Negli anni felici per sua maestà l’Eros nasce la rubrica Persone: un carosello di pettegolezzi, donnine, attricette, panorami made in Usa

Quanto fosse eclettica la direzione di Claudio Rinaldi lo abbiamo già visto. Il massimo lo raggiunge nell’estate della crisi serbo-croata. Che ti inventa Rinaldi? Le vacanze intelligenti andiamole a fare in Croazia. Belle le donne, bello il mare anche se un po’ freddino e l’allegra compagnia di prendere il sole sotto le bombe. Per arricchire e valorizzare le prime e le ultime pagine del giornale, il direttore vara la rubrica “Riservato”. Notizie brevi sulla politica ma vista dal buco della serratura, indiscrezioni, retroscena. A Edmondo Berselli viene riservato una finestra, titolo: “Porte girevoli”, dove Edmondo firma Eddy B., che d’ora in poi sarà il timbro dei suoi pezzi diciamo così, leggeri.

Veniamo all’altra rubrica, “Persone”. Nasce nel 1999. Inizialmente la firma la figlia del parlamentare Ds Stefano Rodotà, Maria Laura, poi, passata alla corte del “Corriere della Sera”. Maria Laura era una delle tante giornaliste lanciate da Rinaldi, come, ad esempio, Barbara Palombelli. Ma per il dopo Maria Laura, il direttore pensava a un “Persone” mano personalizzato dal carattere dell’autore. La Rodotà, brava giornalista, rispecchiava nella rubrica il suo carattere nervoso, introverso, anche se spesso sorprendente. A Claudio la rubrica piaceva, ma la voleva meno “tenebrosa”, più “croccante”, usando un termine a lui caro, e più allegra, in un carosello di pettegolezzi, donnine, attricette, panorami made in Usa piaceva. Ma a chi affidarla? Quando mi chiamò, da quel suo sorriso sornione avevo già capito. Ok, la faccio io, ma a una condizione: non la firmo. Quanto Claudio mi stimasse e, sotto sotto e a modo suo mi volesse bene, lo dimostra il fatto che poco prima di lasciare via Po mi propose di firmarla. No, Claudio, replicai, tanto più che il tuo successore vedrai che rivolterà il giornale come un calzino. E poi, senza la tua complicità e approvazione sempre critica, la rubrica non avrebbe senso. E infatti il suo successore, Giulio Anselmi l’abolì e il giornale cambiò marcia. Dal turbo si passò al diesel.

Sfogliamo coast to coast, dalla sezione Società alla rubrica “Persone”, una vetrina di protagonisti. Ammetto: le scelsi quasi tutte femminili.

Che gambe la Steffy e che fisico, fotografato di schiena da Walter Iooss. Sotto al titolo “Che scatto mondiale”, leggiamo: “Per lui, la top model Elle Macpherson e la tennista Steffy Graf pari sono. Nel senso che Walter Iooss, uno dei più celebrati fotografi della rivista americana “Sport Illustreded”, da una vita cerca di coniugare corpo e bellezza”.

Il nero non tramonta mai: Purtroppo, nemmeno nella nostra politica. Ma nella moda fa molto show. “Potenza del look”, annuncia birichino L’Espresso, “Al Festival di Sanremo ha trionfato l’effetto slip. Ai Grammys, gli Oscar della musica americani, un delirio la minigonna nera (con guanti neri ascellari, stivaloni neri e collare - indovinate? - nere di Shania Twain, 31 anni, canadese di Ontario, stella della musica country. Era la prima volta che si esibiva in minigonna. Perché? Risposta: odio le mie gambe”. Ma L’Espresso le approva e l’omaggia con una foto.

 

Il titolo “Porno-outing e rabbini a luci rosse” inaugura la mini-rubrica “Dolce stil novo”. Merita una riflessione: “Tra i nuovi stili di vita che più si segnalano nei salotti e nei bar, c’è il porno-outing. Di che si tratta? Del confessare la propria passione per le letture hard. Si è in compagnia di buone opere. A cominciare da quella dell’esordiente Fabrizio Rondolino, “Secondo avviso”, che è costata all’autore molta fatica, oltre che il posto di consigliere del capo del governo, Massimo D’Alema”. Le luci rosse si accendono nelle librerie e nelle edicole di mezza Europa. Un esempio: “In Francia va a ruba la raffinata produzione porno-chic di Esparbec, pseudonimo di un misterioso autore tunisino. Ma i suoi libri, l’ultimo “Le pornographe et ses modèles”, vengono recensiti dal sobrio “Le Nouvell Observateur”“. Red light perfino su Internet “dove, nel sito Oxè, sventola la bandiera tricolore di Francesca Ferreri in arte Luna. La signora pubblica online tutti i racconti erotici che le mandano i porno-cybernauti. E perché umiliare il lavoro certosino del rabbino Shmuley Boteach? Forte del successo della “Guida ebraica all’adulterio”, è diventato popolarissimo il suo “Sesso Kosher”, una via di mezzo tra l’educazione sessuale e il Kamasutra. Unico neo del suo “Sesso Kosher” è che la sinagoga di Mill Hill, il quartiere di Londra dove Boteach officiava, non ha capito e lo ha licenziato”.

