Dopo Merkel la voglia di cambiamento è interpretata dalla leader ecologista Baerbock. Moderata, pragmatica, punta al potere. Che non è più parola oscena

Da più di quindici anni Cancelliera, Angela Merkel in autunno se ne va, non parteciperà alle elezioni, e la corsa alla successione è già cominciata. Tra i principali candidati c’è una donna che riempie da settimane le cronache politiche non solo della stampa tedesca. Se uscisse in testa dal voto del 26 settembre Annalena Baerbock, quarant’anni, due figlie piccole, tre medaglie di bronzo nei campionati di tuffi dal trampolino elastico, studi giuridici e un master alla London School of Economics, sarebbe l’unico, il solo primo ministro verde nella storia della Repubblica federale, e anche sul piano internazionale. Nessun ecologista ha ricoperto la carica. Né lei, Annalena Baerbock, ha mai partecipato a un governo. Non è mai stata ministro. Ma adesso sembra determinata a diventare la cancelliera, e non mancano le probabilità che la diventi. La Bild si chiede se sarà la «nuova Merkel». E Baerbock, campione degli ecologisti, di tendenza moderata, pensa che il Paese abbia bisogno di un nuovo inizio. Incarnato da lei.

Molti segnali sembrano annunciare un governo guidato da una cancelliera verde. Anche se stando ai sondaggi, perlomeno nelle ultime settimane, le intenzioni di voto in favore della Cdu-Csu, la coalizione che ha come candidato Armin Laschet (conservatore moderato fedele ad Angela Merkel), superano il 20-23% per cento attribuito ai Verdi. I quali alle ultime elezioni politiche hanno ottenuto un quoziente inferiore al 9%. Quattro anni dopo, nelle prossime elezioni, sempre secondo le previsioni, dovrebbero dunque quasi triplicare quel risultato. La crescita dei Verdi risalta di fronte alla stagnazione, spesso alla crisi, della Cdu e della sua sorella bavarese Csu. Armin Laschet parte in vantaggio, ma non rappresenta il nuovo come Annalisa Baerbock, né ha il suo carisma nonostante la già lunga e fortunata carriera di uomo politico moderato. Terzo concorrente di rilievo, Olaf Scholz, attuale ministro delle finanze, è il candidato della Spd, partito che conosce un veloce declino. E stando ai pronostici, cinque mesi prima delle elezioni politiche federali, Scholz arranca alle spalle di Laschet e di Baerbock.

I Verdi tedeschi non rappresentano più l’avventura, ma un cambiamento del quale buona parte del Paese sente il bisogno. Logorati dalle prove, dai rischi imposti dalla pandemia, non pochi elettori desiderano l’avvento al governo di nuove facce. Quelle in esercizio a livello federale, subiscono l’inevitabile impopolarità di chi deve gestire una crisi che ferisce la società nella sua intimità quotidiana. Stando agli umori che emergono dai sondaggi d’opinione la candidata ecologista è come uno spiraglio di luce dopo mesi di oscurità. Annalisa Baerbock incarna questa svolta. Presenti nei governi di undici dei sedici Laender, in alcuni con la sinistra, in altri con la destra, gli ecologisti hanno superato la prova: si sono dimostrati negli ultimi anni, al contrario di quel che accadeva nel passato, pragmatici nelle alleanze e capaci di governare. Lo dimostra la terza ampia elezione alla testa del Baden-Württemberg di Winfried Kretschmann. Si sono rivelati capaci di compromessi in un paese in cui le coalizioni, nelle diverse formule, sono spesso indispensabili. I Verdi hanno ottenuto importanti successi in Assia, in Baviera e alle elezioni europee. Hanno conquistato i posti di primo cittadino in diverse città, tra cui Hannover dove ha vinto Belit Onay, di origine turca.

Robert Habeck, scrittore e specialista dei talk-show era favorito come candidato ecologista alla Cancelleria, ma ha accettato, con apparente soddisfazione, che venisse designata la più giovane e dinamica Baerbock. Entrambi, Habeck e Baerbock, hanno trasformato i Verdi in una formazione in grado di conquistare il potere. La parola “potere” era ritenuta un tempo oscena dagli ecologisti.


In un libro di alcuni anni fa Habeck ha sostenuto che la politica dei Verdi deve modernizzarsi prendendo le distanze dal convenzionale modello destra- sinistra. Deve anche distinguersi dal pacifismo. Il movimento non deve più meritare il titolo di Verbotspartei. Di partito delle proibizioni. L’ala “realo” (pragmatica) prevale tra i Verdi. E di essa fa parte la Baerbock. La quale è impegnata in favore dei profughi; l’anno scorso ha favorito la nuova legge sulla donazione degli organi; ha difeso il diritto all’ eutanasia, ma senza forzare i principi della Chiesa. Alla lotta ambientale, primordiale per gli ecologisti, ha affiancato quella per una migliore sanità; senza trascurare le dinamiche industriali. Una cancelliera verde come Baerbock a Berlino non lascerebbe indifferente l’Europa.
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