Biglietti a prezzi folli: ormai il concerto rock è una passione per soli ricchi

Roger Waters al Forum di Assago costa 149,50 euro. Per vedere iI Coldplay alla stadio Maradona 103,50 euro. E per Springsteen ci vogliono 105,50 euro. Davvero troppo cari per un mondo di musiche nate e cresciute con una vocazione popolare

A voi sembra normale comprare oggi un biglietto per un concerto che ci sarà nell’estate del 2023? A me non tanto, è una tendenza cresciuta a dismisura negli ultimi anni con punte di distanza tra acquisto ed evento che superano i dodici mesi. È diventata la norma, cioè è diventato normale decidere oggi cosa faremo una certa sera di luglio o di settembre dell’anno prossimo. Ma siamo sicuri che quel giorno potremo, che avremo ancora voglia di andare a quel concerto? E che avremo ancora voglia di andarci con la stessa persona con cui oggi abbiamo acquistato il biglietto? La verità è che questo meccanismo va a toccare la passionalità dei fan, che pur di assicurarsi un posto al concerto della star adorata sono disposti a ipotecare il futuro e a organizzarsi di conseguenza. E c’è una scappatoia. Molti pensano: intanto lo compro, poi se proprio ho un impegno irrinunciabile, lo rivendo on line, e magari ci guadagno anche qualcosa perché a quel punto i biglietti saranno ancora più appetibili. Questo è il meccanismo che alimenta il cosiddetto “secondary ticketing” che fa alzare ulteriormente i prezzi, e qui tocchiamo l’altro tasto dolente della situazione.

 

Parte del mercato della musica sta diventando un affare troppo costoso. I concerti di massa, quelli che richiamano grandi folle, rischiano di diventare se non proprio un evento per ricchi, sicuramente un appuntamento su cui riflettere per chi non ha soldi in avanzo o ha difficoltà a far quadrare i conti a fine mese.

 

Vediamo qualche numero. Guardando le tabelle di Ticketone, per vedere Roger Waters a marzo 2023 al Forum di Assago ci vogliono 149,50 euro. Per vedere i Coldplay alla stadio Maradona sono stati sborsati 103,50 euro per il prato e 172,50 per il primo settore numerato. Per vedere Springsteen al Circo Massimo di Roma a maggio 2023 ci vogliono 105,50 euro.

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E non stiamo parlando di teatri con poltrone comode e distanze ravvicinate dal palco, stiamo parlando di stadi, arene enormi che sono da una parte luoghi ad alto tasso di esaltazione, è vero, ma che andrebbero valutati per quello che sono, luoghi dove oltretutto si accumulano decine di migliaia di persone e quindi sicuramente i guadagni per gli artisti sarebbero abbondantemente assicurati anche a prezzi lievemente più contenuti. Per non dire che i soldi glieli stiamo dando con un anno di anticipo.

 

Diranno che gli allestimenti sono costosissimi, diranno che la richiesta c’è ed è una normale dinamica di mercato, diranno che dopo le difficoltà della pandemia il settore ha bisogno di riprendersi (e su questo niente da dire), diranno che i prezzi sono allineati al resto del mondo. Tutto vero, ma la questione rimane: i biglietti cominciano a essere davvero troppo cari per un mondo di musiche nate e cresciute con una vocazione popolare, che sono vicine alla gente comune, e forse almeno su questo una riflessione sarebbe particolarmente gradita.

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