La fiaccolata in ricordo del dissidente russo appoggiata da tutti i partiti, compreso il Carroccio; La scelta di Israele di limitare l'accesso alla spianate delle Moschee; il commissariamento dell'ex Ilva; Conte che apre a un patto con il Pd. I fatti del giorno da conoscere

Fiaccole e fiori per Navalny, scintille Magi-Salvini
Fiaccole e fiori, nessun simbolo di partito. La politica si prepara a rendere omaggio a Alexei Navalny, aderendo senza eccezioni all'iniziativa lanciata da Carlo Calenda. Anche se si troveranno a condividere piazza del Campidoglio a Roma esponenti con sensibilità decisamente diverse rispetto a quanto accade in Russia e in Ucraina. Ma non può essere "un festival dell'ipocrisia" secondo il leader di +Europa Riccardo Magi: «Eh no caro Salvini, non puoi fare tutte le parti in commedia. Ricordo benissimo quando definivi l'arresto di Navalny una 'montatura mediatica', che era un leader solo del '3%', quando ti 'veniva da ridere' se qualcuno chiamava Putin dittatore, quando volevi scambiare due Mattarella per mezzo Putin».

Un attacco lasciato cadere dal leader leghista, che ha confermato la partecipazione del suo partito all'iniziativa, augurandosi che «il 2024 sia l'anno della chiusura delle troppe guerre in corso, tra Russia e Ucraina, fra Israele e Palestina. La guerra è sempre morte, sofferenza, sconfitta e quindi conto che l'Italia sia protagonista di pace». A Mosca e in tante capitali i fiori stanno diventando un simbolo delle commemorazioni per l'oppositore russo morto in una remota colonia penale al di là del Circolo polare artico. e anche a Milano. "Una dozzina di persone" che ne hanno deposti sotto la targa di Anna Politkovskaya "si sono trovati lì degli agenti che le hanno identificate", ha denunciato sui social il senatore del Pd Filippo Sensi, annunciando un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: «Chiederemo conto di che Paese siamo».

Alla vigilia della manifestazione di Roma si è lavorato sulla scaletta, ancora in definizione. Resta da decidere se ci saranno interventi al microfono, se li faranno anche i politici o eventualmente solo personalità della società civile e della cultura che si oppongono a Putin. Sarà in piazza Elly Schlein con una delegazione del Pd, incluso il sindaco Roberto Gualtieri, ci saranno gli altri partiti di opposizione, ovviamente Azione ma anche M5s, Iv (non Matteo Renzi, a Latina per la presentazione del suo libro), Avs, +Europa, Psi. Ed esponenti di FdI, Lega, FI e Nm, oltre ai sindacati Cgil, Cisl e Uil e alla Fondazione Bellisario. La risposta bipartisan «è un ottimo segnale in un Paese purtroppo molto conflittuale», per Calenda che la auspicherebbe «anche su sanità e salari». Il leader di Azione ha pensato l'iniziativa in Campidoglio come un modo per ribadire che «gli italiani, indipendentemente dall'inclinazione politica, tengono alla democrazia e alla libertà», mentre la Russia «oggi purtroppo è una dittatura imperialista pericolosa». In procinto di andare in Ucraina per il secondo anniversario della guerra, l'ex ministro è convinto che la politica debba «far capire a Putin che si deve fermare, o prima o poi attaccherà un Paese baltico ed entreremo in conflitto diretto. Dobbiamo essere duri adesso. La storia ci ha insegnato che i dittatori o capiscono che c'è una reazione o non si fermano». 

 

«Lividi sul corpo di Navalny, ha avuto le convulsioni»
Il corpo di Alexei Navalny presenta "lividi" che potrebbero essere stati provocati da un'azione di contenimento a causa di convulsioni e uno, in particolare, è compatibile con un massaggio cardiaco praticatogli nel tentativo di rianimarlo. A raccontarlo è stato un operatore del servizio ambulanze dell'ospedale di Salekhard, nella regione artica russa, il quale ha anche confermato che la salma si trova nell'obitorio di quel nosocomio, dove ieri alla madre e al suo avvocato era stato negato l'accesso dopo che qualcuno li aveva frettolosamente informati che il decesso era legato ad una "sindrome da morte improvvisa".

