Una matura gentildonna, o uno stagionato gentiluomo, che non sia appena evaso dal carcere, abbia letto qualche libro, sappia esprimersi in buon italiano, conosca la Costituzione, sia in grado di partecipare a un pranzo ufficiale senza sbrodolarsi e senza dire scempiaggini, non si pulisca la bocca con il foulard Hermes della vicina di posto. È il profilo ideale per aspirare al Quirinale. Un tempo la destra abbondava di questo genere di persone, molto perbene anche se piuttosto noiose. Ma a causa dei profondi rivolgimenti politici degli ultimi anni figure di questo genere ormai sono reperibili solamente a sinistra, che abbonda di vecchi barbogi benpensanti e dal portamento elegante, mentre la destra ne è totalmente sprovvista. Di qui la faticosissima ricerca di un candidato di destra per il Colle.
Il prestito Sarebbe la soluzione più pratica. La sinistra impresta alla destra uno dei suoi tanti papabili, un costituzionalista, una studiosa, un accademico di prestigio, una senatrice venerabile, convincendoli di essere di destra, o pregandoli di fare almeno finta di esserlo. Per alcuni di loro potrebbe essere un vero e proprio outing. Ci sono, tra l’altro, dei precedenti coronati da successo, il più notevole dei quali è Giorgio Napolitano, anziano aristocratico che diffidava degli umori mutevoli del popolino e riuscì a sopire i tumulti di piazza, tipo le elezioni.
La clonazione La destra italiana potrebbe clonare un prestigioso esponente della destra europea, per esempio Jean-Baptiste Flammard, accademico di Francia, discepolo di De Gaulle, europeista convinto, filantropo, campione di bridge, marito dell’attrice Clementine Kabinsky, padre premuroso di sette figli benché non tutti suoi. Oppure sir Reginald Hamptonshire, già presidente della Camera dei Lord, ammiraglio in congedo, celebre per avere convinto l’intera curva del Chelsea a sedere con le gambe accavallate e sostituire la birra con il tè, servito in tazza secondo la tradizione. Ma secondo gli esperti sarebbe un tentativo velleitario: per quanto il clone sia fedele all’originale, dopo pochi minuti in compagnia di Meloni il candidato comincerebbe a parlare con un forte accento di Velletri, e dopo il primo colloquio con Salvini indosserebbe un giubbotto in similpelle e raggiungerebbe il citofono più vicino, minacciando gli inquilini di origine straniera.
L’outsider Visto che la classe dirigente di destra lascia a desiderare, perché non provare con l’uomo della strada di destra? Chi meglio di una madre di famiglia timorata e senza grilli per la testa, o di un padre di famiglia laborioso e rispettoso delle gerarchie, potrebbe incarnare gli ideali della tradizione? È stata effettuata una campagna di reclutamento sui social, ma non si è fatto avanti alcun candidato con il profilo richiesto. A fronte di migliaia di novax, terrapiattisti, portuali che brindano a Hitler, ossesse che esultano se i migranti annegano, proprietari di villette che sparano ai ladri per difendere i nani da giardino, casalinghe che invocano la pena di morte per i gay, gli unici due possibili candidati hanno deciso, all’ultimo momento, di tirarsi indietro. Si tratta di Vendramino Braghin, ex maestro elementare poi falegname, alpino ma scarso bevitore, che non ha mai tradito la moglie e ha sempre rispettato le leggi e pagato le tasse, già vaccinato tre volte e con la quarta dose, per sicurezza, in frigorifero; e di sua moglie Elvira Poarin, fervente cattolica, animatrice del coro della parrocchia, madre impeccabile di tre figli, instancabile nel lavoro a maglia: fornisce sciarpe a tutti gli anziani del quartiere. Volevano candidarsi insieme per il Quirinale, in coppia, anche per garantire un’equa divisione di genere, ma si sono spaventati leggendo i post dei loro potenziali elettori, che avendoli classificati come “buonisti di merda” hanno negato loro qualunque possibilità di rappresentare la destra italiana.