Il portavoce del governo israeliano: "A Gaza abbastanza cibo per un'epidemia di obesità" - Il video

Le parole di David Mencer a poche ore dallo stop agli aiuti umanitari: "Nessuno soffre la fame". Ma secondo Save The Children il 96% degli abitanti vive in "grave carenza" alimentare

A qualche ora dall'annuncio del governo israeliano di un nuovo stop degli aiuti umanitari per Gaza, il portavoce dell’esecutivo David Mencer ha affermato che la Striscia avrebbe “abbastanza cibo per alimentare un’epidemia di obesità. Nessuno soffre la fame – ha aggiunto –. I rifornimenti ci sono, ma Hamas non li condivide”. Il gruppo palestinese avrebbe accumulato riserve alimentari “per mesi e mesi”. Ma a Gaza, secondo molti report, si registra il più alto tasso di malnutrizione a livello globale. Una situazione peggiorata drasticamente dopo 16 mesi di guerra: secondo le stime di Save the Children, 1,1 milioni di bambini, l’intera popolazione infantile, versano in uno stato di gravissima insicurezza alimentare a causa del conflitto in corso. Sempre secondo l’associazione umanitaria, che insieme ad altre realtà ha fatto l’ennesimo appello al governo israeliano affinché autorizzi l’ingresso di aiuti umanitari, il 96 per cento degli abitanti della Striscia si trova ad affrontare una “grave carenza di cibo”.

Il nuovo stop agli aiuti annunciato da Benjamin Netanyahu – di cibo ma anche di medicine e beni di prima necessità, entrati a singhiozzo nella Striscia in questi mesi di conflitto – è il preludio di una nuova fase della guerra che, secondo il premier israeliano, è pronta a riprendere “tra dieci giorni”. E per il ministro degli Esteri Gideon Saar, gli aiuti umanitari sono diventati “la principale fonte di reddito” per Hamas, che starebbe usando il cibo “come motore per continuare la guerra contro Israele”.

Una strategia, quello dello strozzamento della popolazione di Gaza, condannata da alcuni leader europei, come il britannico Keir Starmer, ma condivisa da tutto il governo israeliano e appoggiata dall’amministrazione statunitense. Per il ministro Benzalel Smotrich, esponente dell’ala più estremista dell'esecutivo, “la decisione di interrompere l’ingresso degli aiuti è il primo passo nella giusta direzione”. È solo l’inizio: “la prossima fase – continua il leader del partito Sionismo religioso – sarà il taglio di elettricità e acqua a Gaza, seguito da un attacco massiccio, letale e rapido, che porterà alla conquista del territorio e all’incoraggiamento del piano Trump per la migrazione della popolazione”.

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