Luci rosse come il carpet delle sfilate, nella moda. “In principio, a dare la linea fu la stilista americana Donna Karan che teorizzò: “La mia non è solo moda. Non è solo spiritualità. È un nuovo trend”. Dopo di lei il diluvio. Nel senso che lo stile zen-chic è diventata la nuova ossessione. E se la rockstar Madonna fa pazzie per una gonna rilassante dell’indiano Anand Jon, l’estate ‘99 impone il bianco zen-minimalista firmato Prada e le suggestioni monacali in stile Sol Levante di Karl Lagerferfeld per Chanel”.

Altra novella rubrica: “La Fiera delle vanità”. Titolo: Nicole, sex-intellectual con marito in carriera. Leggiamo: “Come si diventa una sex-intellectual, un sex-symbol impegnato? Prendere appunti da Nicole Kidman. Niente nudi su “Playboy”, niente calendari profumati da barbiere. Ma buon teatro, da Londra a Broadway, con testo d’autore e piccolo nudo integrale (“The blue room”). Poi cinema d’autore, “Eyes Blue Room”, con il regista Stanley Kubrick. Con piccolo nudo integrale e, accanto, un marito nudo, famoso e felicemente sposato: Tom Cruise. Sipario: Applausi”.

Il vento dell’eros, ma in stile de’ noantri, soffia sul cupolone. Zeffiro, un discreto vento di ponente, veste i panni di Dark Gilda. “Il Gilda, storico locale romano della Razza Piaciona (copyright “L’Espresso, ndr.) si apre all’impegno. Vuole diventare una discoteca alternativa e di tendenza. Come? “Con musica dura e underground,atmosfera soft-dark, poche luci, ritmi trasgressivi., video gay su maxischermo e tre sensualissimi giovanotti go-go in succinto perizoma sui cubi”, come si legge sul programma. Clou dell settimana: il martedì sera quando il Gilda si trasformerà nel “Gorgeous Gilda Gay”. A “menare” le danze la drag queen Lady Bunny (repetita iuvant, “coniglietta de’ noantri) e gran finale con l’elezione di Miss Drag Queen”.

Magra alla Twiggy, sguardo assassino, corpetto nero trasparente di merletti, Esther Canadas è fiera delle sue piccole tette e dei suoi capezzoli. “Altro che Lazio-Roma. Dall’altra parte dell’Oceano si gioca una partita in nome del fashion system. Le ragazze in gara son due top model: la francese Laetitia Casta e l’americana Esther Canadas. Titolo in palio: chi è la più sexy del reame. A noi de “L’Espresso” piace di più Esther perciò è lei la reginetta. Qualche “pettegolezzo”? Spagnola di Alicante, 21 anni, soprannominata “The Lips”, le labbra, 1,78 di altezza per misure che recitano 88-59-89, occhi azzurri e collagen-free, ovvero nessun trucco sotto la pelle”.

Dalle piste di ghiaccio del pattinaggio artistico a quelle bollenti di “Playboy”. Hugh Hefner non se le lascia scappare nessuna. Questa volta, sulla copertina di “Playboy” si spoglia Tania Szewczenko. Piccole tette e capezzoli molto all’insù, appena coperti da una generosa maglia di rete. La campionessa di Germania ha 21 anni. La sua connazionale e acerrima rivale è la più famosa Katarina Witt. Che, sfogliando annoiata i nudi artistici di Tania. Ha commentato: “Inopportuni”.

