È morta ieri a Roma Grazia Zuffa, 79 anni, ex parlamentare e moglie di Franco Corleone, nostro collaboratore. Ne ha dato notizia la Società della Ragione di cui Grazia Zuffa era presidente. Ricoverata d’urgenza per problemi cardiaci al Policlinico Umberto I, si è spenta per complicazioni intervenute successivamente. La camera ardente è allestita al Senato, martedì 11 febbraio, dalle ore 10 alle 18.
"Ci uniamo al dolore di Franco e Irene, degli adorati nipoti Leonardo e Ulisse e di tutta la famiglia. Con lei perdiamo un’amica, una maestra, una guida e una compagna di lotte", è scritto in una nota, che poi tratteggia la vita di Grazia Zuffa, psicologa, impegnata nella ricerca e nella formazione nel campo dell’uso di droghe, delle dipendenze, della giustizia, del carcere e della salute mentale. Negli ultimi anni, il suo lavoro si era concentrato sui consumi di sostanze psicoattive nei contesti naturali, sui modelli operativi dei servizi per le dipendenze e la salute mentale, sulla riduzione del danno correlato alle droghe, sulla detenzione femminile e sul nuovo sistema di presa in carico delle persone con disturbo mentale autrici di reato, dopo l’abolizione degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).
Docente universitaria, Grazia Zuffa ha insegnato Psicologia delle Tossicodipendenze presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze. Ha diretto per oltre un decennio Fuoriluogo, il mensile sulla politica delle droghe e del carcere, pubblicato come inserto del quotidiano Il Manifesto. Nel 1995, è stata tra le fondatrici dell’associazione Forum Droghe, di cui ha poi assunto la presidenza per molti anni. Dal 2018 sino al gennaio di quest’anno, aveva guidato con passione la Società della Ragione, un’associazione impegnata nel campo della giustizia, del carcere e dei diritti.
Negli anni della sua esperienza parlamentare, come Senatrice della Repubblica dal 1987 al 1994, aveva concentrato il suo impegno sulle problematiche della differenza sessuale, della salute delle donne, della salute mentale, delle tecnologie della riproduzione, delle droghe, della giustizia e del carcere, senza mai smettere di battersi per i diritti e il cambiamento sociale.
Nel corso della sua vita, Grazia Zuffa ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali di rilievo. Era stata membro del Comitato Scientifico Nazionale sulle Droghe e le Dipendenze presso il Ministero della Solidarietà Sociale (2007-2008), del Comitato Regionale di Bioetica della Toscana (1996-2000) e dal 2006 era membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Nel 2017, le era stata conferita l’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana.
Numerosi i saggi e gli articoli pubblicati da Grazia nel corso degli anni. Ha scritto per riviste di politica e teoria femminista come Donne e Politica, Reti, Memoria e Leggendaria, così come per riviste di problematiche sociali e di diritto, sia nazionali che internazionali, tra cui Animazione Sociale, Democrazia e Diritto, BioLaw Journale Drugs and Alcohol Today. Ha partecipato anche a molte pubblicazioni collettanee, tra le quali Italian Drug Policy (2017) e Fra devianza e patologia: malattia mentale e tossicodipendenza (2022).
Tra i suoi libri L’eclisse della madre (1998), scritto con Maria Luisa Boccia, I drogati e gli altri (2000), Droghe e riduzione del danno: un approccio di psicologia di comunità (2002), in collaborazione con Patrizia Meringolo, e Cocaina, il consumo controllato (2010). Con Susanna Ronconi aveva curato importanti opere come Recluse. Lo sguardo della differenza femminile sul carcere (2014), Droghe e autoregolazione (2017) e La prigione delle donne (2020).
A Franco Corleone e ai familiari l’abbraccio de L’Espresso.