La presidente Alessia Crocini, intervistata da L’Espresso, attacca la leader di Fdi dopo il faccia a faccia con Enrico Letta: «Siamo ancora alla psicoanalisi da banco del pesce»

Qual è l'ingrediente fondamentale di una famiglia? Sembra essere questo uno dei temi della campagna elettorale. Nel botta e risposta tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta, il momento sulle adozioni dei bambini da parte di coppie omogenitoriali è riuscito a rompere le rigide regole del confronto su Corriere.tv. Meloni, rispondendo ad una domanda sui diritti di Luciano Fontana ha spiegato che Fdi non intende cambiare la legge sulle unioni civili ma la leader resta contraria alla possibilità che coppie omogenitoriali adottino dei bambini, perché «un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà». 

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La letteratura scientifica da oltre trent’anni ha fugato le ombre che a più riprese vengono addensate sulle argomentazioni novecentesche: l'orientamento sessuale di padri e madri è ininfluente, piuttosto «è la capacità di fornire cure adeguate e un ambiente di crescita sano e sereno che fa di un genitore un buon genitore».

Intanto nel mondo reale le famiglie arcobaleno aumentano e in Italia, nonostante una mancata legge, vengono riconosciute a colpi di sentenze. Ci sono già migliaia di bambini con due mamme o con due papà», spiega a L’Espresso Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno l’associazione che riunisce le famiglie omogenitoriali in Italia, che dopo aver assistito al faccia a faccia tra i due candidati sentenzia: «Impedire a una persona di diventare genitore per il suo orientamento sessuale non è un’idea ma discriminazione»

Durante il confronto tra il segretario del Partito democratico, Enrico Letta e la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni il tema delle famiglie omogenitoriali ha incendiato i toni, cosa ne pensa?
«La cosa che mi colpisce di più è il modo in cui si parla di omogenitorialità, sia a destra che a sinistra, come di qualcosa che non esiste e che non esisterà mai nel nostro Paese finché si impedirà alle coppie dello stesso sesso di adottare. Peccato che in Italia ci siano già migliaia di bambini con due mamme o due papà».

Una narrazione lontana dalla vita reale
«Si parla di famiglie arcobaleno in modo ideologico, se ne fa un argomento da campagna elettorale, da arena televisiva, sul quale si può essere favorevoli o contrari come se non fosse già una realtà da più di 30 anni».

La distanza non è solo politica ma anche mediatica
«Le dirò: la scorsa settimana una trasmissione mi ha chiesto di aiutarli a trovare una coppia gay per parlare di adozioni in tv, quando ho chiesto chi sarebbero stati gli altri ospiti mi ha risposto candidamente: omosessuali contrari all’adozione per i gay. Le ho chiesto: ma lei inviterebbe mai persone contrarie ai matrimoni tra bianchi e neri? O persone contrarie all’adozione per una coppia musulmana o ebrea? Ecco io ritengo che impedire a una persona di diventare genitore per il suo orientamento sessuale o la sua identità di genere non sia una idea ma una discriminazione. Solo in Italia, Ungheria o Polonia, le destre usano l’omofobia come argomento acchiappavoti, nel resto d’Europa un leader anche conservatore ha posizioni avanzate sui diritti civili».

Meloni si è giustificata dicendo che lei è cresciuta in una famiglia monogenitoriale e cito: “Vuoi dire che mia madre non mi ha amato? Dico che oggi ci sono più coppie che vogliono adottare rispetto a bambini da adottare. Non c'entra niente qui la fobia". Che ne pensa?
«Il modo che Giorgia Meloni ha di misurare il mondo è la sua esperienza personale che dovrebbe diventare il paradigma del diritto di famiglia in Italia: lei si dice infelice di essere stata cresciuta da una madre sola e quindi per questo tutte le famiglie devono avere una mamma e un papà, a garanzia di una felicità da lei immaginata. Ci sono 30 anni di ricerche che dicono che una coppia dello stesso sesso o un genitore single possono essere buoni genitori ma in Italia siamo ancora alla psicoanalisi da banco del pesce. Mi chiedo se tutte quelle madri che, da sempre, crescono da sole i propri figli si sentano rappresentate da questa narrazione. Al contrario di Meloni credo che un genitore single possa essere un ottimo genitore e come Famiglie Arcobaleno ci battiamo per estendere le adozioni anche ai single».

Un’altra obiezione è stata: “Abbiamo molte coppie disposte ad adottare e pochi bambini adottabili”
«Parlare solo di domanda e offerta è cinico. In questa sua visione pone la condizione della coppia uomo/donna come la situazione migliore per un bambino, a suo dire già sfortunato. Prima di tutto definire sfortunati i bambini in stato di adottabilità è già un bollino che non condivido, ma Meloni non si limita a questo e aggiunge ai requisiti del “perfetto genitore” anche la ricchezza».

A questo proposito la leader di Fdi ha aggiunto: “Lo Stato italiano dice anche che per adottare un bambino devi avere determinati requisiti di reddito”. Che ne pensa?
«A questo punto mi chiedo se Fratelli d’Italia impedirà alle persone sotto un certo reddito di mettere al mondo dei figli. E visto che l’Italia è ancora un paese razzista, forse metterà l’essere bianchi come condizione migliore per un bambino, o l’essere abili. Se il papà nella visione dei conservatori deve essere l’uomo, maschio, virile che porta sulle spalle il figlio e gli insegna a giocare a calcio, forse anche un uomo in sedia a ruote per loro non sarebbe la scelta di serie A per un bambino. La realtà dei fatti è che i bambini, di cui le destre si riempiono la bocca per mera propaganda, non gli interessano, a partire da quelli che ogni giorno muoiono in mare o sulle rotte balcaniche per raggiungere il nostro paese».

Che pensa della risposta del segretario del PD, Enrico Letta: “Ai bambini bisogna dare amore. Questa è la cosa principale”.
«Sicuramente l’amore è il motore principale che ti porta a mettere al mondo una creatura ma è la responsabilità a fare di un genitore un buon genitore. E se le destre avessero a cuore i diritti dei minori non impedirebbero a noi genitori LGBTQI+ di riconoscere i nostri figli alla nascita, assumendoci quella responsabilità genitoriale che nel 1975 ha preso il posto della patria potestà tanto cara al fascismo. Non toglierebbero ai nostri figli e figlie i diritti di cittadinanza che hanno i loro amici e compagni di classe. Questo è ciò che io chiamo omofobia di riflesso: si colpiscono i figli per criminalizzare i genitori».