Atterriamo sulla pista della più puritana e snob Inghilterra. La King’s School di Canterbury non solo ha diplomato ma anche trovato l’erede del “grissino” Twiggy, modella degli anni ‘60: si chiama Jacquette Wheeler, ha appena 17 anni, ma già ancheggia su spericolati tracchi a spillo nei corridoi della pur riservata ed esclusiva scuola. Per qualcuno è la top model più hot del Regno Unito. Di sicuro ci punta Gucci che l’ha subito arruolata, Ma a una condizione: fai la brava e studia”. Sulle piste meno sofisticate e più alla buona del “Dolce stil novo” atterra Asia Argento: 33 anni, romana, attrice e figlia d’arte, ovvero del regista Dario. L’incipit del pezzo la dice lunga: “Asia, faccelo vedé!”. E Asia obbedisce: scopre il pancino e lo fa vedere. Cosa? Ma via il suo tatuaggio, un enorme angelo che emerge dal basso ventre”. Oggi, 23 anni dopo, alzi la mano chi non si è fatto un tatuaggio.

Domanda dell’estate di fine secolo per le madame della Roma bene. Leggiamo “Persone”: “E lei, signora, per la prossima estate a Sabaudia, ce l’ha il tankini? A Manhattan, quelle che non si perdono nemmeno un numero di “Vanity Fair e nemmeno l’ultima sfilata molto intima di Victoria’s Secret lo hanno già comprato. Color oliva, firmato Ralph Lauren. Per chi non lo sapesse il tankini è la sintesi tra il tank top, un reggiseno super-imbottito, e di un bikini bottom. Insomma, il mutandone di un due pezzi. È l’ultima moda Usa. Ma non chiamatela Military Fashion, passereste per cafoni. Si tratta piuttosto dello stile Utility Chic”.

Non è uno scherzo di aprile, anche se L’Espresso esce il primo di quel mese. Infatti, per il sollazzo soprattutto delle due figlie birichine del principe Ranieri, Carolina e Stéphanie, ecco “Gran sballo della Rosa con Naomi a Montecarlo”. Gran bel lato B, la panterona, omaggiata da due foto. “Praticamente nuda, anche se la mise (due strisce sul seno, tanga e stivali argentati) era targata Karl Lagerfeld. Per ammirare la Naomi desnuda, i fancazzisti del Principato hanno tirato fuori gli spiccioli. Per un biglietto, la miseria di 1 milione e 200 mila lire. Al Gran ballo della Rosa i 940 ospiti hanno apprezzato il nuovo amore di Carolina, il principe Ernst August di Hannover. A Stéfanie, invece, l’onore di aprire le danze con l’erede al trono, il fratello Alberto”.

Voltiamo pagina e settimana. Il titolo “Professione: carini”, premia negli Usa una nuova coppia, fresca come l’uovo di giornata: Ben Affleck e Sandra Bullock. Al botteghino fanno girare la testa: incassi dei loro film da 13 milioni e passa di dollari. Carini, certo, ma educati e bon vivant. Prendiamo Sandra, 35 anni da Arlington, Virginia: ama navigare su Internet, ballare la salsa e mangiare croccante Kentucky fried chicken. Affleck, 27 anni - sì, è più giovane di Sandra, e allora? - da Berkeley, California, fuma Camel light, beve Coca-Cola light, ha un debole per le moto, le carte e il gioco”.

Il tanga dalle spiagge arriva ora on line. “Per chi voglia fare del sano guardonaggio online, ecco un bel sito. Raccomandato da “Playboy” esibisce la lingerie della coniglietta. Ovvero, due cosette un po’ così: tanga, bikini, wonderbra. Tra le playmate molto convincente la performance di Leeann, 26 anni della Virginia. Una moderna Cenerentola solo un po’ più abbronzata”. Rimaniamo al top delle hit parade. A 18 anni la modella brasiliana Gisele Bundchen per un metro e 78 e misure 88-59-88, fa gol in passerella come il suo connazionale Edmundo li fa al Franchi di Firenze per la Viola. Gisele guadagna 40 milioni a défilé ed è molto contenta: l’hanno soprannominata “la nuova Linda Evangelista”.

Se a Roma da un secolo, sono in corso i lavori della metropolitana, gli amori in corso travolgono Vanessa Paradis. In un festival di Sanremo le scivolò maliziosa una spallina scoprendo il suo piccolo seno. Fotomodella (fantastica con le piume nella voliera dello spot Chanel), attrice (un Cèsar per “Le notti bianche”), Vanessa Paradis, 26 anni, idolo dei teenagers francesi, aspetta un figlio. Ma non da uno qualsiasi, ma dal tenebroso Johnny Depp, oltre che attore, collezionista di top model. Nel suo album c’è già la figurina di Kate Moss. Stressati dal successo, ora si riposano nella loro villa hollywoodiana sulla Costa Azzurra, dove mangiano cetrioli, bevono Bordeaux e fumano cigarillos”.

