Una donna di pace, una pacata discussione competente, musica, un filo di leggerezza, un desiderio senza astio di guardarsi intorno. Fabio Fazio è tornato a dirigere la sua morbida sinfonia di intrattenimento domenicale da servizio pubblico, senza note fuori posto. E senza servizio pubblico. Che la Rai abbia voluto rinunciare a un programma come Che tempo che fa risulta ancora più incomprensibile dopo i risultati del debutto. 2, 1 milioni e 10,5 per cento di share nella prima parte, 8 per cento per il cosiddetto tavolo e solo guardando gli ascolti sul Nove. Sommando le altre reti in cui è andato in onda in simultanea si arriva al 13 per cento e 2,6 milioni di spettatori, il programma più visto da sempre su Discovery.
Numeri importanti che fanno sentire la sua mancanza da Rai Tre come una voragine rumorosa. Due milioni e seicentomila persone, che hanno aspettato pazienti che il programma trovasse una nuova collocazione senza stravolgere di una virgola la sua identità di pulizia informativa, pesci compresi. Un pubblico che ha potuto così ascoltare Liliana Segre parlare con eleganza straziante di odio, «l'odio dimostrato da ambo le parti è una cosa terribile che non mi fa dormire e mi fa sentire incapace e impossibilitata a fare niente per nessuno».
Due milioni e seicentomila persone che sono state costrette a scegliere di non seguire l’inchiesta di Report su come si stia sbriciolando la sanità pubblica, perché la fatidica domenica televisiva è diventata la finestra da riempire, e pazienza se a sacrificarsi è il miglior programma di inchiesta a disposizione. Intanto dalle parti di viale Mazzini per amor di share si continua a invitare Fabrizio Corona ,con un’ostinazione violenta che comincia ad assimigliare all’accanimento, e ci si chiede a chi penserà Nunzia De Girolamo per la prossima di Avanti Popolo se dovesse fallire l’obbiettivo anche con le “rivelazioni choc” del discutibile paparazzo.
Eppure ieri sera è stato dimostrato che c’è chi ancora preferisce ascoltare la senatrice parlare di mitezza. Ma vaglielo a spiegare.