«È questa la nuova aria che si respira. Mai visto una cosa del genere» denuncia Alessia Crocini, presidente di Fa. Pochi giorni prima i volantini di Forza Nuova: “Inclinazioni disordinate. Siete un’offesa alla castità”

Adesivi strappati, sputi sulla folla, bambini impauriti. Il 24 giugno, a fine giornata dell’Abruzzo Pride 2023 a Chieti, tremila persone in corteo, questo è quello che resta. A denunciarlo Famiglie Arcobaleno e Abruzzo Pride: «Un gruppo di matrice chiaramente fascista ha attaccato verbalmente le Famiglie Arcobaleno presenti all’evento, insieme alle loro bambine e ai loro bambini. In seguito, recandosi verso le loro macchine, si sono imbattute nelle stesse persone, per cui sono dovute intervenire le Forze dell’Ordine, le quali hanno scortato queste famiglie fino alle loro automobili».

 

Infiltrati tra la folla per minacciare e impaurire, anche i figli delle coppie omogenitoriali. A raccontare a L’Espresso l’accaduto è la Presidente dell’associazione di genitori omosessuali, Alessia Crocini, anche lei presente insieme a una delegazione romana di coppie omogenitoriali, lì a dare manforte, dove serve, nelle piccole città che più di altre hanno bisogno di visibilità e sostegno: «Non mi era mai successo in decenni di Pride. È una questione di clima quella che fa la differenza: è l'aria che si respira in questi ultimi tempi - racconta – Avevo già individuato durante il corteo un gruppuscolo di destra, ragazzi molto giovani. Del resto prima qualcuno aveva preparato il terreno». La manifestazione per i diritti nella città era stata preceduta dai banchetti di protesta allestiti da Forza Nuova con volantini che riportavano frasi come: «Chieti ha bisogni di figli e sostegno alle famiglie tradizionali. Non di manifestazioni omosessuali» ma anche: «Le inclinazioni omosessuali sono gravemente disordinate. Forza Nuova si schiera contro le manifestazioni anti-cattoliche note come Gay Pride. Il nostro movimento non può tollerare ciò che rappresenta offesa alla castità e chiede alla cittadinanza di unirsi nella protesta». E ancora il rifiuto da parte di una compagnia di bus-navetta al comitato organizzatore che aveva fatto richiesta di noleggiare a pagamento un mezzo per collegare il centro storico di Chieti alla stazione ferroviaria di Chieti Scalo. («Noi portiamo la gente dal Santo Padre e ai concerti, non portiamo depravati»).

 

«Ho fatto centinaia di Pride non ho mai visto nulla del genere. In Italia, nel 2023, un Pride sorvegliato dalla Polizia per garantirne l’incolumità dei partecipanti non sembra immaginabile», racconta la presidente di Famiglia Arcobaleno: «Una coppia di mamme a fine corte si è scambiata un bacio e lì sono partiti gli insulti da un gruppo di sei ragazzi. Durante il nostro intervento venivamo contestati. Ma la cosa peggiore è arrivata dopo. Eravamo sei adulti e due bambini. Siamo usciti dalle zone presidiate dalle Forze dell’ordine per raggiungere le macchine che si trovavano a un chilometro dall’arrivo. Le persone che ci avevano insultato per tutto il tempo si erano fatte trovare lì vicino, in una strada buia, e hanno iniziato con le provocazioni, le battute, gli insulti. Non sapevamo come fare, eravamo con i nostri figli. Abbiamo deciso così di chiedere aiuto ad Arcigay che ha fatto intervenire la polizia che ci ha dovuto scortare fino alle auto. I bambini erano spaventati. Gli abbiamo spiegato che erano dei ragazzi stupidotti, per minimizzare. In realtà è proprio un’aria che ci dice dove ci troviamo».  

 

«È inconcepibile dover continuare a vivere in un Paese in cui le persone debbano subire tali violenze e discriminazioni, basate unicamente sul proprio orientamento sessuale o sulla propria identità di genere», dichiarano dal coordinamento di Abruzzo Pride con un comunicato stampa «Chiediamo con fermezza al Governo e alla Regione immediate misure concrete per garantire la tutela delle persone LGBTQIA+. È assolutamente necessario implementare le leggi vigenti, in modo da prevenire e contrastare violenza e discriminazioni».

 

Il coordinamento inoltre segnala anche altri episodi: «Sono stati visti due anziani signori intenti a sputare sul corteo in marcia dai propri balconi».