CHI SALE
JANNIK SINNER
Affrontare a ventidue anni il re del tennis – conservando il sangue freddo e la potenza della battuta per tre ore e nove minuti – riuscendo nell’impresa di fargli lasciare il campo da sconfitto. Chi ha assistito al duello epico tra Sinner e Djokovic nella notte magica delle Atp Finals non dimenticherà il match tra l’uomo che batte tutti e il ragazzo che non ha paura di nessuno, né la profezia di Adriano Panatta: «Jannik diventerà il prossimo numero uno del mondo e lo resterà a lungo».
PAOLA CORTELLESI
Sarà anche vero che la trama è un po’ troppo sbilanciata sul finale a sorpresa – che però funziona, visto che puntualmente scatta l’applauso – ma il primo film da regista di Paola Cortellesi non solo è il film italiano più visto dell’anno, ma ha già superato al botteghino i film d’esordio dei suoi colleghi maschi. Il successo di questa sorprendente pellicola in bianco e nero è dunque il meritato premio a una donna che ha avuto coraggio. Come la protagonista del suo film.
DAVID CAMERON
Alle porte girevoli della politica noi italiani siamo abituati da sempre, ma nel Regno Unito un premier non è mai tornato a Downing Street come ministro degli Esteri. È dunque una novità il rientro in campo di David Cameron, l’uomo che sette anni fa – sconfitto al referendum sulla Brexit – lasciò il governo, il partito e la politica e adesso, a 57 anni, è stato richiamato da Rishi Sunak. E ora c’è chi dice che potrebbe essere lui il candidato dei Tories alle Politiche del 2024.
CHI SCENDE
FABIO FAZIO
Trasformando il suo programma nel Beppe Grillo Show e lasciando al fondatore del Movimento 5 Stelle la libertà di dire qualunque cosa – compreso l’attacco all’avvocata della ragazza che ha denunciato suo figlio Ciro per stupro – ha stabilito il record di ascolti per il Nove, ma è riuscito nella non facile impresa di far apparire l’intervista che Bruno Vespa fece nove anni fa al comico genovese un interrogatorio di terzo grado, in confronto a quella che (non) gli ha fatto lui.
GIUSEPPE CONTE
Lui ha fatto finta che quello scherzasse, e pensava di cavarsela definendolo «un mattatore», ma Grillo – nel suo show a “Che tempo che fa” – lo ha liquidato come un gagà farfugliante: «Era un bell’uomo, parlava e si capiva poco, era perfetto». Nonostante i 300 mila euro che Conte gli paga ogni anno, ancora una volta è riemersa la scarsa stima del fondatore del Movimento nei confronti dell’uomo che già al momento della sua elezione definì «senza visione politica né capacità manageriali».
MELVIN SCHLEIN
A ottantaquattro anni, l’ex professore di Scienza politica della Franklin University di Lugano ha senza dubbio tutto il diritto di dire quello che pensa, ma finché sua figlia sarà la segretaria del Pd forse la aiuterebbe di più – come padre – se evitasse di intervenire sull’attualità. Dicendo, per esempio, che lui «crede poco» alla soluzione «due popoli, due Stati» che invece Elly sostiene per la Palestina. La risposta più saggia, per i congiunti dei leader, è sempre «no comment».