Il flop di Immuni è anche social: Arcuri ha pagato due euro per ogni "mi piace" alla pagina Facebook

Il commissario ha affidato un appalto da 40 mila euro a una società di comunicazione per curare la pagina dell’app sul tracciamento. Che ha raccolto appena 19 mila like

A Roma lo si può chiamare "er calcolatore", il calcolatore, come l’omonimo sito che si definisce «risolutore automatico di problemi di matematica ed elettronica». Anche Domenico Arcuri, il commissario straordinario del governo di Giuseppe Conte, si è comportato da risolutore automatico di problemi della pandemia. Spesso, suo malgrado, si è inceppato. La campagna di comunicazione su Facebook dell’app Immuni, per esempio, non ha funzionato. Immuni era chiamata a tracciare e istruire i contagiati, centinaia di migliaia di italiani, ma la pagina Facebook, affidata alla multinazionale Zenith Italy per 40.720 euro, ha raccolto soltanto 19.000 iscritti. A oggi un "mi piace" è costato in media due euro.

Come ha dimostrato l’inchiesta dell’Espresso sul metodo di acquisti della struttura, Arcuri ha sempre preferito la strada breve degli appalti con «procedura negoziata senza previa pubblicazione», anche dopo la fase più acuta e confusa dell’emergenza. Tutto lecito, certo, ma con un aggravio di responsabilità. Pure Zenith Italy, succursale di un gruppo mondiale, è stata selezionata in questo modo: il bando risulta creato e assegnato il 15 ottobre e ha per oggetto, tra le altre cose, «la realizzazione di grafica per post su pagina ufficiale Immuni su Facebook, inclusa la moderazione e la valutazione dei commenti e le interazioni».

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Arcuri si occupato anche del "centralino" di Immuni, cioè della società deputata a contattare gli utenti dell’applicazione: si tratta di Acapo srl, una cooperativa romana che già lavora con aziende sanitarie locali, che ha ricevuto la commessa di 677.000 euro.

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