Peschici, Gatteo Mare, Alcamo Marina. Ma anche le Maldive del Salento, il Gargano, Ostuni. Sono tantissime le segnalazioni dei lettori che sono arrivate per la nostra campagna sulla vergogna dei litorali inibiti dai privati

Dal comune di Alcamo Marina in provincia di Trapani, in Sicilia, a Lido di Genova, lo stabilimento più grande del capoluogo ligure. Sono tante le segnalazioni ricevute da L’Espresso sulle spiagge negate. Il diritto di accesso al mare viene quotidianamente violato a causa di abusivismo, speculazione edilizia, stabilimenti balneari che bloccano l’ingresso ai passanti, senza averne l’autorità.

 

Tra le regioni peggiori d’Italia, c’è la Puglia: regina delle vacanze degli italiani per l’estate del 2022 per un’indagine di Confcommercio con Swg, è anche quella in cui è più difficile andare al mare senza essere obbligati a affittare ombrellone e lettini o a pagare un ticket d’ingresso, secondo le testimonianze dei lettori che stiamo raccogliendo.

 

 

«Negli ultimi trent’anni, Ostuni è stata vittima dell’abusivismo più becero con conseguenze tristissime per un litorale ormai famoso in tutto il mondo», scrive una lettrice. «Sono andata in Puglia con un'amica di Foggia e mi ha spiegato come molte spiagge siano state privatizzate negli ultimi due decenni e come i proprietari dei residence ne impediscano l'accesso a turisti e abitanti della zona. Ne ricordo in particolare due: la Baia di Campi e quella dei Faraglioni, entrambe nel Gargano», aggiunge un’altra.

 

«Segnalo anche le Maldive del Salento. La spiaggia è mutilata da due giganteschi stabilimenti che rendono la parte libera ormai completamente inesistente. I prezzi per una famiglia media sono abbastanza alti. 50 euro per un ombrellone e due lettini, a qualsiasi ora si arrivi, anche per la mezza giornata. A mio avviso scandaloso», spiega un utente su Instagram.

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«Provate ad andare al mare tra Cozze, una frazione del comune di Mola di Bari e San Vito, frazione di Polignano a Mare. Gli ingressi sono stati nel tempo chiusi. Non ci sono lidi, solo cancelli chiusi e un progetto, per ora bloccato, per una struttura alberghiera», scrive dal suo profilo social una lettrice, come commento alla cartina, realizzata da Legambiente, che evidenzia quali sono i comuni italiani con la maggiore percentuale di spiagge private. Tra questi, in Puglia c’è Peschici con il 74 per cento del litorale in mano ai balneari. Il comune con la percentuale più alta d’Italia è Gatteo, in Emilia-Romagna, con il 100 per cento di spiaggia data in concessione ai privati.

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A proposito, sono in tanti anche quelli che dicono che preferirebbero un litorale libero dagli stabilimenti, «basterebbero bar e ristoranti vicino alla spiaggia, ma senza ombrelloni e lettini ad occuparla», secondo alcuni lettori. Tra questi anche una coppia in vacanza nel Gargano.

«Una delle spiagge che non ti da assolutamente accesso al mare, a meno che tu non prenda l’ombrellone è Baia dei Mergoli. Sembra che qui ce ne siano tantissime così perché hanno costruito tutta la parte sopra il litorale e, quindi, non si riesce a arrivare al mare. Il proprietario di uno stabilimento ci ha bloccati all’ingresso e detto che avremmo dovuto compare un biglietto indispensabile per entrare in spiaggia, che era solo attrezzata. Ce ne siamo andati».