Da Emma Dante a Massimo Popolizio, da Mariangela Gualtieri a Matteo Garrone, il mondo della cultura interviene chiedendo alle istituzione la nomina dei direttori e interventi urgenti contro la precarietà della comunità artistica. Ma «la strada non è lo sciopero»

“Lettera aperta al Comune di Roma, Regione Lazio, MIC – Ministero della Cultura, CDA del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, ai lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, alla comunità artistica, alla cittadinanza tutta

 

 

Da più di un anno il Teatro di Roma è privo di direzione generale. Da più di un anno questo fatto, oltre a danneggiarne, fino quasi ad impedirne, l’attività, fornisce il pretesto per un attacco politico che lo colpisce da più fronti. Da due settimane è oggetto di uno sciopero indetto dal sindacato Libersind Confsal che fino a oggi ha bloccato alcune repliche al Teatro Argentina, e portato alla cancellazione completa di due settimane di spettacoli previsti al Teatro India.

Cultura e potere
Le mire di Fratelli d’Italia sul Teatro di Roma
21/6/2021

Una mobilitazione sindacale di cui la cittadinanza e l’intera comunità teatrale fanno fatica a capire modalità ed effetti, e che sta provocando danni ingenti. Dopo mesi in cui le sale teatrali sono state chiuse, con migliaia di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo precari/e che hanno perso il lavoro.

È forse importante ricordare che uno spettacolo inserito nella programmazione di un teatro pubblico, per essere realizzato, prevede non soltanto un necessario impiego di denaro (pubblico a sua volta), ma anche il lavoro di un intero staff, in tutti i suoi comparti, così come quello delle compagnie, degli artisti e le artiste. Bloccarlo per settimane significa disperdere le risorse comuni e non riconoscere il lavoro svolto dalle/i altre/i lavoratori. Significa interrompere il momento centrale che sostanzia la funzione del Teatro Pubblico: l’incontro con il pubblico.

I fatti di questi giorni aprono uno squarcio sulla complessità e sulla cattiva gestione del sistema culturale in Italia, a Roma in particolare: dinamiche di palazzo, poteri invisibili che orientano le nomine politiche e la gestione dei fondi pubblici, un sistema dell’informazione tossico e privo di visione, i privilegi e le fragilità che costringono chi lavora ad accettare continue forme di ricatto, e che comportano spreco di denaro pubblico, frustrazione, tristezza generale.

Da anni queste dinamiche pervadono un luogo pubblico come il Teatro di Roma, impedendo alla comunità cittadina di fiorire. In nome della difesa dell’immobilismo e dello status quo, da più di un anno il lavoro svolto dalla direzione artistica e dallo staff del Teatro di Roma viene sistematicamente invisibilizzato e ostacolato.

Quale dovrebbe essere la vocazione di un’istituzione culturale?

Il progetto artistico curato da Corsetti e Corona esprime una possibile risposta a questa domanda: creare uno spazio in cui le diverse anime della comunità artistica possano ritrovarsi, stare in ascolto dei segnali che arrivano dal panorama internazionale, investire sulla ricerca e sulla produzione contemporanea ed emergente, consolidare quella più affermata e riconosciuta, rinnovare la tradizione, ricucire lo strappo che tiene distante il Teatro dalla città. Eppure, il valore del loro progetto culturale non è stato mai discusso né approfondito nel merito. Che ciò accada nel sovrapporsi delle posizioni, seppure eterogenee, di tutti i livelli coinvolti – i rappresentanti politici, i membri del CDA, la stampa – è particolarmente grave. Che si faccia leva sul profondo sessismo che affligge questo paese – che, non appena ne ha la possibilità, inneggia all’Uomo forte – è rivoltante e pericoloso.

