I documenti dell’inchiesta internazionale di Icij e L’Espresso svelano i segreti e i patrimoni dei potenti della terra

Lo chiamavano l'uomo ragno. Proprio come il titolo del suo libro, appena uscito. Walter Zenga è stato un grande del calcio italiano: tra il 1986 e il 1994 ha difeso la porta dell’Inter e della Nazionale, partecipando a due mondiali e a un Europeo. Poi, da allenatore ha cominciato una nuova vita in giro per il mondo, Catania, Palermo, Cagliari, Crotone, Venezia, Serbia, Romania, sempre inseguito da un’ossessione, «Soldi, maledetti soldi», come ha ammesso lo stesso Zenga in un'intervista al Corriere della Sera del 15 settembre. E intanto, di viaggio in viaggio, l’uomo ragno ha costruito la sua ragnatela finanziaria, ora svelata dai Pandora Papers.

 

A Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove ha allenato alcune squadre locali tra il 2011 e il 2016, l’ex portiere dell’Inter ha fissato la sua residenza. E nella città araba, come si legge nei documenti consultati dall’International Consortium of Investigative Journalists” (ICIJ), ha sede il Rawasawa Trust, a cui Zenga, in qualità di settlor, cioè fondatore, ha trasferito la proprietà dei suoi beni perché vengano gestiti da un fiduciario (trustee). A curare tutte le pratiche burocratiche per conto del famoso cliente italiano è stato l’Asiaciti Trust, una delle maggiori “fabbriche” mondiali di offshore, che compare in ben 1,8 milioni di documenti sugli 11,9 milioni complessivi emersi nei “Pandora Papers”.

 

Zenga è di casa a Dubai, dove vivono la moglie Raluca Rebedea e i due figli più piccoli, Samira e Walter junior. Sfogliando le 30 pagine dell'atto di regolamento (“Deed of Settlement”), si apprende che l’ex calciatore si è rivolto alla filiale neozelandese di Asiaciti Trust, la Asia Trust New Zealand Limited. Come beneficiari del trust, Zenga indica, oltre a sé stesso, anche la moglie e i due figli che abitano in una villa a Palm Jumeirah, un'isola famosa per i suoi alberghi di lusso, tra questi, l'hotel a forma di vela Burj al-Arab. È una villa costosa. In base a un atto che abbiamo potuto leggere, infatti, risulta che un versamento fatto a Zenga il 17 maggio 2017 per un ammontare di 260.301,82 dollari, è stato impiegato proprio per eseguire delle ristrutturazioni nella casa di Dubai.

 

L’Espresso ha inviato all’ex campione alcune domande sulle ragioni che lo hanno convinto a ricorrere a un trust neozelandese. «Sono questioni che attengono alla sfera privata, personale e familiare di Walter Zenga, che in ogni caso ha sempre agito nel pieno rispetto delle normative rilevanti per ciascuna giurisdizione», questa la risposta del legale che assiste Zenga. Il suo nome: Pier Filippo Capello, figlio di Fabio, il grande allenatore che molte volte dalla panchina del Milan ha incrociato l’interista Zenga come avversario.