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Cultura
dicembre, 2021

“Pier Vittorio Tondelli non era invidioso”, incontri, letture, libri e omaggi

A Correggio, la sua città natale, e in altri luoghi d’Italia picchetti d’amore, seminari, documentari per ricordare il grande scrittore scomparso trent’anni fa

«La guerra, la vera guerra è questa: non l’odio che getta le persone l’una contro l’altra, ma soltanto la distanza che separa le persone che si amano». Quale verità si adatta di più al periodo che stiamo vivendo? Pier Vittorio Tondelli non era solo illuminante per come descriveva gli adolescenti degli anni Ottanta, le sue opere sono un monito anche per i giovani d’oggi. Qui sta la grandezza di uno scrittore a cui, a 30 anni dalla scomparsa, viene ancora riconosciuto il contributo di aver svecchiato le forme letterarie tradizionali. Tondelli descriveva con passione il ritratto di una generazione tra borghesia e ambienti proletari. I problemi, le tensioni, la crescita, il senso di smarrimento. A ricordarlo, in occasione del 16 dicembre, un calendario ricco di eventi.

Correggio, la sua città natale in provincia di Reggio Emilia, lo omaggia con una due giorni di riflessioni. L’11 e il 12 dicembre è stato organizzato “Pier Vittorio Tondelli non era invidioso”, un evento (a Palazzo dei Principi di Correggio), che si aprirà con il XXI Seminario Tondelli.

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Gino Ruozzi e Roberto Carnero presenteranno “Viaggiatore solitario”, il volume appena uscito per Bompiani e curato dal critico letterario Fulvio Panzeri, che si è occupato con dedizione, fino alla fine, delle opere di Tondelli. Rivoluzionario, fuori dagli schemi, Tondelli è riuscito a oscurare anche la causa della sua scomparsa, che allora era sinonimo di vergogna: l’Aids. Scrittore divenuto simbolo della letteratura omosessuale, Tondelli era molto di più. E il paese dove Tondelli è nato e dove è morto ne celebra la figura con approfondimenti delle opere.

Come “Ciao Libertini! Gli anni Ottanta secondo Pier Vittorio Tondelli” prodotto da Sky Arte, con la regia di Stefano Pistolini, documentario che ripercorre i costumi, le tendenze degli anni Ottanta. Il carisma dello scrittore coinvolse prima Correggio, poi tutta l’Emilia, e successivamente l’intero Paese, raccontando il senso comune di disorientamento delle province degli anni Ottanta.

Anche Reggio Emilia lo ricorderà con una serie di eventi. Sabato 11, al Teatro Ariosto, “Tondelli non era invidioso” è il titolo di una tavola rotonda con il giornalista e scrittore Gabriele Romagnoli, Antonio Spadaro direttore di Civiltà Cattolica e il rocker Luciano Ligabue, che racconterà in prima persona la sua esperienza con lo scrittore. Il suo “big bang”: da lui ha capito cosa avrebbe voluto fare nella vita e come scrivere le canzoni.

Bologna ricorda Tondelli sabato 11 dicembre, con una passeggiata nei luoghi tondelliani con Enrico Brizzi e Bebo de Lo Stato Sociale. Mentre mercoledì 15, in Salaborsa a Bologna, gli rendono omaggio il regista bolognese Andrea Adriatico e altri artisti. «Quel geniale interprete della vita di provincia e del post-moderno degli anni Ottanta»: così lo commemorano gli amici e chi è stato scoperto dallo scrittore. Un “talent scouting” verso nomi come gli scrittori Romolo Bugaro, Giuseppe Culicchia, Guido Conti. Perché parlare di Tondelli vuol dire parlare di nuovi talenti, dispensare consigli, aiuti. Con l’anima dello scrittore: schietta, dura, cruda, vera più che mai. 

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