Se dal Sudafrica Nelson Mandela si batte contro l’apartheid, a New York la denuncia arriva dalle top model di colore. “Nel mondo della moda c’è un’apartheid di lusso. E quando scendi dalle passerelle c’è puro razzismo. Non va meglio agli stilisti emergenti dal continente nero. Come Alphadi, una sorta di Armani del Niger; o Madame Asma, di Tangeri, la regina del kaftano, e l’ivorianoi  Alpha Sidibé piuttosto che Agnès Hekpazo, del Benin. Sono bravi, innovativi, sfilano, se li fanno sfilare, e nessuno se li fila”.

Trionfo dei piacioni a Roma, dove vanno in scena presenzialisti ad arte e supplì al telefono. Vediamo: “Dura la vita nei palazzi romani. Bisogna sempre farsi vedere impegnati. Se il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti si delizia con le bandiere rosse appese in un dipinto da socialismo realista, il presidente dell’Enel Chicco Testa s’illumina d’immenso con la pop art. Più giuggiolone il sindaco Francesco Rurtelli: via la giacca, si piega in un inchino per lanciare la palla del bowling contro i birilli. Più romantico io regista italo-americano Francis Ford Coppola. Accompagna Monica Vitti nel Regno di Napoli a gustare supplì al telefono”.

Tra le donne in carriera, ora sgomitano le verginelle. “A Ghollywood circola una battuta che, più o meno, recita così: “Sapete qual è l’unica cosa rimasta vergine in città? L’olio d’oliva”. La verginità, un tempo merce rara (ricordate i lenzuoli rosso sangue esposti sui balconi delle prime notti di matrimonio?), si sta prendendo la sua rivincita nel mondo della fiction. Spopolano le creature verginali: dal cinema (“Cruel intentions”) alla televisione (“That ‘70s show”). E che volto hanno le “verginelle”. Quello di Drew Barrymore, per esempio, che nel film “Never been kissed” interpreta il ruolo di una giornalista molto casta”.

Adamo questa volta è stato licenziato e il paradiso è davvero molto terrestre. Grazie a Eva, Eva Hengher. “Mestiere duro quello della pornstar. A sentire i suoi protagonisti, non èpiù come una volta. Troppo sesso in giro e troppa concorrenza. Che fare? Eva Henger, regina dell’hard e consorte del principe (un po’ decaduto) delle luci r0osse Riccardo Schicchi, sta sperimentando nuove forme espressive. Prima ha interpretato un film erotico soft (“Un mostro di nome Lila”), con un attore al di sopra di ogni sospetto, Arnoldo Foà (dicono che lo abbia traumatizzato). Poi ha deciso di passare senza mezzi termini alla regia per rivendicare con la cinepresa che il privé è pubblico”. E la foto che “Persone” le dedica è esplicito. Eva, nuda come la più famosa Eva, non morde una mela, ma imbraccia una cinepresa. Con un braccio copre le debordanti tette e con la coscia a mezz’aria copre il pianeta di Venere.

“Gatta ci cova”. Dove? A Londra, grazie al night più hot del momento. “Infatti, al Sophisti-Cats. A Westminster, fresco di aperture, la bella gente, come Leonardo DiCaprio, ci va per farsi vedere e per vedere. Cosa? Le Catgirls, le ragazze in topless dai nomi esotici. Persia, Nikita, Pushba… Dieci sterline e ballano al tuo tavolo per 6 minuti. Se raddoppi, fanno uno strip in pista. Drink consigliato? Orgasm, intruglio rosa fluorescente”.

Sfogliamo il calendario e siamo a L’Espresso del 22 aprile. Miss lato B, Jennifer Lopez, posa nuda su un candido lettone incorniciato da un mega paravento stile cinese, lo sguardo perso nel nulla. “Dopo le brune del grande schermo, le Veneri latine di cui la top model Ester Canadas è l’esemplare più riuscito,. Ora è la volta del latin pop, come registra anche “Time”. La punta di diamante della musica latina, ritmi facili da cantare e da ballare, l’ha scovata Tony Mottola, boss della Sony Muic. Ha le curve e la voce di Jennifer Lopez, oggi per gli amici Jerry Lo. Ventinove anni, nativa del Bronx sul grande schermo insegna la Salsa a uno scoglionato George Clooney. Molto apprezzate le sue doti artistiche, ma il suo miglior attributo era ed è ancor oggi il sedere, giudicato il più bello di Hollywood”.

