Politica
È stato trovato un passaggio segreto nella residenza romana di Silvio Berlusconi
Lo ha scoperto l'associazione stampa estera trasferitasi da pochi giorni a Palazzo Grazioli, ex sede nella Capitale del Cavaliere. "C'è una porta nascosta dietro una libreria". E sui social fioccano i commenti
La Stampa Estera di Roma ha cambiato casa, e si è trasferita da qualche giorno in quella che, una volta, era la residenza romana di Silvio Berlusconi. E questa mattina nell'appartamento è arrivata la prima, forse di molte, scoperte: una porta segreta che conduce a una scala sul retro.
A rivelarlo su X è Tom Kington, corrispondente in Italia per il Times di Londra che, postando un video della "scoperta", ironizza: "Un buon modo per consentire agli ospiti dei party di andarsene in fretta?". Anche la rete si è scatenata: "Se solo quei muri potessero parlare", "Bunga Bunga forever", "Quanto manca il presidente", "Silvio Berlusconi e la Camera dei Segreti".
Dopo più di 20 anni a Via dell'Umiltà, la storica organizzazione che conta 450 corrispondenti da tutto il mondo, rappresentanti di 55 Paesi e 350 media e che vanta 112 anni di vita, si è trasferita nel piano nobile di Palazzo Grazioli il 19 marzo scorso. A tagliare il nastro, insieme alla Presidente Esma ÇakÕr, è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il piano nobile fa subito pensare alla stanza che ospitava il "lettone di Putin", che poi era un "letto di Stalin", come hanno precisato i colleghi russi. Gianfranco Nitti, giornalista del Consiglio direttivo dell'Associazione ha raccontato: «So che ci sono molte leggende su queste cose... Ma sinceramente devo dire che come consiglio direttivo, uno degli impegni è a non indicare questa sede come sede di qualcuno prima. Questa è la nostra sede attuale».
Mentre Gustav Hofer, di Arte, ha ricordato: «Ironia della storia che proprio questo posto dove c'era Berlusconi, qui dove tanti di noi aspettavano fuori cercando di entrare, con l'immaginario delle feste, delle olgettine. E ora siamo entrati noi».
Chissà cosa avrebbe detto Berlusconi a vedere quel "covo di comunisti", come aveva definito l'Associazione della Stampa Estera nel lontano 1993, trasferirsi in massa nella sua ex residenza romana.