Un gruppo di caprioli e l’attacco dei predatori. In Valdichiana, ma è allarme anche altrove: i branchi si avvicinano troppo alle case

Ho visto il lupo. Per la verità erano due e belli grossi. Sono stata fortunata perché oltre e vederli da vicino, ho potuto assistere ad una vera azione di caccia. Abito in Valdichiana, in Toscana. Una zona di pianura molto antropizzata, senza boschi e con tanti campi coltivati: il paradiso dei fagiani e un tempo delle starne. A gennaio un piccolo branco di caprioli si è trasferito nell’oliveta davanti al giardino della mia casa.

 

Se da una parte mi faceva piacere vedere i loro occhi languidi e le orecchie a padella spuntare tra l’erba mentre sonnecchiavano ancora, dall’altra mi risuonava nella testa l’avvertimento di un agronomo forestale esperto in animali selvatici che avevo intervistato dieci anni fa. «Ricordati che quando la selvaggina si avvicina troppo ai centri abitati, vuol dire che dietro ci sono i predatori, cioè i lupi». Aveva ragione.

 

Ero a casa con la porta finestra aperta perché il sole era abbastanza tiepido nonostante fosse gennaio. Erano circa le dieci di mattina e stavo bevendo l’ennesimo caffè nel tentativo di schiarirmi le idee per affrontare la lunga giornata piena di impegni. Ad un certo punto i cani hanno cominciato ad abbaiare in quel modo che ti dà il senso di un pericolo imminente. Sono corsa fuori e ho visto i lupi. Hanno accerchiato i caprioli che hanno cominciato a scappare in ogni direzione. Il meno fortunato ha tentato con un balzo di sfuggire al suo carnefice, senza riuscirci. Il lupo è stato più veloce lo ha agguantato al costato, atterrandolo. Intanto l’altro ha inseguito il resto del branco nella direzione opposta. Non sto a dirvi come mi sono sentita in quei momenti. Non ho idea neanche di quanti minuti o secondi siano passati. Avevo il cuore in gola, mi scendevano le lacrime, avevo paura e allo stesso tempo ero emozionata. Ero come avvolta in una tempesta di sensazioni e non riuscivo a muovermi. Intanto il lupo, quello più grosso, che aveva inseguito il branco, è tornato indietro. Si è soffermato a guardarci senza interesse e ha proseguito verso il suo compagno che stava trascinando via la preda. Da quel giorno non siamo più usciti a fare le nostre lunghe passeggiate in campagna.

 

Il mio non è stato un episodio isolato. Emilia Romagna e Toscana detengono il record di presenza del grande predatore: da sei a dieci esemplari ogni cento chilometri quadrati. Ad Arezzo si è tenuto un tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto. Il consiglio è quello di starsene al chiuso, uscire con i cani al guinzaglio, tenere tutto sprangato. In poche parole siamo prigionieri in casa.

 

CAREZZE...
Il Canis Lupus è una specie particolarmente protetta da molte leggi internazionali. Convenzione di Berna del 1979; Direttiva Habitat 92/43/CEE recepita in Italia con il DPR 8 settembre 1997 n357; legge 157 del 1992 sulla caccia.

 

...E GRAFFI
Non cercare di fare amicizia con i lupi. Non lasciare loro cibo a disposizione. Non lasciare animali domestici liberi la notte in aree non protette. A passeggio nei boschi o nelle campagne, tenere sempre il cane al guinzaglio.

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