“Vibe”, ovvero vibrazioni, è un settimanale poco patinato e molto esuberante stampato in America. Proclama il trionfo dell’“hip- hop hurrà”. “Il 1998 è il suo anno trionfale. Più di 80 milioni di dischi venduti. Soprattutto, come scrive il “New York”, attorno al fortunato filone musicale, c’è anche un boom editoriale. Rivista leader è “The Source”che viaggia sulle 400 mila copie di vendita, ma vanno anche a gonfie vele “Vibe”, una joint venture tra il musicista Quincy Jones e la Time Inc. e due giovanissime testate, “XXL” e “Blaze”. Sulla copertina di “Vibe” ci sorride il nudo di Foxy Brown, brown come la sua pelle.

Piccola trasgressione. A quei tempi nei giornali andavano di moda le tavole rotonde. Perché non organizzare un “tavolino” con la sociologa Ida Magli e Rocco Siffredi, mister 24 centimetri di lunghezza (la media nazionale è di 16 centimetri) per 14 di circonferenza, re delle pornostar. La signora Ida accettò volentieri e molto divertita. Riccardo, che raggiunsi telefonicamente nella sua casa a Budapest, mi diede anche lui l’ok. Poi, ahimé, l’incontro non si fece. Troppi lavori aveva in calendario Siffredi, divo in Europa come negli Stati Uniti. Un esempio. Ecco il “Rocco di Francia”. “Il cinema francese è alla frutta? Se lo chiede l’autorevole “Nouvel Observateur”. Dopo gli anni noiosissimi del cinema sociale (altro che “La corazzata Potiomkin”), arriva ora un trend di “orrore sessuale” e di “meccanica erotica”. A cavalcare il diavolo in corpo ci sono film come “A vendre” di Laetitia Massou, con Sandrine Kiberlain, “L’ennui” di Cédric Khan… Un’epopea di carne e di eros “da far apparire sesso da educande le imprese di Casanova”, annota il settimanale francese. Ma il film che più degli altri sembra destinato a sconvolgere i francesi (“le erezioni e le fellatio sono autentiche e visibili”, parole de “Le Nouvel”) s’intitola “Romance”. Lo firma Catherine Breillat e ha come interpreti l’atrice Caroline Ducey, 22 anni, e una gloria italica, Rocco Siffredi. Il settimanale lo ha intervistato ed è rimasto basito. Rocco, in realtà, ha fatto solo uno dei suoi numeri. E, naturalmente, ha pure dato i i numeri. Della sua immensa arte (più di mille i pornofilm girati), (più di 4 mila le attrice “amate”, occhio e croce), ha fatto un ricco business. Nel “Romance”, dice candidamente di essere rimasto in erezione dalle 22 di sera alle 5 del mattino. Ma la povera Caroline si sarà almeno divertita?”.

 

A proposito di fellatio. L’eroica impresa del presidente americano Bill Clinton nella sobria camera ovale, spopola anche in libreria e non solo. “Come celebrare la pioggia di libri che negli Stati Uniti continuano a uscire sull’affaire Clinton-Lewinsky? “Bookm Review”, l’inserto letterario del “New York Times”, ha rielaborato una storica copertina dei Beatles, “Sgt, Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), con tutti i protagonisti del sexy-scandalo di fine secolo. C’è il fedifrago Bill, la donna in carriera Monica e la “torera” Hillary”. Voltiamo pagina. “La fiera delle vanità” apre le braccia a “Newton e a una donna chiamata cavallo”. “Di premi ne ha vinti tanti. Ma questo, il Life Legend Award ‘99, una sorte di Oscar della fotografia, gli mancava (per dire, nell’edizione precedente lo avava vinto Sebastiao Salgado). Il suo stile si ispira a un erotismo piuttosto noir e fetish, spesso al limite del surreale. Come le sue donne-cavallo e certe top model inquietanti, come Nadya Auermann, fotografata carponi su un roseo letto, con tanto di stivali e sella sulla schiena”.

Oggi quello che qualcuno continua a definire uno sport, il wrestling, fa più ridere di Ciccio e Franco. Gli “atleti” tutto muscoli e poco cervello nemmeno si sfiorano. Come negli spaghetti western di Bud Spencer e Terence Hill. Ma quando riempivano le arene, non è che tirasse un’aria molto diversa. Ce lo ricorda “L’Espresso” con “Pugni, pupe e pagliacciate”. “Tra le poche cose che l’America non è riuscita a esportare con successo in Italia, ci sono il peanut butter e il wrestling. Lasciamo perdere il burro di arachidi (che fa pure male). I nostri eroi per sbaglio magari si lussano il naso e ora a far finta di darsele di santa ragione ci sono anche le lottatrici. Signorine come Chyna Joanie Lurer, una che sale sul quadrato in bikini di pelle nera e stivaletto coordinato con taccone a spillo. Sembra una creatura creata da Helmut Newton”.

