Politica
19 luglio, 2025La misura prende esempio dalla Toscana. La sindaca Salis: "Misura concreta per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici. Non è una voce di bilancio da tagliare, dà dignità alla nostra città"
Genova ha approvato la delibera sul salario minimo. La giunta di Silvia Salis, il 17 luglio, ha approvato un provvedimento che consiste nell'alzare a 9 euro lordi l'ora il tetto minimo salariale per le imprese che avranno appalti con il Comune, prendendo esempio da quanto già fatto dalla Regione Toscana.
"Genova avrà un salario minimo. Abbiamo portato in Giunta una delibera che ha un valore non solo simbolico, ma è una misura concreta per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici", afferma la neo-eletta sindaca del capoluogo ligure, in un video pubblicato sui suoi social. Per questo, in tutti gli appalti e concessioni comunali ci sarà un principio "chiaro", come lo definisce Salis: "Il contratto collettivo nazionale applicato dovrà essere quello stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative. Per la prima volta, in caso di gara con aggiudicazione sulla base della qualità, i partecipanti saranno valutati anche sull’impegno a garantire al proprio personale almeno 9 euro lordi all’ora. È una soglia minima. Ma è un passo reale, concreto", ribadisce.
Lo scopo dell'amministrazione Salis è soprattutto tutelare quei settori dove "il potere contrattuale è più debole" tramite "tavoli tematici con sindacati e associazioni datoriali", verificando che "i contratti siano quelli giusti". Ma non basta: "Costruiremo protocolli di intesa per garantire tutele nei settori più fragili", promette la prima cittadina. "Le stazioni appaltanti, e i subappaltatori, dovranno garantire gli stessi livelli di tutela e retribuzione. E i contratti diversi saranno accettati solo se equivalenti in diritti e condizioni. Genova deve essere un esempio. Il lavoro non è una voce di bilancio da tagliare. È ciò che dà dignità alla nostra città".
Stessa opinione espressa dall'assessore alle politiche del lavoro e dei rapporti con le organizzazioni sindacali, Emilio Robotti: "Questa delibera ha un valore simbolico, ma segna anche una pagina nuova della città, con questa delibera si mette un freno al lavoro povero". La misura non comporterà per il Comune una spesa immediata, "dal momento dell'adozione gli uffici si dovranno attrezzare per farla rispettare".
Il documento, che riguarderà soltanto i settori in cui i salari sono più bassi, prevede anche una serie di protocolli con sindacati e parti datoriali su sicurezza del lavoro, politiche di genere e discriminazioni.
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