Cultura
10 aprile, 2025

Déjà-vu in Corsica

À SON IMAGE di Thierry de Peretti,  Francia, 113'
À SON IMAGE di Thierry de Peretti, Francia, 113'

Proteste, rapimenti, terrorismo, spionaggio. In un film sulla vicina isola francese che permette uno sguardo diverso sull’Italia

Il quarto film di Thierry de Peretti, regista arrivato al cinema dal teatro, comincia con una canzone di Mina, prosegue con grandi manifestazioni di piazza, va avanti con gli anni della lotta armata tra rapimenti, rappresaglie, servizi segreti, feroci lotte intestine. Ma non è l'Italia degli anni Settanta, è la Corsica dei decenni successivi, così vicina e così lontana, tanto da creare nello spettatore italiano una curiosa impressione. Un po' specchio deformante, un po' finto déjà-vu, dove il nuovo e il diverso (la lotta per l'indipendenza, l'isolamento geopolitico dei militanti, l'abbraccio letale del banditismo) poco a poco prevalgono su ciò che sulle prime sembrava così familiare.

 

E intanto la giovane Antonia (la struggente Clara-Maria Laredo), di cui con bella intuizione scopriamo presto il destino, cresce, si innamora, affina il suo talento per le immagini, diventa una fotografa professionista senza mai smettere di interrogarsi sulla distanza tra il fotografo e i suoi soggetti, ovvero tra ciò che si vede e ciò che fatalmente resta celato. Mentre tutt'intorno il mondo cambia, il ragazzo di cui è innamorata, il carismatico Pascal (Louis Starace), passa come molti suoi coetanei alla clandestinità, dunque entra ed esce di prigione, condannandola a un ruolo di compagna trepidante che ad Antonia va stretto. Come i compiti che le affibbiano nel quotidiano locale per cui lavora, tanto che alla prima occasione l'inquieta fotoreporter se ne va nell'ex-Jugoslavia, dove è scoppiata la guerra (bella e spiazzante la lunga parentesi a Belgrado, quasi un film nel film che ancora una volta rimette tutto in discussione).

 

E anche lo spettatore poco a poco si accorda al battito insolito e potente di questo film controllatissimo ma sempre luminoso, che trasforma in cinema il bel romanzo di Jérôme Ferrari (“A sua immagine”, edizioni e/o) a forza di luci, di ombre, di scelte di montaggio, di una coralità sostenuta da attori sconosciuti quanto efficaci. Sposando il taglio intimista alla capacità di ricapitolare vent'anni di storia senza mai cedere all'epica né alla nostalgia (tutto passa dagli occhi di Antonia, ma anche attraverso la voce di un altro coetaneo innamorato di lei, Marc'Antonu Mozziconacci). Anche perché de Peretti, nato a Ajaccio nel 1970, incrocia con sapienza almeno due sguardi. Quello della protagonista, con tutte le sue inquietudini. E quello del regista stesso, che si ritaglia il piccolo ma decisivo ruolo del sacerdote. Come se in qualche modo solo così potesse vigilare “da dentro” sul mondo che rievoca, per non dire resuscita, per la durata di un film.

AZIONE! E STOP

Werner Herzog passa all'animazione. Dopo tanti capolavori e documentari, il grande regista tedesco racconterà con immagini animate la storia dell'ultimo giapponese rimasto a combattere nella giungla delle Filippine in "The Twilight World". Ci sono notizie che mettono di  buon umore. Il cinema è ancora tutto da inventare.

Leos Carax? Solo su piattaforma. È il destino di molti grandi. E così il nuovo personalissimo mediometraggio del geniale autore francese di "Rosso sangue" e "Annette", dopo le anteprime ai Rendez vous, sarà su IWonderfull da metà aprile. Saremo incontentabili, ma proprio perché dura solo 40 minuti qualche sala poteva pure proporlo.

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