Nel Partito Democratico, prima di pensare a organigrammi e strategie, esultano: «Elly ha annunciato la riapertura del tesseramento e si sono registrati più di 3 mila iscritti in meno di 24 ore, la base sta tornando». È l'indicazione di una rotta di un Pd che «non vuole essere solo un partito degli eletti o dei dirigenti, ma che torni a essere dei militanti», fanno trapelare dai nuovi vertici del Pd.
Tra i nuovi iscritti ci sono anche tanti che avevano lasciato il partito in dissenso con la linea renziana, come la stessa neo-segretaria. E poi ci sono persone che si avvicinano per la prima volta a un partito, ma non solo. Sono di sinistra ma anche dell’altra sinistra, quella che ha sempre guardato con sospetto questo partito di eredità novecentesca ridotto a un condominio rissoso pieno di correnti. L’effetto Schlein coinvolge un po’ tutti.
Ci sono i giovani innanzitutto, la generazione dei Fridays For Future, delle piazze per il ddl Zan e delle proteste studentesche: «Per me è la prima volta. Ma Elly parla di qualcosa che finalmente ci riguarda. Di futuro, presente. Diritti sociali e civili che si devono tenere insieme. Lo vivo come un inizio di una nuova avventura», racconta Elisa 19 anni, studentessa. Federica ha invece 48 anni iscritta al Partito Democratico sino dalla nascita: «Poi all’arrivo di Renzi ho smesso», e racconta la disillusione, la distanza da partito personale, chiuso, lontano. «C'era una classe dirigente che utilizzava la parola sinistra senza imbarazzo ormai solo per indicare dove si trovava il bagno. Ho continuato a votare, seppure con qualche dubbio ma non era casa». Il suo tesseramento è un ritorno: «Credo che Schlein possa dare spinta di innovazione al Pd. Sono particolarmente sensibile ai temi della transizione ecologica e digitale, credo sia importante avere una strategia per governarle».
Giziana di anni ne ha 55, una vita a sinistra: «Tra piazze e movimenti ma non mi sono mai sentita rappresentata da un partito. Adesso sento di aver ritrovato la mia casa politica con Elly Schlein. La sua visione politica economica e sociale mi appartiene, siamo in un momento della storia in cui si scontrano due modelli di società e di pensiero contrastanti tra loro. So da che parte voglio stare, dalla parte di chi vuole costruire, accogliere, sostenere, valorizzare. Dalla parte di chi crede nell’uguaglianza e si batte per una società giusta. Lei da Fazio ha chiesto alle persone che l’han votata di tesserarsi, io ho creduto sin da subito in una sua vittoria. Voglio essere parte di questo cambiamento e sostenerla in maniera concreta. Dentro questa tessera c’è tutta la mia speranza».
Sandro invece, al tesseramento ci pensa. Ha 61 anni e fa il sindacalista: «La mia unica iscrizione a un partito è stata a vent’anni al partito radicale quando ancora si collocava a sinistra». Dopo 40 anni, il tempo di una vita, potrebbe aver ritrovato una casa politica: «Credo che la sinistra, o perlomeno il centrosinistra, abbia necessità di una scossa che da un lato lo sottragga sui temi del welfare da un deriva “moderatista” che spesso ha sfumato le differenze col centrodestra negli ultimi decenni. Dall’altra parte sui temi più “nuovi” (diritti, precariato, ecologia) credo che serva una generazione politica sintonizzata con l’attualità e non con posizioni anche in quel caso moderate e novecentesche. Credo che questo esito congressuale possa dare quella scossa salutare».
Ma non è tutto luce. Sarà la sfida della segretaria convincere quelli che non credono più a niente e quelli che si sentono messi alla porta da chi è ancora alla dirigenza del Partito, come spiega Roberto: «Avrei voluto iscrivermi. Poi per caso ho letto che Deborah Serracchiani giudica favorevolmente i miseri 375 euro del nuovo Reddito di Cittadinanza e ho capito che questi soggetti privilegiati di pseudo-sinistra non meritano nemmeno i miei soldi e il mio tempo». Alessandro, uomo di sinistra, vive a Bologna: «Ci siamo cascati ad iscriverci al Pd dopo l’elezione di Zingaretti. Poi Zingaretti lo misero all’angolo e a Bologna sei mesi fa ci hanno candidato Casini. E ce ne siamo andati. Ancora a Bologna pare entri nel Pd quel personaggio indicibile di Max Bugani ex 5 stelle. Ancora spadroneggiano poi personaggi renziani. Come si fa a rifidarsi?». Chi si è fidato ed è caduto non si fida più.