Dopo le lacrime a "Ballando" il piccolo Sgarbi della tv dispensa consigli amorosi a "Se mi lasci non vale". Mostrando un inedito lato buonista ed empatico a favor di telecamera. Ma il reality è a dir poco inconsistente

L'aveva annunciato come una sorta di minaccia alla presentazione dei palinsesti Rai: «Quest’anno sarò dappertutto». Ed effettivamente è difficile accendere la tv senza trovare il maglioncino ceruleo di Luca Barbareschi, attore, produttore, direttore artistico, conduttore, ex politico irruento e da quest’anno anche ballerino e consulente matrimoniale. 

 

La stagione, infatti, è cominciata coi volteggi tra le stelle di Milly Carlucci, ma con un passo da piccolo Sgarbi redento. Niente polemiche, tono morbido, una lacrima sul viso per un complimento sul boogie appena danzato e un’ostinata morbidezza nel presentare una versione di sé del tutto inedita, modesta ed empatica. E tra le malelingue si insinua il dubbio di un cambio passo costruito a tavolino, visto che la spavalderia abituale poco si adattava al nuovo ruolo di gran cerimoniere delle coppie in crisi col reality di Rai Due “Se mi lasci non vale”. 

 

Il vago sospetto che questa versione buonista e sottotono fosse a favor di telecamere era affiorato durante la conferenza stampa di presentazione. In cui Luca Giorgio Barbareschi da Montevideo, nel sottolineare giusto con un filo di enfasi che il programma era un esperimento sociale mai visto, aveva tenuto a precisare che no, le coppie gay non erano state contemplate perché «oggi sembra che non lo fai strano non va bene, mentre preferisco essere più ecumenico e dentro la scia di quello che un mondo razionale e non magico».

 

Ma è durato giusto un attimo prima della messa in onda di questo racconto dei sentimenti che, è bene sottolinearlo per evitare le ire scomposte di viale Mazzini, ben poco c’entra con il reality di Canale 5 “Temptation Island”. Anche perché al posto del falò di confronto c’è un divano. Su cui le coppie, stimolate da una psicologa che piange, una soul coach che spinge alla connessione («Chiudi gli occhi. Tu ti vedi?») e bizzarre prove per ritrovare l’affinità con l’altro, devono comprendere se vale la pena continuare a stare insieme in percorso che se proprio deve assomigliare a qualcosa ricorda “Cucine da incubo”. 

 

Due ore assai lunghe in cui si passa da citazioni altissime del maestro Kubrick a introspezioni profonde («Tu cosa fai per calmarla?» «Le dico: calmati»), qualche tocco surreale, niente scandali, niente sesso, mentre Barbareschi «indagatore dell’anima» dispensa da lontano consigli perlopiù ininfluenti, quasi che fosse lì solo per occupare il posto, in vista di qualcos’altro. 

 

Anche perché visto i drammatici risultati del debutto (poco più di 300 mila spettatori per una prima serata), più che un sospetto è una inquietante certezza. E la valigia è già sul letto.

 

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DA GUARDARE 

“Nobody Wants This” (Netflix) racconta una struggente, ironica, fasulla e perfetta storia d'amore. Dove è tutto altamente improbabile, ma non per questo impossibile. E visto i tempi che corrono, una volta tanto, guardare senza pretese il lieto fine degli altri può farti sentire assai bene.

 

MA ANCHE NO

“L’altra Italia”, il talk di approfondimento di Antonino Monteleone, è diventato la versione giornalistica dello “Show dei record”. Alla terza puntata è stato visto da 69mila telespettatori, pari ad uno share dello 0,99%. Eppure non chiuderà, perché come ha insegnato Simona Ventura, crederci sempre, arrendersi mai.