Relazioni pericolose ...dei letto in letto…

“Agosto moglie mia non ti conosco…”. Movimentate le estati degli anni ‘80. Mogli al mare e mariti a sudare negli uffici e nelle alcove delle amanti. L’Espresso non è insensibili alle passioni ferragostiane dei suoi lettori e le racconta. Complice il collega e amico Dante Matelli. Habitué del ristorante Cesarina, a due passi da via Po, era facile che all’ora di pranzo incontrassimo Federico Fellini che all’epoca aveva il suo studio in Corso Italia. Dante salutava cordialmente il regista, visto che lo aveva più volte intervistato. Fellini aveva il suo tavolo fisso, fisso come il suo menù: tortellini in brodo e lo splendido carrello di lesso, specialità del ristorante e della sua cucina emiliano-romagnola. Qui insieme a Dante elaboravo le strategie per l’estate. Ne ricordo due, fra le tante: “In fuga con l’amante”, dove, come e quando progettarla. E “Guida all’adulterio perfetto”, ovvero l’alibi di ferro suggerito e, se scoperta la tresca, un vademecum di raccomandazioni che aveva un solo comandamento: “Mentire, sempre mentire”.

 

L’adulterio perfetto

Per “la fuga con l’amante” Dante aveva una teoria: trovarsi in posti molto frequentati, la folla confonde, nessuno sa con chi effettivamente ti accompagni. Lui le sue mattane le consigliava al suo Forte, dei Marmi, certo, tra la Bussola e la Capannina. Per i più coraggiosi, la pineta della Versilia, tra il mare e le Apuane. Da parte mia, in un o dei tanti agosti che passava nella nostra villetta nelle Marche, a due passi dall’Adriatico, raggiungevo la famiglia con un comodo volo serale che partiva da Fiumicino e, dopo un amen, atterrava al nuovissimo aeroporto di Falconara. E la cena la si faceva in collina, a Morro d’Alba, nel ristorante del “Mago”, per tutti Raul, chef estroverso come il suo carattere e la sua Ferrari giallo canarino sempre parcheggiata davanti al locale. Specialità di Raul? Ciavattoni al pepe nero (i ciavattoni sono una specie di rigatoni), e salsa al putacchio per condire i secondi, di carne bianca, ma, meglio ancora, rossa di cacciagione.

Nasce così, tra questi profumi, l’idea di realizzare per le vacanze intelligenti una fuga dal mago. Atterrai a Falconara con le prime stampe del giornale e le portai a Raul. Io: “Ho una sorpresa.... E lui, con lo sguardo stralunato alla Vasco Rossi e, per i lettori più anziani de “L’Espresso” del mitico Paolo Pernici, apre, legge e sbotta: “Me vien un colp! M’ha ruviné la reputacion! Questo è nu locale perben, mo’ me lo riempi de magnaccia e de puttane…!”. In cuor suo era strafelice. Gli affari già andavano a gonfie vele ( “Il mago” aveva una solida fama sulla costiera da Senigallia al Conero) e i clienti fedeli non mancavano. In una delle successive cene, Raul mi raccontò che lo avevano intervistato perfino quelli della sede Rai di Ancona.

Guida all’adulterio perfetto

Anni felici, si diceva per sua maestà l’Eros. E per l’italica genia di fedigrafi. Già, ma dove consumare, tra tavole di ristoranti e alcove di pensioncine romantiche, l’adulterio perfetto. L’Espresso lo suggerisce nel numero del 9 luglio 1998. Al responsabile della rubrica “Tavola” e della “Guida d’Italia” de “L’Espresso”, Edoardo Raspelli (bravo, simpatico, un po’ Comunione e Liberazione, ancora sulla breccia sulle reti Mediaset con “Mela verde” e sodale dell’esperto di vini Paolo Massobrio) il compito di volare dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, alla scoperta delle cucine della tradizione e degli chef più quotati. Fermiamoci sal titolo ( “Prendetele per la gola”) e al sommario (“Agnolotti da fine del mondo e camerette romantiche da Guido a Costigliole d’Asti. Classici piatti toscani e palazzo seicentesco a Castelnuovo Berardenga...Da Aosta a Taormina... Ecco una mappa d’autore della passione galeotta. Da cominciare a tavola”). Bravi i grafici e il fotografico che accompagnano l’inchiesta. Una cartina d’Italia con tanto di cappelli da cuoco e foto a segnare sulla mappa i locali migliori. Nella foto d’apertura una ragazza che mostra un bel seno nudo e, a tavola, viene imboccata con spaghetti da un cortese cameriere. Roba nostrana, Eva Herzigova è su un altro pianeta.