Dalla Germania intanto il giornale popolare Bild lancia l'ipotesi, senza tuttavia citare fonti dirette, che l'oppositore sia deceduto "forse poco prima di una sua possibile liberazione" nell'ambito di uno "scambio di detenuti" tra Usa, Russia e Germania. La sua morte, insomma, avrebbe mandato all'aria un piano a cui Vladimir Putin aveva accennato in una recente intervista con il giornalista americano ed ex volto di Fox News Tucker Carlson. Il presidente russo, scrive il giornale tedesco, voleva riavere un agente che aveva sparato a un oppositore a Berlino nel 2019. E "si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny". Da tempo, inoltre, si discute di un possibile scambio di prigionieri tra Mosca e Washington, che chiede il rilascio dell'ex marine Paul Whelan e del giornalista Evan Gershkovich, entrambi detenuti nelle carceri russe con accuse di spionaggio.

La tesi di Bild, tutta da confermare, sarebbe in contrasto con la ricostruzione del team di Navalny, che ieri ha accusato apertamente le autorità di Mosca di avere commesso "un omicidio pianificato". Mentre diversi leader occidentali hanno chiamato in causa direttamente Putin, come ha fatto nuovamente nelle ultime ore il presidente americano Joe Biden. L'ambasciatrice americana in Russia, Lynne Tracy, si è unita tra l'altro alle centinaia di russi che hanno deposto fiori in omaggio a Navalny davanti alla Lubyanka, l'ex sede del Kgb sovietico e ora dei servizi d'intelligence Fsb. «Oggi piangiamo la morte di Alexei Navalny e di altre vittime della repressione politica in Russia» ha scritto l'ambasciata sul suo account Telegram.

Ieri sera anche l'ambasciatore britannico aveva deposto fiori sullo stesso luogo in memoria dell'oppositore scomparso. Sono circa 400 invece - secondo la ong Ovd-Info, che si occupa dell'assistenza legale ai detenuti - i cittadini fermati durante manifestazioni di cordoglio svoltesi negli ultimi tre giorni in oltre 30 città russe. Di questi, circa 130 sono già stati rilasciati senza essere stati incriminati.

Anche oggi, secondo quanto ha constatato l'Ansa sul posto, molti moscoviti si sono messi in fila per lasciare omaggi floreali ai piedi del Muro del Dolore, un monumento dedicato alle vittime della repressione sovietica. La polizia si è limitata a transennare la piazza per regolare l'accesso, controllando borse e zaini di chi voleva avvicinarsi al monumento. 

 

Israele limita l'accesso alla Spianata delle Moschee: «Solo 15mila palestinesi entreranno»
Il governo israeliano limiterà l'ingresso alla Spianata delle Moschee per i palestinesi nel mese sacro del Ramadan, secondo una fonte del governo che ha parlato a Ria Novosti, aggiungendo che non più di 15.000 persone di età superiore ai 60 anni o con meno di 10 anni entreranno nel sito sacro a Gerusalemme. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato che il governo permetterà la libertà di culto alla Moschea di Al-Aqsa e «qualsiasi restrizione imposta sarà per motivi di sicurezza».

Ieri i media israeliani avevano riferito che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva accettato la proposta del ministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir di imporre restrizioni all'ingresso della Spianata delle Moschee. Per Hamas si tratta di «un'intensificazione del crimine sionista e della guerra religiosa guidata dal gruppo di coloni estremisti del governo terrorista d'occupazione». Hamas ha fatto ieri, tramite un comunicato, appello ai palestinesi che vivono nei "territori occupati", a Gerusalemme e in Cisgiordania «a respingere questa decisione criminale e a resistere all'arroganza dell'occupazione».

Il gruppo al potere nella Striscia di Gaza ha inoltre avvertito che la limitazione dell'accesso alla moschea "non avverrà senza responsabilità". Anche un membro della Knesset israeliana, Ahmad Tibi, ha definito la decisione di Netanyahu di limitare l'accesso alla moschea di al-Aqsa una "palese violazione della libertà di culto". In una dichiarazione condivisa sui social media, Tibi ha descritto Netanyahu come un "prigioniero" del "terrorista condannato Ben-Gvir" (il ministro della Sicurezza nazionale israeliano) e ha affermato che «è tempo che il presidente Biden imponga sanzioni allo stesso Ben-Gvir». Tibi ha aggiunto che «il divieto per i musulmani di pregare nella moschea durante il mese sacro del Ramadan merita di essere discusso alle Nazioni Unite».

