Il Comune di Milano ha notificato ai due agenti coinvolti nel pestaggio di Bruna, la donna trans manganellata in stato di fermo, gli avvisi di «addebito disciplinare».
Sono due principalmente i fatti che vengono contestati agli agenti: il fatto che siano intervenuti "autonomamente”, ma soprattutto, come documentato dai video usciti subito dopo il pestaggio, il fatto di aver utilizzato il bastone distanziatore per colpire la donna. Una manganellata alla testa e poi alle costole.
Iniziativa personale
«D’iniziativa, senza informare la centrale operativa e averne autorizzazione» i vigili si sono recati in via Giacosa (dove era stata chiesta una pattuglia di supporto dai colleghi che non riuscivano a convincere la trans a salire sulla macchina) «abbandonando così il servizio interforze che era stato assegnato». Il comportamento dei due agenti «non risulta conforme alle procedure d’intervento previste per le pattuglie».
Bastone distanziatore usato come arma
Ma, come riporta la cronaca locale, sono le scene immortalate dai video degli studenti dell’università Bocconi a mettere in una posizione ancora più difficile gli agenti. In uno si vede il primo agente mentre colpisce Bruna con violenza. «Sulla base delle immagini video emerge che il vigile abbia utilizzato in più frangenti il bastone distanziatore, strumento di autodifesa individuale coprendo con lo stesso il fermato in diverse parti del corpo, fra cui il capo e, ciò nonostante, nell’insegnamento impartito al personale in occasione dei corsi di tecniche operative, siano vietati i colpi alla testa». Quindi con tale comportamento un agente (non il suo collega) ha «violato le norme che impongono agli appartenenti al corpo di polizia locale di mantenere un contegno irreprensibile e corretto, operando con senso di responsabilità in modo da riscuotere sempre la stima, il rispetto e la fiducia della collettività».
Immagine del corpo di polizia lesa
Infine il vigile autore del pestaggio viene accusato di aver «leso l’immagine del corpo di polizia locale e dell’amministrazione comunale, amplificato dall’ampia diffusione a mezzo stampa e rilevanza mediatica dei fatti accaduti». I due agenti sono convocati il 25 luglio per presentare la propria difesa. Gli agenti coinvolti sono già stati denunciati dalla donna per tortura aggravata dalla discriminazione razziale, lesioni aggravate dall'abuso di potere e minacce aggravate.