Occhiello: “Seduzione ‘98 / Guida all’adulterio perfetto”. Titolo: “Se lo devi fare almeno falla france”. Di Eleonora Attolico. Leggiamo l’incipit: “Le corna? “Fuori moda”. Parola di tre grandi seduttrici come Monica Guerritore, Anna Galiena e Stefania Sandrelli”. Piccola parentesi: Eleonora è una brava giornalista di moda e molto volentieri le passavo gli indirizzi utili per le inchieste. Il sesso? I sessuologi arruolati erano Willy Pasini e Giorgio Abraham, studio a Ginevra. I sociologi? A destra Francesco Alberoni, a sinistra Norberto Bobbio Gli psicologi? Io avevo un buon rappoto con Luigi De Marchi, vicino al Partito radicale. Altrimenti si ricorreva all’agenda della collega Stefania Rossini che in materia poteva sfoderare un elenco del telefono. A cominciare da Simona Argentieri. E così via.

Torniamo all’inchiesta. Altre che fuori moda, ci dice Pasini, “Una mia ricerca mostra che su 500 donne sposate con figli e fedifraghe almeno una volta, il 70 per cento ritiene che l’adulterio non sia più peccato. Lo fanno perché sessualmente insoddisfatte (il 23 per cento) o perché hanno un marito tremendamente noioso (il 15 per cento). Sottolineo che il “salto di letto” si fa preferibilmente in primavera-estate (al 70 per cento)”.

Rifugiamoci per un attimo in corner, ovvero in un box per sentire al riguardo l’attore Paolo Villaggio. Non mi è stato facile scovarlo perché all’epoca il “press agent” del fantasista genovese era il maitre di un albergo di non ricordo dove. Ecco la sua filos0ofia: “La fedeltà è innaturale e non è nemmeno pensabile. Per gli adulteri la regola d’oro è la discrezione. Che si traduce in uno chador per le donne. Con il chador si riscopre l’erotismo, si vedono solo gli occhi dietro a quegli intriganti veli neri. Il tradimento è sessista: perché comunque è sempre l’uomo ad avere la vita più facile. Le donne, in qualche nostra regione, se scoperte rischiano anche la pelle e i giudici sono pronti ad assolvere l’uxoricida. In fatto di regali, cavatevela una rosa con del denaro, fa sempre comodo. Funziona sempre in questa nostra epoca così cinica e bara. E un fiore e qualche spicciolo non costano nulla: per fare un certo effetto bisogna mantenersi sui venti milioni di lire...”.

Il “Manuale del perfetto adulterio” si gioca sulla scacchiera dell’amore in quattro mosse.

1. “Dove incontrarsi. Mai rifugiarsi nella “tana” di quella famosa canzone di Herbert Pagani “...io lavoro al bar di un albergo a ore…”. L’attore Tom Cruise docet. Poveraccio, si era rifugiato nella suite dorata di un hotel dorato di Manhattan per togliersi uno sfizio: la cantante Cher. Subito beccato e affondato dai gossip. Fortunatamente Milano non è New York. Nella capitale lombarda, racconta Franco Rebolini, caporedattore di !Novella 2000”, “gli alberghi a cinque stelle stanno diventando un bunker. Il Four Seasons o il Principe di Savoia sono praticamente inaccessibili ai fotografi. I clienti, finché sono dentro non hanno problemi. Gli unici accorgimenti li devono prendere all’uscita”“.

2. Dove passare il weekend. “Un consiglio: per le fughe di fine settimana vale una regola inderogabile, evitate il déjà vu, Così, non inventatevi il solito congresso con i colleghi o l’improvviso viaggio d’affari. Ma cercatevi un alibi di ferro. Coltivate una sana passione che non sia condivisa dal coniuge. Il teatro va bene (quante prime ci sono in giro per il mondo?) e così l’arte e il mite birdwatching. L’ideale è frequentare la domenica le tribune degli stadi. Meglio se la vostra squadra del cuore gioca in trasferta: si parte il venerdì e si torna la domenica. Mi raccomando: assicuratevi il risultato del match (le mogli sono tremendamente curiose) e se proprio vi dice di sfiga e l’occhio indiscreto della telecamera vi inquadra, negate fino alla morte che quella biondina minigonnata al vostro fianco non foss’altro che una irriducibile tifosa. Come voi. Irriducibile mentitore.