 

Elezioni Europee: in Germania la Cdu presenta von der Leyen come capolista
L'Unione cristiano-democratica (Cdu) presenterà oggi a Berlino la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come propria capolista alle prossime elezioni europee, che in Germania si terranno il 9 giugno. Von der Leyen dovrebbe quindi annunciare che si candiderà per un secondo mandato alla guida dell'esecutivo europeo, sostenuta dai presidenti del Partito popolare europeo (Ppe) Manfred Weber, della Cdu Friedrich Merz e dell'Unione cristiano-sociale (Csu), Markus Soeder. La candidatura di Von der Leyen a presidente della Commissione europea dovrebbe essere ufficializzata dal Ppe al congresso che terrà a Budapest nelle giornate del 6 e 7 marzo.

 

Giuseppe Conte: «Con il Pd si può mandare a casa la destra. Ma serve un patto serio»
«A me interessa mandare a casa Meloni e la Sardegna può essere un primo passo. Non mi piace parlare di laboratorio perché penso sia irrispettoso verso gli elettori sardi, però è chiaro che qui con il Pd abbiamo messo in campo una proposta forte, incarnata da una candidata credibile, competente e onesta. Dobbiamo farlo anche a livello nazionale, io chiedo solo che ci sia un progetto serio e autentico e non un cartello elettorale dettato dalla necessità e dall'ansia di potere degli apparati».

Lo dice il leader 5 Stelle Giuseppe Conte in una intervista a Repubblica. «Non ho detto che - allo stato attuale - non ci sia serietà, ma bisogna sedersi a un tavolo e affrontare le questioni per arrivare a una sintesi là dove partiamo da posizioni più distanti», prosegue Conte, spiegando che con le accuse di ambiguità al partito di Schlein «mi riferivo solo alla questione dell'invio delle armi all'Ucraina, che, come è noto, ci divide. C'è chi dice: eh, ma come farete a governare insieme se non siete d'accordo su materie come questa? Ma le armi a Kiev sono il punto finale di un ragionamento più ampio. Il mio obiettivo non è mai stato attaccare il Pd, è dare agli italiani un altro governo. Sui provvedimenti più scandalosi, come sull'autonomia differenziata, Meloni dice sempre che lei ci mette la faccia. Peccato che sia una faccia di bronzo. Ecco, occorre lavorare per risparmiare agli italiani questo spettacolo», conclude.

 

Ex Ilva: Mittal indisponibile, chiesto il commissario
L'ultima trattativa con ArcelorMittal è finita contro un muro. Così Invitalia ha chiesto al governo di ricorrere all'amministrazione straordinaria per Acciaierie d'Italia. L'arrivo del commissario è ora praticamente certo. Servono ancora alcune verifiche tecniche e poi il governo lo annuncerà ai sindacati dei lavoratori dell'Ex Ilva e ai rappresentanti dell'indotto, convocati nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi. Ma Acciaierie d'Italia ha già in serbo una mossa protettiva che annuncia subito dopo il comunicato di Invitalia. Venerdì sera ha già presentato istanza di Concordato con Riserva per la capogruppo e le controllate.

È una procedura che prevede altri 60-120 giorni prima di presentare il Corcordato Preventivo che serve ad evitare un fallimento. Di fatto una contromossa preventiva - il cui esito è difficile da valutare e che secondo alcuni non bloccherebbe il commissariamento - che avvia una procedura diversa, che richiede tempi lunghi, da quella dell'amministrazione straordinaria.

Il confronto è arrivato al capolinea nel fine settimana e che fosse arrivato il momento delle scelte era chiaro. «Invitalia - ha scritto il socio pubblico di Acciaierie - dopo aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il Governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell'indisponibilità di quest'ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea nell'ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un'istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d'Italia».

Una richiesta decisa accompagnato da un duro j'accuse. Anche il ministro Adolfo Urso ha ricordato chiaramente che «l' investitore straniero che guida l'azienda (ArcelorMittal. ndr), e che ha la maggioranza delle azioni, non intende mettere risorse nell'azienda». E ne ha tratto la conclusione che «se non intende investire sull'impresa, credo che sia giusto che il Paese si riappropri di quello che è il frutto del lavoro, del sacrificio di intere generazioni».