Il piccolo Mahmoud Ajjour, un bambino palestinese di 9 anni con le braccia amputate dopo un attacco aereo israeliano: è lui il protagonista della fotografia vincitrice del World Press Photo 2025. L'immagine è un ritratto silenzioso ma potentissimo: lo sguardo del bambino, sospeso tra innocenza e consapevolezza, cattura lo spettatore e lo obbliga a fermarsi. Non ci sono corpi, non ci sono macerie. Solo lui, e tutto il dolore del mondo. È una fotografia che sfugge al sensazionalismo e restituisce la complessità della guerra attraverso l’intimità di una vita spezzata. Scattata dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf per il New York Times la forza dell'immagine sta nella delicatezza, nella dignità che resiste anche quando tutto è perduto. In Mahmoud si riflette un’intera generazione ferita, che cerca un futuro tra le cicatrici. Premiare questa immagine significa riconoscere il potere del fotogiornalismo come atto politico, di denuncia, di memoria e umanità. Una sola fotografia, che mette a fuoco l’urgenza di non distogliere lo sguardo.