L'offerta da 97 miliardi di dollari non ha convinto il Ceo della società che ha sviluppato ChatGPT: "Sta cercando di rallentarci"

Elon Musk ha lanciato un'offerta da 97 miliardi di dollari per acquisire la non profit che controlla OpenAI, la società a cui fa capo ChatGPT. Questa mossa sembra riaccendere la rivalità tra Musk e Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, e riflette il crescente interesse del miliardario per il settore dell'intelligenza artificiale. La proposta, avanzata da un gruppo di investitori guidati da Musk, ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo tecnologico e sollevato interrogativi sulle reali intenzioni del patron di Tesla e SpaceX. Secondo alcune fonti vicine agli investitori, l'offerta rappresenterebbe un'opportunità per riportare OpenAI verso una visione più aperta e lontana dall'influenza di Microsoft, che negli ultimi anni è diventata il principale finanziatore dell'azienda. Tuttavia, altri analisti vedono l'operazione come un tentativo di Musk di riconquistare un ruolo di primo piano nella corsa all'intelligenza artificiale, dopo essere rimasto indietro rispetto ad Altman.

 

Altman accusa Musk di voler rallentare OpenAI

 

Sam Altman non ha tardato a rispondere, accusando Musk di voler frenare lo sviluppo di OpenAI con azioni legali e tentativi di acquisizione ostili. "Musk sta cercando di rallentarci. È ovviamente un rivale. Dovrebbe competere con un prodotto migliore invece di usare tattiche e azioni legali", ha dichiarato il Ceo della società di intelligenza artificiale. Altman ha poi ribadito che OpenAI continuerà la sua missione di sviluppare tecnologie sempre più avanzate, accessibili a un vasto pubblico e non soggette agli interessi di singoli miliardari. Le dichiarazioni del Ceo sono state accolte con favore dalla comunità tecnologica, ma Musk ha subito risposto con un post sui social, definendo Altman un opportunista che ha tradito la missione originale di OpenAI per interessi economici.

 

Dallo scontro ideologico al confronto economico

 

La rivalità tra Musk e Altman ha radici profonde, risalenti alla fondazione di OpenAI nel 2015, quando Musk era tra i principali finanziatori del progetto. Tuttavia, divergenze sulla direzione della società hanno portato alla rottura definitiva nel 2019, con Musk che ha lasciato il consiglio d’amministrazione. Oggi, la battaglia non è più solo ideologica ma anche economica: mentre OpenAI domina il settore grazie a ChatGPT, Musk sta cercando di rientrare nel gioco con la sua startup xAI e con offerte di acquisizione che potrebbero riscrivere il futuro dell'intelligenza artificiale. L’attuale scontro segna una fase cruciale per il settore: OpenAI è diventata un colosso globale con partnership strategiche, mentre Musk, con il suo modello Grok e i finanziamenti per xAI, sta tentando di recuperare terreno. Nel frattempo, Microsoft osserva da vicino l'evolversi della situazione, con il rischio che un’eventuale acquisizione possa minare il suo ruolo centrale nel futuro dell’intelligenza artificiale.