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Il Ballando con Vira Carbone: la salute in Rai è a passo di rumba
“La vita è meravigliosa” è un programma che dovrebbe occuparsi di benessere. Ma che vorrebbe tanto essere un varietà. Coi riflettori puntati soprattutto sulla conduttrice
Quando nel 1946 quel gran genio di Frank Capra battè l’ultimo ciak de “La vita è meravigliosa” probabilmente non immaginava che diversi decenni dopo Rai Uno, per occuparsi di medicina, si sarebbe ispirata proprio a quel profluvio di buoni sentimenti, sorrisi e abbracci tra amici sinceri. Eppure le sorprese migliori arrivano proprio sul finire dell’anno. Così accade che dopo la puntata di “Ballando con le stelle” arrivi l’idea fulminante di Vira Carbone, che presenta un contenitore notturno il cui sottotitolo recita “Il primo programma di medicina in abito lungo e paillettes”. E chi non ne sentiva il bisogno, mente.
D’altronde, nel Paese che condona le multe ai no vax, in quello stesso Paese in cui la sanità pubblica viene sbriciolata come polvere di polistirolo, quale modo migliore di parlare di salute facendo finta che sia un gioco e, come, recita il sottotitolo, “in abito lungo e paillettes”.
“La vita è meravigliosa” versione medical è una sorta di trionfo situazionista in cui Vira Carbone ingioiellata si muove tra cuori rossi di lustrini e tra un’intervista al virologo e un commento del cardiologo, si lancia in un’azzardata rumba con un ballerino apposito. Perché, si domanderà qualcuno. E perché no, verrebbe da rispondere, vista l’allegria immotivata che avvolge i canali Rai in cerca di punti vacui di riferimento.
Avrebbe voluto nascere varietà, crescere show e invecchiare riguardando il repertorio, invece, per colpa di un destino gramo, si deve occupare di benessere. Allora l’unico modo per inseguire i suoi sogni (quelli del programma, perché su quelli dello spettatore ci stanno ancora lavorando), è far spuntare in ogni inquadratura un elemento che richiami i fasti del sabato sera, vuoi il momento pianobar, vuoi l’esaltazione collettiva («È tutto bello e bellissimo») fino al dialogo pop liberamente ispirato a “Belve” («Mi dice un suo pregio? Un suo difetto? Quella volta che è stata cattiva?»), altrimenti detta “L’intervista alla maniera di Vira”.
Perché Carbone, tra un passo di danza e l’altro, cerca soprattutto di non spostare il centro dell’attenzione, che deve essere lei, soprattutto lei. «Telecamere a me! E io? Ora tocca a me», è l’intercalare implacabile nello svolgimento della creativa scaletta. E mentre gli ospiti musicali si esibiscono, perché sì ci sono anche quelli, lei canta a bocca chiusa, nella speranza di essere inquadrata. Alla fine, il programma si chiude con un primo piano stretto e le parole che in molti stavano aspettando. «Perché la vita è meravigliosa per Vira?», chiede a se stessa Vira. «Perché Vira ha una mamma e un papà fantastici». Altro che Frank Capra.
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DA GUARDARE
In “Una giornata particolare” (La7) la cosa più facile è il soggetto, perché la storia, si sa, di spunti ne offre parecchi. Il difficile viene dopo, con la costruzione, la puntualità e il ritmo mai scontato. Ma a questo ci pensa Aldo Cazzullo che ha trovato la giusta cifra per un racconto in grado di convincere persino gli ascolti.
MA ANCHE NO
Nasce all’insegna dell’ottimismo il programma di Mario Sechi (Rai Storia) dal titolo “Che magnifica impresa”. L’ex portavoce della premier regala pillole di futuro roseo, dalla pasta alla navigazione, per esaltare il Belpaese. E il pensiero è talmente positivo che da direttore di Libero promuove il suo programma sul suo giornale.