La guerra a Gaza ha provocato una devastazione senza precedenti, colpendo duramente la popolazione civile, in particolare i bambini. La reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre ha causato la morte di oltre 16.000 bambini palestinesi, con migliaia di feriti, dispersi e orfani

A Gaza la guerra è cieca, perché non guarda in faccia a nessuno, sorda perché non ha orecchie per alcuna preghiera, crudele perché non ha pietà per gli innocenti: sta cancellando un’intera generazione. La reazione di Israele al terribile e inaccettabile massacro del 7 ottobre, contro suoi cittadini inermi, ha causato la morte di oltre 16.000 bambini palestinesi, 35.000 feriti e 21.000 dispersi. Poi ci sono gli orfani, almeno 17.000, e i genitori che hanno perso uno o più figli, come Abu Saleh.

La storia di Abu Saleh e la morte del figlio Ahmed
Il racconto di come Abu Saleh ha recuperato il corpo di Ahmed, 13 anni, il suo terzogenito, è un pugno nello stomaco. Il ragazzo lo aveva preceduto alla preghiera dell’alba nella scuola del quartiere di Daraj, a Gaza City - trasformata in rifugio per sfollati - distrutta da un raid aereo il 10 agosto.
«Quando sono andato a riprendere ciò che era rimasto del mio bambino mi hanno dato una borsa di 23 chilogrammi e mi hanno detto: “Questo è tuo figlio, seppelliscilo”. Mentre lo portavo via, ripensavo a un giorno in cui tornavo con lui dal mercato, portando una borsa pesante. Lui, in completa pietà filiale, chiese di portarla per me. Andò da sua madre felice, vantandosi della sua forza, cantando davanti ai suoi fratelli e prendendoli in giro dicendo che portava tutto quel peso da solo per suo padre. I suoi fratelli lo abbracciarono e sua madre pregò per la sua bontà augurandogli una lunga vita. Camminavo e pensavo: ancora una volta, mi precedi con la borsa verso casa, figlio mio. Ma come faccio a convincere tutti che ci sei tu qui dentro? Che le tue risate, che riempivano la casa, le tue braccia magre che usavi per fare la lotta con i tuoi fratelli, la tua testa che riposava sulle ginocchia di tua nonna e i tuoi piedi che cercavano instancabilmente l’acqua, tutto è diventato un unico ammasso di carne e ossa in questa borsa. Come dirò a tua madre, figlio mio, che quei 23 chilogrammi di resti sono la “nostra” quota di morte questa settimana?» il ricordo di quel momento di un padre disperato sopravvissuto al figlio tredicenne.


Le mutilazioni tra i bambini di Gaza
Ci sono poi i genitori a cui è stato risparmiato il dolore di veder morire i propri piccoli, ma non quello delle mutilazioni che hanno subito: 1.500 bambini hanno riportato lesioni gravi con conseguenti amputazioni, perdite di vista o disabilità permanenti a causa degli attacchi israeliani. «I bambini di Gaza vengono uccisi e mutilati in numeri senza precedenti, nei modi più orribili possibili», afferma Alexandra Saieh, responsabile del coordinamento umanitario di Save the Children International in Medio Oriente. «Sono loro, i più indifesi e distanti da tutti coloro che stanno conducendo la campagna di morte e distruzione a Gaza, a pagare di più in questa guerra ingiusta». Philippe Lazzarini, capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i soccorsi e le operazioni di aiuto per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha descritto l’offensiva israeliana come «una guerra ai bambini... una guerra alla loro infanzia e al loro futuro». Un’accusa ripresa anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che in un discorso all’Assemblea Generale lo scorso maggio ha affermato: «Se c’è un inferno sulla terra, è la vita dei bambini a Gaza».


Numeri che non lasciano dubbi
Dichiarazioni che si basano su fatti e dati documentati. A marzo, Lazzarini ha condiviso cifre che non lasciano adito a dubbi: il numero di bambini uccisi da Israele in poco più di quattro mesi era superiore al totale di bambini uccisi in tutto il mondo in quattro anni. Pochi mesi prima, a dicembre, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva dichiarato che in media un bambino palestinese veniva ucciso ogni 10 minuti, descrivendo la crisi come “l’ora più buia dell’umanità”. «Bolle persino per piangere non può più scappare», è l’amara conclusione della coordinatrice di Save the Children, che ha anche evidenziato un altro aspetto inquietante: «Molti di loro sono intrappolati sotto le macerie, circa 4.000 sono morti nella caduta delle abitazioni rase al suolo, mentre un numero sconosciuto è sepolto in tombe non contrassegnate. Altri sono detenuti dalle forze israeliane, separati dai loro familiari». Mentre su Gaza continua ad abbattersi distruzione e morte, organizzazioni come Medici Senza Frontiere hanno coniato un nuovo termine per identificare i bambini senza parenti sopravvissuti: “WCNSF / bambino ferito, nessuna famiglia pervenuta”.


La malnutrizione: una causa di morte silenziosa
Altra causa di morte per migliaia di piccole vittime del conflitto è la malnutrizione. Lo Stato di Israele, che sta affrontando un procedimento per genocidio dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, è stato anche accusato da esperti legali di usare la fame come “arma di guerra”. Secondo il Ministero della Salute di Gaza e un gruppo di esperti indipendenti sostenuti dalle Nazioni Unite, centinaia di persone, la maggior parte bambini, sono morti a causa della carenza di cibo. «Dichiariamo che la campagna intenzionale e mirata di fame di Israele contro il popolo palestinese è una forma di violenza genocida che ha provocato carestia in tutta Gaza», denuncia Human Rights Watch, sottolineando che i bambini a Gaza stanno soccombendo per «complicazioni legate alla malnutrizione». L’UNRWA ha rilevato che più di 50.000 bambini hanno bisogno di cure urgenti: almeno 3.500 bambini sono a rischio di morte a causa della mancanza di cibo. Secondo i dati di agosto del Ministero della Salute palestinese, 82.000 bambini mostrano segni di alimentazione insufficiente, con il 35% di loro che presenta sintomi gravi a livello patologico. Altri 450.000 minori, inoltre, sono a rischio di sviluppare tumori e malattie respiratorie poiché i palestinesi sono costretti a bruciare materiali pericolosi per cucinare il cibo.


L'impatto sugli sfollati e i minori di Gaza
Secondo i dati delle Nazioni Unite, 1,9 milioni di persone sono sfollate internamente a Gaza, molte delle quali costrette a spostarsi di continuo. Più di 700.000 sono bambini. Ad aprile 2024, i minori nella Striscia erano 1.067.986 e costituivano circa il 47% della popolazione totale, secondo l’Ufficio Centrale di Statistica Palestinese: 544.776 maschi e 523.210 femmine di età inferiore ai 18 anni, di cui il 15% con meno di cinque anni, ovvero 341.790. «Da oltre dieci mesi i bambini e i ragazzi di Gaza sono senza istruzione», spiega Saieh. «Le scuole e gli ospedali sono stati distrutti, i parchi giochi e le abitazioni sono state distrutte», il suo forte atto d’accusa. Tutto questo ci dice che i bambini di Gaza non hanno speranza di futuro e un’intera generazione, o gran parte di essa, è stata letteralmente cancellata.