È necessario affrontare e risolvere le condizioni di precarietà e di iniquità che da anni continuano a trovare spazio all’interno del Teatro di Roma – una delle massime istituzioni culturali cittadine e nazionali – affinché non sia più oggetto di strumentalizzazioni da parte di gruppi di potere e di interesse. E che su questo punto si impegnino le istituzioni competenti di Ministero, Comune e Regione. È necessario che venga pubblicamente riconosciuto il valore della socialità e della creatività e che sia consentita l’agibilità culturale e progettuale a chi è chiamato a delineare il progetto artistico del Teatro di Roma. Ci troviamo nel cuore di un conflitto che è politico e culturale, prima che sindacale. Nel quadro di incertezza e emergenza sistemica che segna il settore artistico italiano, aggravato dalla crisi pandemica, tenere aperti i teatri rappresenta un atto di resistenza civica. Non possiamo perdere l’occasione di fare chiarezza, di essere accurate/i nelle analisi, di riconoscere le responsabilità di una situazione di stallo che danneggia troppe persone. In quale direzione vogliamo andare? Il nostro sguardo si volge verso un presente tutto da rifare, e che non sarà possibile costruire se non nel segno della pluralità, del confronto, della cooperazione e di una trasformazione che deve essere lucida e coraggiosa”.

 

I FIRMATARI

Emma Dante / Romeo Castellucci / Massimo Popolizio / Veronica Cruciani / Andre De Rosa / Daria Deflorian / Antonio Tagliarini / Mariangela Gualtieri / Cesare Ronconi / Elio De Capitani / Matteo Garrone / Daria Bignardi / Cesare Pietroiusti / Manetti Bros / Alice Rohrwacher / Carmelo Rifici / lacasadargilla / Silvia Rampelli - Habillé d'Eau / Elvira Frosini e Daniele Timpano / Pietro Turano / Chiara Valerio / Luca Lo Pinto / Alessandro Sciarroni / Motus / Laura Palmieri / Lorenzo Pavolini / Margherita Palli / Fabio Masi e Angela Fumarola - Armunia / Lucia Calamaro / Attilio Scarpellini / Michelangelo Dalisi / Sara Putignano / Roberto Castello – Aldes / Annamaria Ajmone / Massimo Marino / Rita Frongia / Claudio Morganti / Santarcangelo Festival / Ilaria Mancia / Industria Indipendente / Linda Di Pietro / DOM- / Giorgina Pi– Bluemotion / Valerio Vigliar / Luigi De Angelis / Gabriele Portoghese / Sylvia De Fanti / Cristiano De Fabritiis / Francesca Macri' e Andrea Trapani - Compagnia Biancofango / Teatro&Critica / Valerio Mannucci, Valerio Mattioli – NERO / Tiziana Triana / Francesco Pacifico / Francesca Mancini / Silvia Gallerano / Fabio Condemi / Muta Imago / Piersandra Di Matteo – Lorenzo Donati / Diego Centonze / Rä Di Martino / Silvia Calderoni / Michele Di Stefano – mk / Agrupación Señor Serrano / Gemla H Carbone / Massimo Conti – Kinkaleri / Giuseppe Biscaglia / Roberta Bernasconi / Tania Garribba / Lilli Cecere / Giorgia Turchetto / Fabiana Carobolante / Luca Ragazzi e Gustav Hofer / Sveva Bellucci / Valentina Acca / Monica Capuani / Francesca Mazza / Elettra Stimilli / Pilar Perez Aspa / Caterina Silva / Donatella Bertozzi / Raffaella Battisti / Fabiana Iacozzilli / Marta Francocci / Paola Bono / Vinzia Fiorino / Caterina Cerra / Pier Lorenzo Pisano / Anna Antonelli / Daria Corrias / Francesca Zerilli / Paola Grelli / Alessandra Faitelli / Novella Tabili / Ghigi Di Paola / Paola Contardi / Veronica Cascelli / Piero Tauro / Salvo Lombardo / Fabrizio Pallara / Davide Iodice / Gianluca Ruggeri_ArsLudi / Mati Berardelli / Patrizia Zappa Mulas / Pescheria / Maximilian La Monica – Editoria e Spettacolo / Monica Piseddu / Daniele Manusia / Emanuele Atturo / Extragarbo / Giorgio Testa / Alessandra Fraitelli / Marco Cavalcoli / Renzo Boldrini / Marinella Anaclerio / Francesca Donnini / Tindaro Granata / Angelo Di Genio/ Federica Rosellini

 

 

LEGGI ANCHE

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app