Il viaggio di Giorgia Meloni a Washington da Donald Trump avviene in una fase di stallo delle trattative tra Unione europea e Stati Uniti sui dazi, dopo la sospensione ambo le parti delle misure per darsi tempo per arrivare un accordo. Ieri, 15 aprile, c’è stato il primo round di colloqui, con il commissario europeo al commercio, Maroc Sefcovic, che ha incontrato i suoi omologhi americani Howard Lutnick e Jamieson Greer. Ma per ora non c’è stato nessun passo in avanti nella proposta europea di una zona di “tariffe zero” su industria e auto. “Non un dialogo tra sordi”, ha sottolineato ieri la Commissione, che poi ha ribadito la necessità di “uno sforzo importante per raggiungere un risultato in 90 giorni”; ma lo sforzo “deve essere a due vie, con entrambe le parti che portano qualcosa al tavolo”. Se la guerra commerciale tra Usa e Ue è in stand-by, di certo non si può dire lo stesso della Cina, verso cui Trump ha scelto di mantenere (anzi, alzare ulteriormente) i dazi. Con Pechino che, dopo aver risposto con contromisure, sta prendendo di mira l’industria americana (il primo stop è arrivato ai contratti per nuovi jet Boeing) e con il presidente cinese Xi Jinping impegnato in prima persona in un tour nel Sud-Est asiatico per attrarre volontari che si schierino contro il “bullismo economico” di Trump (che è intenzionato a fare sconti sui dazi per chi isolerà Pechino). E intanto Hong Kong ha annunciato di aver sospeso “l’accettazione di invii postali di merci destinate verso gli Usa”.
Hong Kong sospende le spedizioni verso gli Usa
A partire dal 27 aprile Hong Kong Post, il servizio postale dell’isola tornata sotto il controllo di Pechino dopo esser stata per decenni un protettorato britannico, interromperà l’accettazione della posta ordinaria di articoli diretti negli Stati Uniti. La mossa segue l’ordine esecutivo firmato da Trump sul blocco dell’esenzione doganale americana per i piccoli pacchi provenienti dalla Cina di valore pari o inferiore agli 800 dollari. “Gli Stati Uniti sono irragionevoli, intimidiscono e impongono dazi in modo abusivo – ha accusato Hong Kong Post nella sua nota –. Per l'invio di articoli negli Stati Uniti, i cittadini di Hong Kong dovrebbero essere preparati a pagare tariffe esorbitanti e irragionevoli”. Per i pacchi di posta ordinaria diretti negli Usa e non ancora spediti, il servizio provvederà a contattare i mittenti per la restituzione degli articoli e il rimborso delle spese postali sostenute a partire dal 22 aprile. Intanto Xi Jinping continua il suo viaggio nei Paesi del Sud-Est asiatico. In questi giorni è in Malesia e, in un articolo pubblicato dai media locali, ha ribadito che la Cina “collaborerà con la Malesia e gli altri Paesi dell’Asean per contrastare le correnti sotterranee del confronto geopolitico e di campo” e “le controcorrenti dell’unilateralismo e del protezionismo, in linea con la storica tendenza alla pace e allo sviluppo”. Dobbiamo “sostenere il sistema commerciale multilaterale – ha aggiunto il presidente cinese –, mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento globali e preservare un ambiente internazionale di apertura e cooperazione”.
Il nuovo negoziatore commerciale della Cina
E in questa sfida aperta tra le due potenze, la Cina ha nominato Li Chenggang alla carica di viceministro del Commercio, affidandogli i dossier più delicati sul commercio internazionale. Negli anni è stato rappresentante permanente della Cina presso l’Organizzazione mondiale del commercio, a cui Pechino si è rivolta per fare ricorso contro le imposte doganali del 145 per cento imposte da Trump alla Cina (a cui la Cina ha risposto con misure di ritorsione del 125 per cento). Nel mezzo delle turbolenze commerciali globali, l’economia cinese continua a crescere, con il Pil che segna un + 5,4 per cento nel primo trimestre dell’anno.
I dazi per isolare Pechino
Che la Cina sia l’obiettivo principale della guerra commerciale scatenata da Trump è confermato non solo dall’esclusione dalla sospensione delle misure del tycoon, ma anche da quanto scrive il Wall Street Journal, secondo cui l’amministrazione americana vorrebbe usare i dazi per isolare Pechino. In particolare, il segretario al Tesoro Scott Bessent starebbe lavorando a un piano per chiedere ai partner di limitare il coinvolgimento della Cina nelle loro economie in cambio di concessioni doganali. I funzionari americani intendono utilizzare i negoziati con oltre 70 Paesi per chiedere loro di vietare alla Cina di spedire merci attraverso i loro territori, impedire alle aziende cinesi di insediarsi nei loro territori per eludere i dazi statunitensi e non assorbire i beni industriali cinesi a basso costo nelle loro economie. Trump, intanto, rivendica la propria politica protezionistica: “Negli Stati Uniti s'incassano numeri record in dazi, con il costo di quasi tutti i prodotti in diminuzione, inclusi benzina, generi alimentari e praticamente tutto il resto. Allo stesso modo, l'inflazione è in calo. Promesse fatte, promesse mantenute!”, ha scritto sul suo social Truth.
Meloni da Trump
Che per l’Europa e per l’Italia sia “un momento difficile” lo ha ammesso la stessa presidente del Consiglio Meloni, che oggi volerà a Washington per incontrare domani Trump. Al centro dei colloqui, tra i tanti dossier caldi – tra cui l’Ucraina – il più scivoloso è proprio quello sui dazi. Nei confronti dell’Ue, nonostante la sospensione di tre mesi delle misure, il presidente americano non sembrerebbe disposto a fare sconti: avrebbe bocciato non solo l’idea di una zona di libero scambio per i beni industriali ma anche, come riporta Bloomberg, la possibilità di un allentamento delle imposte sull’alluminio. Ieri in serata, e per oltre un’ora, Meloni ha riunito a Palazzo Chigi i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, insieme ai ministri dell’Economia e della Difesa, Giancarlo Giorgetti e Guido Crosetto. E ha sentito anche Usrula von der Leyen, perché se è vero che quello alla Casa Bianca sarà ufficialmente un bilaterale Italia-Stati Uniti, al tempo stesso Meloni – principale alleata di Trump in Europa – cercherà di giocare un ruolo da ponte tra le due sponde dell’Atlantico.