Arrivano le nuove nomine ai vertici di Fs. Con i consigli d’amministrazione di controllate come Anas ormai scaduti. E con cambi che potrebbero toccare Trenitalia e Rfi. Ma pure il ministero

I treni possono fermarsi. La macchina delle nomine no. Pochi giorni e ci sarà l’ufficialità sul nuovo organigramma di vertice del gruppo Fs, la maggiore stazione appaltante d’Italia. L’ad della holding, Stefano Antonio Donnarumma, nominato lo scorso giugno, deve riempire da mesi alcune caselle di controllate come Anas, Sistemi Urbani, Italferr, i cui cda sono scaduti. In parallelo, ne approfitterà per un rimpasto in Trenitalia e Rfi. Anche al livello superiore, cioè al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, potrebbero esserci cambiamenti in vista. Il peso e l’influenza del partito di maggioranza relativa e della premier Giorgia Meloni rimangono relativamente modesti sul colosso di Villa Patrizi. Il ministro responsabile Matteo Salvini, sempre più in ribasso come leader della Lega, ha ormai capito che il Mit logora chi lo occupa. Tagliare nastri ormai non ripaga i danni d’immagine che arrivano da blocchi del traffico, scioperi insistiti, lavori in ritardo, ponti fantasmagorici e – amarus in fundo – un Codice della strada che randella ristoranti e ristorati. E il silenzio dei meloniani, ridotti a comparse con il viceministro Galeazzo Bignami, è significativo in occasione delle giornate di delirio sui binari. 

 

Se non fosse politicamente improponibile una doppietta leghista con Salvini alla guida del Viminale e il suo vicario al Mit, Edoardo Rixi, promosso alla casella di ministro, forse l’avvicendamento ci sarebbe già stato. Ma anche a questo giro il leghista genovese mostra di avere una presa salda su un’azienda che ha una dote di spesa da 25 miliardi di euro. Il suo concittadino Luigi Corradi, piazzato in Trenitalia in piena stagione grillina con l’allora ad Gianfranco Battisti, passa a Fs International, dove Donnarumma ha appena assunto il suo fedelissimo Ivan Dompé, ex Luxottica, Terna e Telecom, con il ruolo di business partner, una curiosa terminologia per definire l’ufficiale di collegamento fra la società controllata e il settore comunicazione della holding. La nuova funzione è il risultato diretto della destrutturazione, decisa dallo stesso Donnarumma, del sistema dei poli organizzativi montati dal suo predecessore Luigi Ferraris.

 

Corradi – che era stato in corsa per prendere la guida dell’autorità portuale di Genova, dopo la tempesta giudiziaria che ha travolto il presidente ligure Giovanni Toti – gestirà un settore in forte espansione sul quale le Fs puntano per ampliare i ricavi. L’altro genovese che gravita nell’area leghista è Claudio Gemme, 77 anni a maggio. Il manager di Ansaldo e Fincantieri torna in Anas per la terza volta nella sua lunga carriera. Era già stato consigliere di amministrazione fra il 2009 e il 2011, quando la società delle strade era guidata da Pietro Ciucci, oggi ad della Stretto di Messina. La seconda volta risale al dicembre del 2018 quando il governo gialloverde ha nominato Gemme presidente, con la casella di ad in quota M5S occupata da Massimo Simonini, licenziato a settembre 2024 a seguito dell’inchiesta penale su Tommaso Verdini. Il compito principale di Gemme, che ha poco più di due anni di mandato causa ritardi del governo nelle nomine, è quello di pilotare Anas al di fuori del controllo della holding ferroviaria, dopo l’incorporazione decisa alla fine del 2017 dall’allora ministro Pd, Graziano Delrio.


Il matrimonio morganatico tra Fs e Anas non ha mai davvero funzionato e la nomina di Gemme è vista come un segnale di discontinuità nei confronti del periodo di gestione Fs. Nella società delle strade – che ha ottenuto buoni risultati a Roma con le opere legate al Giubileo, da Piazza Pia al rifacimento di Piazza dei Cinquecento davanti alla stazione Termini – la fusione è stata vissuta come una colonizzazione e non ha affatto eliminato i casi di corruzione, come proprio la vicenda Verdini dimostra.

 

Peraltro fino alla scorsa settimana, nonostante il cambio al vertice imminente, ci sono stati spostamenti e ordini di servizio. Le Ferrovie si sono prese la comunicazione sul Giubileo e il 10 gennaio hanno spedito in Anas Valeria Venuto, l’ex segretaria particolare di Ignazio La Russa, nuova direttrice Affari istituzionali.

 

Cambiano vertice anche le due subholding principali. Con l’uscita di Corradi è previsto l’arrivo in Trenitalia di Gianpiero Strisciuglio, nominato un anno e mezzo fa in Rfi dal governo attuale e costretto a confrontarsi con una lista di problemi vasta e variegata. A parte una serie di cigni neri come la strage di Brandizzo dell’agosto 2023, il chiodo di salviniana memoria che all’inizio di ottobre 2024 ha paralizzato il traffico e il Frecciarossa che ha tranciato la linea aerea alla Centrale di Milano l’11 gennaio 2025, il manager barese si è dovuto fare carico dei disagi per i lavori del Pnrr della scorsa estate. Oggi al centro del dibattito tecnico c’è il sovraccarico delle linee che, fino a non molto tempo fa, sembrava addirittura possibile aumentare grazie al sistema di controllo del traffico Ertms, sviluppato in Italia. Ma il calo di passeggeri imposto dalla pandemia ha indotto la gestione Ferraris a concentrare i passeggeri dell’Av su hub ferroviari già strapieni come Termini, Firenze Santa Maria Novella e Milano Centrale, per incontrare una domanda che accetta male le alternative di Tiburtina e Porta Garibaldi. Il compito impopolare di ridurre i treni del 15 per cento, secondo quanto si annuncia, dovrebbe spettare al nuovo ad di Rfi, Aldo Isi, che ha guidato l’Anas nello scorso triennio e rientra al quartier generale Fs dove era stato l’ad della controllata Italferr.

 

La società di engineering passerà nelle mani di Dario Lo Bosco, che a tutt’oggi è presidente di Rfi e che con Strisciuglio aveva un rapporto complicato. Siciliano e docente di Ingegneria civile all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Lo Bosco ha una lunga lista di incarichi dalla guida di Ast, holding del tpl della Regione Siciliana, alla partecipata Fs Hellenic Train, uno degli sbocchi internazionali del gruppo italiano, non il più redditizio. Nel corso dei prossimi mesi Italferr dovrebbe diventare sempre più la società in-house di Rfi per la progettazione sul territorio nazionale, mentre i progetti e le gare sul mercato estero finiranno sotto la responsabilità di Fs International, dunque di Corradi.

 

Infine, Sistemi urbani, la controllata del settore immobiliare, è destinata a Matteo Colamussi. L’attuale dg delle Ferrovie Appulo Lucane è considerato vicino a Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea.

 

Quando la nuova linea di ad sarà sistemata, si procederà a nominare i presidenti che hanno sostanzialmente un ruolo di rappresentanza. Magari con un tocco femminile. Una macchina blu e una quota rosa non si negano quasi a nessuno.