Editoriale
Dopo un anno di fallimenti, nessuno crede più alle promesse del governo Meloni
Natalità, migranti, pensioni: sono solo tre tra i tanti impegni non rispettati dall'Esecutivo. E ora donne, Lgbt e giovani sono nel mirino
Otoliti. È la parola che ha traghettato la politica dal 2023 al 2024. Gli otoliti (sostantivo maschile plurale, anche se alcuni giornali, visti i tempi, li hanno declinati al femminile) ce li abbiamo tutti: sono piccoli cristalli di carbonato di calcio, presenti nell’orecchio interno, che ci permettono di mantenere l’equilibrio e di orientarci nel movimento e nella direzione. Se escono dal loro habitat naturale provocano giramenti di testa, vertigini, nausea nei casi più comuni e anche ipersensibilità alla luce in quelli più acuti come probabilmente è accaduto a Giorgia Meloni rimasta “a letto e al buio” per quasi due giorni e costretta a rimandare gli impegni istituzionali di fine anno al 2024 ritardando così di dare risposte a interrogativi importanti.
Il problema agli otoliti si manifesta, di solito, per movimenti improvvisi della testa, per esempio quando ci si sveglia di soprassalto e ci si alza dal letto rapidamente. Nessuno ha voglia di scherzare sulla salute delle persone però, qualche burlone irriverente ha messo in relazione la sindrome della Meloni con i cattivi sogni che devono averle procurato negli ultimi tempi i comportamenti dei suoi colleghi di partito e i problemi del governo dal Mes, al patto di stabilità, alla legge finanziaria.
Ma il 2024 porterà altri incubi al governo anche perché alle promesse di Meloni & C. ormai non crede più nessuno. Tanto per cominciare hanno detto, anzi, hanno strombazzato ai quattro venti, che volevano aiutare la natalità. Detto fatto: ecco un bell’aumento dell’Iva sui pannolini e sui prodotti per l’infanzia che passa al 10%, mentre per i seggiolini sulle auto (obbligatori) arriva addirittura al 22%. Già, poi dovevano pattugliare il Mediterraneo per contenere gli sbarchi. Infatti i migranti che sono arrivati in Italia sono saliti a 155 mila, con un piccolo aumento di “solo” il 50% rispetto all’anno precedente.
Ah, poi c’era da superare la legge Fornero sulle pensioni. Un cavallo di battaglia storico del vicepresidente del consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini: infatti la manovra è riuscita a superare la Fornero: peccato che l’abbia fatto peggiorandola e rendendo ancora più difficili le uscite dal lavoro per andare in pensione.
Intanto, come racconta il nostro Simone Alliva nel servizio di copertina, dopo aver bocciato il salario minimo sotto un coro di insulti e una rissa sventata, la maggioranza delinea sempre più una politica sui diritti al maschile nonostante la prima presidente donna. Ecco un rapido elenco da tenere a mente quando magari tra qualche mese ci recheremo a votare. Pochi fondi a disposizione per contrastare il femminicidio. A rischio la legge 194 sull’aborto mentre qualcuno dentro Fdi prepara un testo per costringere le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito del feto. I bambini delle famiglie arcobaleno restano senza diritti dopo una circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha ricevuto una condanna dal Parlamento Europeo. Si usa il contagocce per i fondi alle persone disabili e non autosufficienti. Aumentano gli italiani costretti a morire all’estero in mancanza di una legge sul fine vita. Gli studenti che scendono in piazza contro il caro-affitti e per un’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole vengono presi a manganellate dalla polizia.
Se poi ci si mettono anche i Verdini padre e figlio con i loro traffici che gli hanno procurato un’accusa per corruzione e i parlamentari di FdI con la pistola per capodanno, cosa vi volete aspettare? Il 2024 è già cominciato. Speriamo che non somigli al 2023. Però…