L’Onu usa l’articolo 99 per chiedere il cessate il fuoco Gaza. Tensione tra Venezuela e Guyana lungo il confine. Gli Usa bloccano i fondi per Kiev. In Iran aumentano le esecuzioni. In Germania chi vuole la cittadinanza deve sostenere il diritto di esistere di Israele. Ecco i fatti della settimana

Panama, la vittoria degli ambientalisti
Dopo 40 giorni di proteste, 1.274 arresti e 4 morti, la Corte suprema all’unanimità ha dichiarato incostituzionale il contratto firmato dal governo di Laurentino Cortizo che autorizzava la Minera Panamá a sfruttare per altri vent’anni, prorogabili per ulteriori venti, la più grande miniera di rame a cielo aperto dell’America Centrale. Che, come denunciavano i residenti, era la causa di enormi danni ambientali in una delle aree più ricche di biodiversità del pianeta. «Sí se pudo», hanno gridato cittadini che sono scesi per le strade di tutto il paese, per celebrare la vittoria.

 

Gaza, invocato l'articolo 99
Dopo numerosi appelli per il cessate il fuoco, António Guterres, il segretario generale dell’Onu, ha preso una posizione netta. E deciso di utilizzare le vie formali per fermare il conflitto tra Israele e Hamas. Ha utilizzato lo strumento diplomatico più potente che ha a disposizione per portare all’attenzione qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale: «Ho appena invocato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, per la prima volta nel mio mandato di segretario generale. Di fronte al grave rischio di collasso del sistema umanitario a Gaza, esorto il Consiglio a contribuire a evitare una catastrofe umanitaria e faccio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario», ha scritto su X. Israele ha risposto con aggressività: l’ambasciatore di Tel Aviv alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha detto che si tratta dell’ «ennesima prova» della «distorsione morale» di Guterres, che ha »pregiudizi contro Israele».

 

Perù, Fujimori libero
Alberto Fujimori, l’ex presidente (e dittatore) del Perù, è uscito dal carcere di Barbadillo dove stava scontando una condanna a 25 anni per corruzione e per aver ordinato due massacri negli anni ’90. È stato scarcerato oggi dopo che la Corte costituzionale ha approvato una risoluzione favorevole al suo rilascio. Anche se la Corte interamericana dei diritti dell’uomo aveva chiesto allo Stato peruviano di «astenersi dall’eseguire l’ordine». Perché Fujimori rimane una figura altamente controversa in Perù: i suoi sostenitori pensano abbia il merito di aver spento il movimento Sendero Luminoso e di aver rimesso in ordine l’economia dopo l’iperinflazione dilagante. Molti altri credono che abbia governato come un dittatore, violando più volte i diritti umani. 

 

Il Venezuela annette la Guayana Esequiba
Per il presidente Nicolás Maduro, è una questione di identità nazionale. Ma probabilmente è anche perché si tratta di una terra ricca di risorse naturali. Così a seguito del risultato del referendum che si è tenuto domenica 3 dicembre, il Venezuela si prepara a incorporare nel territorio nazionale la Guayana Esequiba. Ma la Guayana si oppone. Così pericolose tensioni crescono lungo il confine tra i due Stati. Tanto che anche il Brasile rafforza la presenza dei propri soldati sulla frontiera tra i due Paesi. Mentre, da un lato Maduro chiede al Parlamento di varare una legge in cui si dichiara la regione contesa, la Guayana Esequiba, il 24esimo Stato della Federazione Venezuelana. Dall’altro, il presidente della Guyana intende convolvere nella ricerca di una soluzione anche il Consiglio di Sicurezza dell’ Onu.

