L’avanzata israeliana in Cisgiordania

L’avanzata israeliana in Cisgiordania Negli ultimi giorni la presenza di carri armati e soldati israeliani è diventata massiccia, soprattutto a Jenin, Al Yamoun, Tulkarem e Masafer Yatta. I soldati hanno distrutto strade e tubature, lasciando senz’acqua centinaia di persone

Negli ultimi giorni la presenza dei soldati israeliani è diventata sempre più massiccia in Cisgiordania. Subito dopo il cessate il fuoco a Gaza ,le forze armate di Tel Aviv hanno avviato una campagna militare mirata soprattutto alla zona di Jenin, dove si ritiene ci sia una delle nuove fucine di Hamas. Le scorse settimane i carri armati hanno distrutto quasi completamente il campo profughi, ma le operazioni si stanno via via allargando a macchia d’olio. Negli ultimi giorni, infatti, soprattutto durante la notte, i mezzi militari sono avanzati tra le vie di Jenin e di altre città come Al Yamoun, Tulkarem, Nur Shams e Masafer Yatta. Alcuni video girati dai residenti della zona mostrano i carri armati che sfilano e mezzi che distruggono le strade. Ad Al Yamoun, a ovest di Jenin, i soldati hanno rotto una delle arterie principali e hanno sradicato alcuni tubi, lasciando senza acqua centinaia di persone. Di fatto, l’esercito ha occupato ampie porzioni di città e ha impedito ai residenti di uscire o spostarsi per andare al lavoro. 

Nella città di Tulkarem i camion militari hanno devastato alcune infrastrutture cittadine, tra cui anche dei piccoli ospedali locali usati per le emergenze. L’obiettivo dei militari israeliani è costringere gli abitanti ad abbandonare le loro case, forse per sempre. Secondo le Ong, infatti, è in corso uno sfollamento forzato di massa che avrebbe coinvolto, per ora, circa 40 mila persone, sia per la distruzione dei campi profughi sia per le violenze e le devastazioni degli ultimi giorni nelle altre località del nord della Cisgiordania.

Nelle aree più rurali, invece, come nella zona di Masafer Yatta, i coloni, appoggiati e rafforzati dalla presenza dell’Idf, hanno aumentato le violenze e i soprusi contro i cittadini palestinesi. Negli ultimi giorni sono stati dati alle fiamme una decina di alberi di ulivo e alcuni contadini della zona sono stati allontanati dalle proprie case sotto minaccia di mitra. Inoltre, in un solo mese, nell’area palestinese sono state uccise 51 persone, tra cui 7 bambini.

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