Lo scudetto in salsa milanese e milanista rimette la Madonnina al centro del villaggio calcistico italiano, con l’Inter seconda e vincitrice della Coppa Italia. Dopo la sbornia di tifo nella notte del 22 maggio, la capitale degli affari si è rimessa al lavoro sui principali dossier: la cessione dei rossoneri e il nuovo stadio. Entrambe le questioni sembravano definite poco più di un mese fa. A campionato finito, paradossalmente, lo sono molto meno.
Il passaggio del Milan dal fondo statunitense Elliott al fondo Investcorp, controllato da capitali del Bahrein, è saltato dopo una seconda offerta al rilancio da 1,1 a 1,3 miliardi di euro avanzata dalla RedBird del paisà Gerry Cardinale. Ma è di queste ore la voce che l’attuale proprietà guidata da Gordon Singer starebbe pensando di mantenere una partecipazione nel club che si è rivalutato quasi del 100 per cento dalla cifra versata da Elliott (circa 700 milioni di euro).
Nel football globalizzato e dominato dai veicoli societari il sentimento c’entra poco. A cambiare lo scenario in modo netto è stata la cessione del Chelsea all’inizio di maggio per 4,25 miliardi di sterline, circa 5 miliardi di euro. L’acquirente è un consorzio guidato da Todd Boehly, Clearlake Capital, Mark Walter e Hansjoerg Wyss che verserà 2,5 miliardi di sterline per l’acquisto e altri 1,75 miliardi per l’ampliamento dello stadio di Stamford Bridge dagli attuali 41 mila posti.
Se a fine maggio andrà in porto la vendita dell’ex club di Roman Abramovich, colpito dalle sanzioni di Boris Johnson contro gli oligarchi di Vladimir Putin, la Borsa del calcio mondiale dovrà adeguarsi a un nuovo benchmark, come in realtà hanno già fatto gli azionisti del Milan.
La terminologia finanziaria non riesce a complicare un ragionamento molto semplice. Se il Chelsea, uno dei tanti club di Londra e nemmeno il più seguito in città, vale oltre tre miliardi di sterline al netto della ristrutturazione di Stamford Bridge, il Milan campione d’Italia non può valere appena un terzo dei Blues, secondo la cifra offerta da Investcorp (1,1 miliardo di euro). Anche RedBird dovrebbe aggiungere 500 milioni di euro al suo investimento iniziale per una somma totale di 1,8 miliardi.
Nell’aumento di valutazione dei rossoneri è stato calcolato il dato sportivo. La squadra guidata alla vittoria da Stefano Pioli ha una rosa di giovani promettenti che hanno moltiplicato il loro valore di mercato come Rafa Leão, Sandro Tonali, Theo Hernandez, Pierre Kalulu, Brahim Diaz, Fikayo Tomori.
Le ultime giornate del club milanista hanno scatenato una tifoseria fra le più appassionate del mondo con richieste sull’ultima partita in casa contro l’Atalanta intorno a 200 mila biglietti e di oltre 100 mila per la trasferta finale contro il Sassuolo al Mapei stadium di Reggio Emilia, un impianto che può accogliere poco più di 21 mila spettatori. L’Inter di Steven Zhang non è rimasta molto indietro con il tutto esaurito raggiunto e superato nel match di chiusura contro la Sampdoria. I nerazzurri sono già proiettati verso il calciomercato estivo con una serie di colpi ad altissimo livello, da Paulo Dybala al possibile ritorno dell’ariete belga Romelu Lukaku, protagonista dello scudetto 2020-2021.
Si può essere perplessi sulla fiammata inflazionistica in un settore prostrato dal Covid-19, dall’aumento continuo degli ingaggi, dalle commissioni ai procuratori, dagli scandali finanziari e dalla rissosità degli organi dirigenziali. Ma chi segue il calcio business da più di qualche mese sa che la sopravvivenza del sistema è basata sul rilancio continuo, a dispetto della catastrofe prevista, imminente e finora mai avvenuta.
Entra nel vivo la questione del nuovo stadio
Il delirio rossonerazzurro ha riacceso la questione San Siro che il sindaco Beppe Sala ha forse preso sotto gamba dopo avere imboccato la strada dell’abbattimento con ricostruzione disegnata dallo studio di architettura Populous. Gli aficionados che non vogliono demolire la Scala del calcio sono doppiamente bipartisan, nel tifo e per orientamento politico, e includono la coppia iconica Rivera-Mazzola, con l’aggiunta dell’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti, dell’atalantino Vittorio Feltri, consigliere comunale dimissionario di Fratelli d’Italia, dell’ex vicesindaco Pci Luigi Corbani e perfino dei rocker Vasco Rossi e Little Steven.
Nella fase finale della stagione calcistica i club milanesi hanno ripreso in considerazione le ipotesi di orientarsi su altre aree e di abbandonare il Meazza al suo destino. Più facile a dirsi che a farsi. Segrate, San Donato e l’ex Falck di Sesto San Giovanni sono periferiche e non è detto siano disponibili. A Sesto, per esempio, il manager di fede leghista Giuseppe Bonomi aveva a più riprese escluso che l’immobiliare MilanoSesto, titolare dell’area, fosse disponibile all’operazione.
L’incertezza ha come conseguenza immediata uno slittamento nei tempi che minaccia di imitare la telenovela dello stadio dell’As Roma. È già stata abbandonata la speranza di avere un nuovo San Siro per l’inaugurazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026 e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dato appuntamento nel vecchio impianto che poi così vecchio non è. Il Meazza è stato più volte oggetto di ristrutturazioni per venire incontro alle esigenze dei due club. Negli scorsi anni sono aumentati a dismisura gli executive box che vengono affittati alle aziende, la tribuna stampa ha traslocato all’anello superiore e al livello del terreno di gioco, sotto la tribuna autorità, c’è un grande ristorante dove i vip possono guardare il riscaldamento dei calciatori e la partita. La via della ristrutturazione è stata seguita da club prestigiosi, primo fra tutti il più vincente in Europa, il Real Madrid. Il Santiago Bernabéu è ancora in parte impacchettato ma ha ripreso servizio dopo una parentesi in cui le merengues si erano spostate a giocare nel loro centro sportivo di Valdebebas.
Ma Inter e Milan non hanno mai voluto considerare questa ipotesi, con il sostegno del Comune e dei colossi immobiliari desiderosi di sviluppare un’area dove un tempo sorgevano il Palasport e l’ippodromo del trotter. Finito il campionato, il braccio di ferro su San Siro terrà banco quanto il prossimo calciomercato.