 

Usa, bloccati i fondi per Kiev
Proprio come avevano annunciato, il 6 dicembre i Repubblicani hanno bloccato il disegno di legge sulle spesa di emergenza per finanziare la guerra in Ucraina. Chiedendo in cambio del sostegno a Kiev nuove restrizioni lungo i confini degli Stati Uniti contro i migranti. Come scrive il New York Times, il voto fallito ha evidenziato il calo del sostegno degli Stati Uniti nel continuare a finanziare lo sforzo bellico dell’Ucraina in un momento pericoloso del conflitto, con la controffensiva di Kiev che non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi e le forze russe all’offensiva.

 

Ucraina, la situazione è critica
Con le temperature che scendono sotto lo zero, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che «l’inverno nel suo complesso è una nuova fase della guerra». E ha chiesto il rafforzamento delle linee difensive. Ma i soldati sono stanchi e le loro famiglie vorrebbero la definizione di periodi fissi al fronte al posto del servizio militare al tempo indeterminato. Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha ammesso che l’Ucraina si trova in una «situazione critica» e che in futuro bisognerà essere «preparati anche alle cattive notizie». Senza, però, togliere il sostegno dell’Alleanza al Paese di Zelensky.

 

In Iran aumentano le esecuzioni
Secondo i dati raccolti da più organizzazioni per i diritti umani, in Iran c’è stato un aumento allarmante delle esecuzioni dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas.  Sarebbero 127 le persone, tra cui donne e bambini, giustiziate dal regime dagli attacchi del 7 ottobre. «Dall’inizio della guerra, c’è stata poca attenzione a livello internazionale sulla situazione dei diritti umani in Iran, e non c’è stata alcuna risposta sostanziale al significativo aumento delle esecuzioni”, ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di  Iran Human Right, che ha aggiunto che la sua organizzazione ha registrato il doppio del numero di esecuzioni in ottobre e novembre rispetto ad agosto e settembre.

 

Germania, per la cittadinanza serve dichiarare il diritto di esistere di Israele
«Ottenere la cittadinanza tedesca richiede l’impegno a garantire il diritto di Israele ad esistere», si legge nel nuovo decreto del Ministero degli Interni dello Stato della Sassonia-Anhalt, nella Germania orientale, che ha reso obbligatorio per chi richiede la cittadinanza esprimere il proprio sostegno al diritto di esistere di Israele. I richiedenti devono fornire una dichiarazione scritta prima che i loro documenti siano finalizzati. Per la ministra degli Interni, Tamara Zieschang, si tratta di un modo per indicare se il richiedente ha opinioni antisemite.

 

Filippine, terremoti e attentati
«Siamo terrorizzati perché ci sono molte scosse di assestamento», ha detto alla televisione Dzbb Alex Arana, capo dell’agenzia di gestione dei disastri nella provincia di Surigao del Sur. Arrivano dopo il terremoto di magnitudo 6,6 del 3 dicembre, preceduto da un altro di magnitudo 7,6. È rientrato l’allarme tsunami che stava contribuendo a gettare il Paese nel panico, ma l’allerta resta altra. Intanto a Mindao, nel sud delle Filippine, l’Isis ha rivendicato un attentato compiuto dentro una chiesa durante le celebrazioni della messa. «I soldati del califfato hanno fatto esplodere un ordigno esplosivo in un grande raduno di cristiani nella città di Marawi», ha detto il gruppo in un comunicato diffuso su  Telegram. L’esplosione ha causato quattro morti e 42 feriti.

 

Guinea Bissau, sciolto il parlamento
Il presidente della Guinea-Bissau, Umaro Sissoco Embaló, ha annunciato lunedì 4 dicembre lo scioglimento del parlamento dominato dall’opposizione, per la seconda volta da quando è entrato in carica nel 2020. Dopo gli scontri violenti che ci sono stati nella capitale Bissau tra due fazioni dell’esercito. Come ha riferito l’agenzia di stampa portoghese Lusa il presidente ha anche detto che ci saranno nuove elezioni. Ma non è chiaro quando. Per Domingos Simões Pereira, il principale oppositore del presidente, lo scioglimento dell’assemblea è incostituzionale.