Il mondo degli anti Covid-19 tra Austria e Germania è strettamente imparentato con la galassia nera. Gli 007: «Il negazionismo ha oltrepassato le linee rosse dell’eversione»

Profondo rosso e cuore nero: è il colore che domina sulle mappe Covid-19 della Sassonia. Sta a significare che in questo Land tedesco-orientale i contagi da coronavirus schizzano a livelli record, mandando in corto circuito il sistema sanitario: in alcune circoscrizioni superano di quattro volte la media nazionale degli indici d’infezione, conseguenza di una delle quote vaccinazioni più basse del Paese.

 

Ebbene, in questo pezzo di Germania dell’ex Ddr il mondo dei negazionisti del Covid-19 è strettamente imparentato con la galassia dell’ultradestra, al punto tale da far entrare in scena i servizi segreti interni della Sassonia: qui il negazionismo «ha oltrepassato le linee rosse» dell’eversione, è l’allarme lanciato dagli 007 locali. Che chiamano in causa «estremisti di destra, antisemiti e Reichsbuerger», ossia il movimento dei «cittadini del Reich» che non riconoscono lo Stato di diritto.

 

È uno scenario emblematico della nuova «crisi da coronavirus» che attanaglia la Germania: ha fatto furore un sondaggio dell’Istituto Forsa, secondo cui il 50 per cento di coloro che non si sono vaccinati in Germania sono elettori dell’Afd. D’altronde, basta sovrapporre i grafici su contagi e vaccinazione con quelli sui risultati elettorali: la Sassonia, la Turingia e la Sassonia-Anhalt - dove sono altissimi gli indici d’infezione mentre le vaccinazioni languono ben al di sotto della media nazionale - sono roccaforti del partito dell’ultradestra. E basta dare un’occhiata alle sedute del Bundestag: è ben folta la schiera dei parlamentari Afd costretta a sedere in tribuna ospiti perché non vaccinati e renitenti al tampone. Poi, certo, ci sono i cosiddetti Querdenker («pensatori laterali»), particolarmente forti nel sud-ovest del Paese: tra loro non manca una fascia di contestatori semi-esoterici, con radici negli ambienti cristiano-evangelicali, caratterizzati da forme «tradizionali» di diffidenza verso lo Stato, le autorità, i media. A costoro parla anche “Die Basis”, partito che frulla la protesta anti-lockdown persino con l’antroposofia: il che non impedisce ad alcuni loro membri di lanciarsi in affermazioni quali «la pandemia è peggiore dell’Olocausto». Via “Querdenker” la resistenza nutre di sé i cospirazionisti da social media: uno che arriva a giustificare come «legittima difesa» il ricorso alla violenza è tale Oliver Janich, che su Telegram conta oltre 160 mila follower e produce video tipo “La crisi del coronavirus: una messinscena satanica dei massoni?”.

 

È un’onda nera che oltrepassa i confini a sud. «L’Austria ai nostri giorni è una dittatura», ha esclamato di recente Herbert Kickl, il leader dell’Fpoe, partito di estrema destra oggi in prima fila nella trincea no vax. Con implicazioni surreali: dalla quarantena (era risultato positivo), Kickl ha tirato in ballo come farmaco efficace contro il virus l’Ivermectin: si tratta di un vermicida per cavalli, una donna è finita in terapia intensiva dopo averlo assunto. Ovviamente l’Fpoe organizza anche le proteste di piazza, spesso accompagnate da tafferugli e ingenti schieramenti di polizia, contro il lockdown decretato da Kurz per 20 giorni.

 

Un posto d’onore nella galassia nera anti Covid-19 d’Europa ce l’ha pure l’Olanda, finita sulle prime pagine dei giornali quando la protesta anti lockdown aveva lasciato a Rotterdam - dove i servizi segreti hanno segnalato la presenza di infiltrati di gruppuscoli di estrema destra e di hooligan - diverse auto in fiamme, tappeti di vetri rotti sulle strade e numerosi feriti. Mentre il braccio politico del movimento è il partito “Forum voor Democratie” di Thierry Baudet (uno che paragona le misure contro la pandemia al nazismo e definisce i non vaccinati «nuovi ebrei»), gli organizzatori delle piazze sono riuniti nell’associazione “United We Stand”: i suoi militanti amano propalare fake news sugli effetti dei vaccini tra le quali «l’infarto, la cecità e l’infertilità», ai tavolini di Amsterdam c’è chi ha la Stella di David appuntata sul petto. La casa di Anne Frank è poco lontana.