Gabbiani e orsi sui profili social: la protesta dei rampelliani contro Giorgia Meloni

Dopo la decisione della leader di Fratelli d'Italia di commissariare il coordinatore di Roma Massimo Milani, chi è vicino a Fabio Rampelli mette in rete immagini-simbolo della comunità della destra di Colle Oppio. Mentre lui scrive dell'orsetto investito a Castel di Sangro: «Tanti Juan Carrito nasceranno e si riprodurranno»

Non solo gabbiani, ma pure orsi marsicani. Scaraventati (simbolicamente) contro Giorgia Meloni e contro la sua scelta di commissariare la federazione di Roma, ai danni di fatto di Fabio Rampelli, già mentore della sorella d'Italia, capo della corrente dei gabbiani cui appartiene l'ex coordinatore capitolino Massimo Milani. Sui social serpeggia infatti la polemica, sorniona e sottotraccia, mentre nelle dichiarazioni ufficiali è tutto molto british. E al massimo è proprio l'ex coordinatore Milani, sostituito con Giovanni Donzelli per volere della leader, che si difende dalle accuse di aver utilizzato gli strumenti del partito per sostenere un evento della propria corrente, quello tenutosi al teatro Brancaccio domenica scorsa: «Una scusa per farmi fuori», ha detto al Foglio.

 

A raccontare il clima si prestano meglio i profili social dei cosiddetti Gabbiani, la corrente-comunità che Rampelli guida dagli anni Ottanta. Gabbiani in volo - disegnati o fotografati - sono comparsi nelle foto di vari profili e nei commenti alla vicenda, e un accorto dissenso si è diffuso via post. Spicca in particolare quello di Gloria Sabatini, moglie del vicepresidente della Camera che - appena avuto la notizia del commissariamento - ha messo in copertina una foto della mattinata al Brancaccio che ha fatto da sparo di Sarajevo: in bella vista, uno striscione con sopra scritto "Colle Oppio", la sezione dei Gabbiani.

Due giorni dopo, evidentemente a seguito di qualche protesta o sopracciglio alzato, Sabatini ha sostituito l'immagine di copertina con un'altra, scattata (da Alfredo Gasparini) sempre al Brancaccio domenica 22 gennaio, Rampelli in prima fila accanto al candidato per la regione Lazio Francesco Rocca, accompagnata dalla scritta: «Chissà se questa andrà bene... “Sorvegliata” dalla Spectre. Manco fossi la Ferragni». La prima versione non era piaciuta, si deduce. Infine, sempre Sabatini ha fatto la terza modifica: ora in copertina figura l'incontro della Comunità per l'ultimo solstizio, a dicembre 2022. Restano i commenti, come quello di Lorenzo Borrè, l'avvocato dei grillini espulsi dal Movimento, cresciuto a suo tempo nei gabbiani, che domandava a Sabatini: «Che fai, spigni?». E lei: «Sempre!». «Non si può fermare il vento con le mani», è un altro commento che ricorre più volte.

Assai più british lo stesso Rampelli. Prima di riprendere con la consueta pubblicazione dei post sull'attività politica, ha commentato indirettamente il commissariamento parlando dell'orso che girava per i paesini dell'abruzzo: «L'orsetto più amato dagli italiani, Juan Carrito, non ce l’ha fatta. Un territorio rimasto incontaminato non ha potuto fermare un’auto che l’ha investito a Castel di Sangro. Per quante vittime possa fare, la modernità va tenuta a briglia, non rifiutata. È il raggiungimento dell’equilibrio la meta, in bilico perenne tra comunità e società. Tanti Juan Carrito nasceranno e si riprodurranno». Una specie di bonaria minaccia.

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