Bugie nella rete
Fare annullare la multa dell'autovelox: quella pericolosa bugia acchiappa clic
Secondo alcuni siti, farsi cancellare la sanzione è possibile. Ma, per attirare visitatori, non citano correttamente una sentenza della Cassazione
Sono parecchi, in Italia, i siti che si occupano di automobili e automobilisti. Alcuni sono molto attendibili, altri molto meno, purtroppo. Noi ne abbiamo scovati un paio abbastanza bizzarri. Lascio ai lettori il piacere di cercarli nel mare magnum della Rete. In questi siti, però, ci sono titoli e articoli che riescono davvero ad attirare la nostra l’attenzione. Ma lo fanno, a nostro avviso, con parole quanto meno ingannevoli, almeno per un occhio poco esperto o distratto dalla velocità con cui si guardano le notizie. Possiamo spingerci nel dire che sembrano proprio delle bugie.
Ecco due titoli che abbiamo scovato sullo stesso tema: velocità e multe. Il primo è del settembre 2023, “Autovelox tutti illegittimi: la sentenza rivoluzionaria della Cassazione”. Qui è veramente difficile resistere alla tentazione di cliccare sul titolo e leggere. E l’altro: “Autovelox, il cartello va segnalato un km prima, altrimenti la multa può essere annullata”. A questo punto diventa insopprimibile il desiderio di scoprire cosa succede e condividere subito dopo con gli amici l’articolo. Immagino già milioni di italiani pronti a cercare quell’odiosa multa presa per eccesso di velocità e, gongolanti, pensare al ricorso.
Nel sommario del primo articolo, poi, si specifica che si tratta di una sentenza della Suprema Corte: la Cassazione ci ha reso giustizia! E si parla del rilevatore automatico di velocità (l’odiosa macchinetta che ci scatta una foto quando, almeno secondo ogni guidatore del mondo, stiamo superando leggermente, di pochissimo, quel limite di velocità intollerabile). All’interno, l’articolo prosegue così: «Conta la distanza, cioè quella tra l’ultimo cartello che avvisa della presenza dell’autovelox e il macchinario stesso, che deve essere almeno ad un km di distanza, altrimenti la multa è annullata». Si cita una sentenza della Cassazione del 23 agosto 2023 con dovizia di particolari.
Così ci siamo incuriositi, sarà proprio così? Vi riassumo in breve i fatti che hanno portato alla sentenza e la sentenza stessa. Un privato cittadino ricorre al giudice di pace per una multa ricevuta per eccesso di velocità. Perde in primo grado, fa appello e vince. L’amministrazione (che aveva inflitto la multa) ricorre in Cassazione, ma il privato cittadino contro-ricorre e alla fine vince: non pagherà la multa. Ma qui viene il bello.
Perché il cittadino non paga la multa? Forse perché, come si dice nei titoli citati, il cartello che segnala la presenza dell’autovelox era a meno di un km dal macchinario stesso? La risposta è netta: no. Nella sentenza, infatti, si specifica che il ricorrente (il privato cittadino) faceva valere l’omesso rispetto della distanza minima di un chilometro tra il segnale di limite di velocità e l’autovelox. Quindi, la distanza di un km non riguarda il cartello che segnala la presenza dell’autovelox e l’odiata macchinetta, ma fa riferimento al cartello che indica i limiti di velocità. Le bugie hanno le gambe molto corte e il naso molto lungo, ma in questo caso un insegnamento possono darcelo: Cassazione o non Cassazione, cerchiamo di guidare rispettando i limiti di velocità e rispettiamo i limiti di velocità anche nel condividere le bufale della Rete.