Non pensate poi che i luoghi più appartati siano i più sicuri, quasi sempre si rivelano una trappola micidiale. Prendiamo il giovane rampollo Alessandro Benetton e la campionessa di sci Deborah Compagnoni. Loro? Macché adulteri, erano fidanzati con tutti i crismi. Eppure, la loro privacy non è stata risparmiata nemmeno mentre veleggiavano su uno yacht in Croazia. E guai a fare gli uccellini di bosco nei luoghi alla moda. Sono perfidi come sabbie mobili. Dalle ville in Provenza, dove il miliardario texano John Bryan venne immortalato a succhiare l’alluce di sua altezza poco reale Sarah Ferguson, per gli intimi Sergy, moglie di quell’Andrea di cui si deve vergognare perfino il povero Carlo. L’alluce riposava su una sdraio al sole della Costa Azzurra. Maledetta estate… Non si può stare tranquilli nemmeno sul bordo di una piscina di una villa a Cap d’Antibes dove si è chiusa la carriera principesca di Daniel Ducriuet, sposato a Stéphanie di Monaco, beccato in una fellatio e non solo della ballerina Fili Houteman. I maligni sostengono che la ragazza sia stata arruolata dai paparazzi per una esclusiva da chissà quante centinaia di migliaia di copie.

Guido Vergani, giornalista e uomo di mondo, ha una sua teoria: “Scegliere sempre il basso profilo: Per esempio, vanno bene i paesi dell’Est europeo. Ma attenzione: Praga è a rischio, troppo battuta; meglio Varsavia o Budapest. E vanno bene anche i paesi scandinavi dove nessuno si fa i fatti tuoi”. Non vi bastano le dritte? E allora eccovi una perla dell’agriturismo. Fate finta di niente quando passate da Courmayeur e, a 12 chilometri da Aosta, puntate sicuri verso il Gran Paradiso. Qui il paradiso si chiama “Les Ecureuils”, azienda agricola della frazione Homené Deasus, Saint Pierre. Natura mozzafiato, prosciutto d’oca da spalmare sul burro di una fetta di morbido pane integrale e pensione e camera doppia a 60 mila lire a notte”.

3. Come spostarsi. “Qui dobbiamo ricorrere agli spioni. Come Miriam Ponzi, figli d’arte del fondatore dell’agenzia di 007, Tom (Tom Ponzi Investigations di Roma). “Non volete rinunciare alla vostra automobile? Invece rinunciatevi, L’occhio all’autovelox è sempre in agguato. Affittate piuttosto un’auto con i discreti vetri fumé. Li montano tutte: dalla faraonica Bmw, serie 3 touring, per esempio; alla più spartana Mini Morris. Alla larga pure dai parcheggi dell’amore. Ci vanno le coppiette. E pure i James Bond delle agenzie investigative private. Come Luca Spinelli Bini della Veritas: “A Firenze un classico luogo di appuntamenti è il parcheggio davanti alla palazzina Rai. Ci abbiamo beccato tantissime coppie clandestine. Altro snodo cruciale è l’aeroporto di Venezia”“.

4. Cosa regalare. “Se siete un po’ spilorci e volete regalare un libro, non fate come il presidente americano Bill Clinton, che alla stagista in carriera Monica Lewinsky regalò un fin troppo esplicito libretto di poesie d’amore. Un buon compromesso lo si può raggiungere con Luigi Malerba e il suo “Avventure” (il Mulino), storie di amori impossibili. Una su tutte: Sancho Panza che vuole sedurre Anna Karenina… Troppo compromettente il libro d’amore? Per andare sul sicuro basta regalare insospettabili spy story. Ottime scelte sono i classici, come “Il nostro agente all’Avana” di Graham Greene o i casi dell’investigatore privato Marlowe firmati da Raymond Chandler (Feltrinelli).

Tramontata l’era dei cioccolatini tipo Baci perugina stile Péynet e guai a farvi stuzzicare dagli omaggi floreali (comunque, sempre rose rosse dal lungo gambo e in numero dispari. Ne basta una). Oggi ci si scambia compact disc a raffica. Comunque non pagate mai con la carta di credito. Sempre in contanti. Non dovrete dare spiegazioni alla vostra moglie. Infine, se proprio siete messi con le spalle al muro, mandate a memoria una massima di papa Giovanni Paolo II. In una visita pastorale in Francia, papa Wojtyla si raccomandò così ai fedeli: “Perdonate i tradimenti coniugali: Che cosa sarebbe un amore se non giunge fino al perdono?”“. Parole sante.

(continua)