei, come tante altre celebrità internazionali dello sport, musica e spettacolo, si è lasciata sedurre dalle offshore, le società esotiche che non pagano le tasse e permettono ai titolari di restare anonimi. La modella, che è nata in Brasile ma è anche cittadina italiana, compare nelle carte dei suoi fiduciari come beneficiaria di una società delle Isole Vergini Britanniche, chiamata Brava Assets Management.

 

La stampa economica ha inserito per diversi anni Alessandra Ambrosio nel club delle dieci modelle più pagate del mondo, attribuendole una fortuna personale di almeno 60 milioni. Ad accompagnarla sulle passerelle offshore è stata la filiale americana della banca svizzera Ubs, di cui è cliente. Per creare la società caraibica, la banca si è rivolta allo studio Trident delle Isole Vergini, una delle 14 fabbriche internazionali di offshore da cui provengono gli 11,9 milioni di documenti riservati ottenuti dal consorzio icij.

 

La società-cassaforte Brava è stata costituita nel 2008 ed è rimasta attiva almeno fino al 2018, quando si fermano i documenti della Trident ottenuti dal consorzio Icij. Nel 2011, la proprietà è stata schermata: da allora la offshore è intestata a un anonimo trust del Delaware, un paradiso fiscale e societario interno agli Stati Uniti.

 

L’Espresso ha contattato la modella italo-brasiliana attraverso le agenzie che la rappresentano nel nostro Paese, a New York e in Brasile. Prima domanda: ha dichiarato al fisco brasiliano, italiano o americano gli incassi della offshore e le ricchezze custodite nel trust? Dalla signora Ambrosio, nessuna risposta.