Piccolo downgrade per Stellantis. La società automobilistica italo-francese, nata dalla fusione di Fiat Chrysler e Psa, è stata declassata da Standard & Poor da BBB+ a BBB, confermando il rating di breve termine A-2. A pesare sono stati il calo dei prezzi nel Nord America e le difficoltà di accesso al credito per i consumatori: tutto questo, secondo S&P, limiterà le capacità di Stellantis di aumentare i volumi e migliorare i margini in questi mercati. Sullo sfondo anche i dazi annunciati da Trump (e ora sospesi per 30 giorni per il settore dell’automotive) sulle importazioni da Messico e Canada. La stabilità dell’outlook, invece, è dovuta alla previsione che la casa automobilistica riesca a mantenere le quote in Europa e in Nord America, registrando un margine Ebitda superiore all’otto per cento dal 2026, con un rapporto tra flusso di cassa e fatturato pari al tre per cento, e una posizione finanziaria netta positiva. Su Stellantis, ma non sul nuovo rating di S&P, nel pomeriggio del 6 marzo è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso: “Stellantis ha rispettato gli impegni, a partire dal fatto che nessun stabilimento verrà chiuso. Con otto miliardi di investimento – ha aggiunto intervenendo a SkyTg24 – deve dimostrare di avere radici e un futuro in Italia".