L’arresto di Massimo Ferrero e le sue dimissioni da amministratore dell’Uc Sampdoria segnano l’ennesimo colpo di scena di una vicenda fra le più incredibili dell’imprenditoria collegata al pallone.
È vero che il patron dei blucerchiati genovesi è stato portato nel carcere di San Vittore a Milano per eventi estranei al club su ordine della Procura di Paola (Cosenza). Ma nei suoi settant’anni di vita il romanissimo e romanista Viperetta, ex portatore di cestini negli studi di Cinecittà, ha messo insieme una lista di impicci societari nei più vari settori con danni relativamente esigui: nel cinema con la Blu che dovrebbe essere la causa scatenante dell’arresto e della competenza territoriale dei magistrati calabresi, nel trasporto aereo con la bancarotta Livingston (un anno e dieci mesi di condanna definitiva), nell’agroalimentare con la Farvem dell’ex moglie e forse nemica Laura Sini. Da ultimo è arrivato il trust Rosan, creato un anno fa per aggiungere un elemento nuovo alle scatole cinesi che controllano la Sampdoria.
La domanda che tutti si sono sempre fatti è: come è arrivato a guidare il club genovese? Nessuno ha mai capito fino in fondo per quali canali Ferrero abbia preso il controllo, sia pure a costo zero, della Samp che aveva messo a dura prova le finanze della famiglia Garrone (gruppo Erg) con 300 milioni di euro di perdite aggregate. Anche per questo si è continuato a dire, senza elementi di prova, che Edoardo Garrone continuasse a essere vicino al club, dietro le quinte o attraverso piccole quote societarie che non si sapeva bene a chi attribuire.
La popolarità del calcio ha fatto il resto. Ferrero è diventato un personaggio televisivo, abilissimo nell’interpretare la macchietta del popolano di Roma che ce l’ha fatta, forse un po’ ignorante ma “de core”. Nel frattempo, continuava a intrecciare affari ad ampio raggio, inclusi gli investimenti turistici che sono alla base del suo arresto del 6 dicembre.
Ferrero, che nei suoi uffici romani di via Cicerone esibiva i ritratti di Fidel Castro e del cardinale Crescenzio Sepe, ha potuto godere di appoggi importanti in Calabria, facilitati dal leader del Ccd Lorenzo Cesa e dal suo emissario locale Pino Galati, messo agli arresti nel 2018 a seguito dell’inchiesta Quinta bolgia di Nicola Gratteri e poi scagionato all’inizio del 2020.
Dal 2014 la Blu cinematografica ha seguito un pellegrinaggio inspiegabile di trasferimenti di sede, azionisti e amministratori. Dopo essere stata guidata dalla figlia di Ferrero, Vanessa, coinvolta anche lei nell’inchiesta, la società è stata spostata da Roma ad Acquappesa, località marittima del Tirreno cosentino, ceduta al potentino Giovanni Fanelli e alla laziale Maria Antonietta Rocchi, già indagata per bancarotta insieme a Ferrero dalla procura di Roma per l’acquisto dei diritti del film “Bye bye Berlusconi” attraverso un’altra controllata, la Blu international.
Infine Blu cinematografica è stata messa in liquidazione e affidata al professionista di Torre Annunziata Aniello Del Gatto, anch’egli presente nell’elenco degli indagati dell’inchiesta calabrese. È probabile che i vari amministratori e soci fossero preoccupati di un’inchiesta in arrivo perché Blu è stata cancellata pochi mesi fa.
L’arresto di Ferrero non è una novità assoluta per i presidenti del calcio di serie A e, tutto sommato, potrebbe essere solo l’inizio di una vicenda articolata in altre puntate. Di sicuro non vanno sottovalutate le capacità di Ferrero nel dribblare gli avversari. Poco più di un anno fa, il presidente doriano è stato archiviato nell’inchiesta sulla distrazione di fondi relativi alla cessione del calciatore Obiang, trasferito al Watford allenato da Claudio Ranieri, recentemente anche sulla panchina del Doria.
Poco presente e, tutto sommato, poco interessato alle vicende della Lega di serie A, alle cui assemblee delegava spesso il suo vice, avvocato Antonio Romei, all’inizio del 2021 Ferrero ha finito per allontanare dalla società anche Romei.
Adesso per il club si apre una fase nuova e, chi sa, potrebbe tornare d’attualità l’interesse manifestato dalla cordata che fa capo a Gianluca Vialli. Ma potrebbe essere incauto considerare Ferrero fuori gioco. Viperetta ha mostrato di avere ben più di sette vite.