Ucraina, spese per la difesa, export di energia, ma soprattutto dazi. A qualche minuto dall’inizio dei colloqui tra Giorgia Meloni e Donald Trump, dalla Casa Bianca filtrano i grandi temi che saranno al centro del bilaterale, il primo con un leader europeo dopo l’annuncio (e la successiva sospensione per 90 giorni) dei dazi reciproci. Una fonte dell’amministrazione americana, nel consueto briefing che precede gli incontri internazionali, ha sottolineato la “very special relationship” con Meloni. “Gli Stati Uniti – ha detto il dirigente della Casa Bianca – sono orgogliosi della nostra alleanza strategica con l'Italia. Non vediamo l'ora di farla evolvere e continuare il rapporto stretto tra il presidente Trump e la presidente Meloni. L'Italia, membro fondatore della Nato nel 1949, ha sempre sostenuto con forza l'Alleanza transatlantica. È un partner economico chiave per gli Stati Uniti, uno dei principali mercati Ue per beni e servizi americani, e ospita importanti installazioni militari statunitensi e Nato. L'importanza della lunga relazione tra gli Stati Uniti e l'Italia non può essere sottovalutata”.
Meloni "ponte" tra Usa e Ue
Ma oltre la vicinanza politica tra i due (Meloni è stata l’unica leader europea invitata all’insediamento di Trump) ci sono i dossier e le distanze tra Italia e Stati Uniti. Sui dazi, innanzitutto. Che la presidente del Consiglio italiana vada a Washington per fare da “ponte” tra le due sponde dell’Atlantico lo dice espressamente anche l’alto funzionario della Casa Bianca nel briefing con un gruppo ristretto di giornalisti. “L’Italia è un partner forte per gli Stati Uniti, un mercato importante per noi. Quindi sono sicuro che nelle loro discussioni di oggi, il presidente Trump non si concentrerà solo su come aprire il mercato italiano, ma anche su come aiutarci con il resto dell’Europa”. Tuttavia, non sembra che basterà la “very special relationship” tra Meloni e Trump per esentare il nostro Paese dal pugno duro della Casa Bianca. Perché anche “l’Italia ha leggi che colpiscono le aziende Usa”. Sul commercio, ha sottolineato la Casa Bianca, "il presidente Trump è molto chiaro: vuole politiche e dazi equi, che offrano accesso ai mercati internazionali per i lavoratori e le industrie americane. Quindi, senza anticipare i colloqui, il presidente ribadirà le sue aspettative verso l'Italia e l'Europa, anche su questioni fiscali: ad esempio, la tassa italiana sui servizi digitali è vista come una misura che penalizza le aziende americane".
Spese per la difesa ed energia
I dazi non saranno l'unico dossier (anche se, inevitabilmente, domineranno gran parte dei colloqui). La guerra in Ucraina sarà al centro bilaterale. Ma un altro argomento, come anticipato dalla Casa Bianca, sarà la questione dell’aumento delle spese per la difesa. “Il presidente (Trump, ndr) ha espresso il suo parere sul primo punto, ovvero la necessità che tutte le nazioni europee facciano la loro parte per quanto riguarda i finanziamenti che in ultima analisi sono nell'equazione Nato. Quindi, il presidente è sempre ansioso di sentire dai leader europei cosa sono disposti a fare per intensificare gli sforzi nella difesa dell'Europa", ha detto il funzionario. "Certamente questo argomento verrà sollevato. Sapete, ci sono otto paesi che non raggiungono la soglia del 2 per cento sui 31 membri della Nato, e l'Italia è, purtroppo, uno di questi. L'Italia ha speso circa l’1,49 per cento del suo Pil lo scorso anno per la difesa, credo che questo argomento stia per essere affrontato, si stima che aumenterà di circa un decimo di punto percentuale quest'anno", ha aggiunto il funzionario Usa. “Qualsiasi cosa l'Italia possa fare, riconoscendo che il primo ministro ha una coalizione politica frastagliata, come molti primi ministri italiani in passato, qualsiasi cosa possa fare per raggiungere quello che era stato fissato come parametro di riferimento per la Nato 10 anni fa, ovvero la soglia di spesa del 2%, credo che sarà molto necessario”. Trump, ha poi aggiunto la Casa Bianca, “intende espandere le esportazioni energetiche americane nel resto del mondo. Ci si può quindi aspettare un confronto sull’interesse dell’Italia a partecipare a questo sforzo”.