I politici italiani almeno per un giorno hanno provato a mettere da parte le divisioni e si sono uniti - chi enfatizzando un aspetto, chi un altro - nel cordoglio per la morte di Papa Francesco, con i parlamentari raccolti a Montecitorio in seduta comune. Una condivisione di parole e di sentimenti brevemente interrotta quando ha preso la parola Elly Schlein: “La scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti. Merita il nostro cordoglio”, ha detto la segretaria del Partito democratico. “Quello che non merita - ha aggiunto - è l'ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli ed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio, l'ipocrisia di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l'emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. Un intervento che è stato accolto senza applausi dai parlamentari del centrodestra, che anzi l’hanno accompagnato anche con diversi brusii.
Gasparri: "Ipocrita chi lo cita sempre"
“Siamo stati” invitati “dai presidenti di Camera e Senato a commemorare sua santità Papa Francesco. E a questo ci atterremo”, ha replicato Maurizio Gasparri di Forza Italia (pur senza citare Schlein). “È stato un papa osannato su alcune questioni e oscurato su altre. Qualcuno oggi ha usato la parola ipocrisia. Le ipocrisie sono state tante, anche di chi lo cita sempre e non ha seguito il percorso della fede”. Prima Gasparri ha sottolineato i temi della “famiglia e della vita” affrontati “con tanto coraggio”, la questione dell’aborto, parte di quella “cultura dello scarto”.
Meloni: "Con lui non c'erano barriere"
In Aula, tra i banchi del governo, era presente anche Giorgia Meloni, che ha ricordato il “rapporto personale sincero” che aveva con Papa Francesco, “un protagonista assoluto della nostra epoca”. “Siamo qui per rendere omaggio a un grande uomo e a un grande pontefice”, ha detto iniziando il suo discorso. “Papa Francesco era un uomo che sapeva essere determinato, quando parlavi con lui non c'erano barriere. Con lui eri a tuo agio e potevi aprirti senza filtri né timori di essere giustificato. Poteva vedere la tua anima, voleva ascoltarti. Come se volesse dire: 'Io ci sono per te’. Lo faceva con tutti, ti faceva sentire prezioso”. Il pontefice, ha aggiunto la presidente del Consiglio, “non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre che finiscono l'umanità, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sael, lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole potevano essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace oggi sono ulteriore monito alla responsabilità. Da leader globale, ha richiamato l'attenzione del mondo sulle grandi sfide del nostro tempo, dalla difesa del Creato fino all'intelligenza artificiale. Aveva introdotto - ha aggiunto - il concetto di 'algoretica', dare un'etica agli algoritmi, per invocare uno sviluppo delle nuove tecnologie che non superasse il limite invalicabile della centralità dell'uomo. E quando gli chiesi di partecipare al summit del G7 per portare questo messaggio, lui non esitò”.
Renzi: "Ci ha insegnato il valore della laicità"
Per Matteo Renzi, tra citazioni di De André e ricordi personali, “è molto buffo che ciascuno cerchi di accaparrarsi un pezzettino della sua eredità: chi lo ricorda per i carcerati dimentica le sue parole sull'aborto, chi lo ricorda per la per famiglia dimentica le sue parole sui lager libici”. Ma proprio perché “era il capo della cattolicità”, per l’ex presidente del Consiglio “ci ha insegnato il valore della laicità”. Tipico “dei farisei, piangere e commuoversi per il Papa e non ricordare il grido di dolore sui campi lager dei migranti, era una sua ossessione. Tipico dei farisei ergerlo al pensiero globale della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali sulla vita”. In “più di una circostanza”, ha ricordato Renzi, “l’ho incontrato poco prima del voto del Parlamento sulle unioni civili e mai Papa Francesco mi ha detto alcunché sul fatto che il mio governo metteva la fiducia. È il segno che lui ha rispettato le nostre idee più di quanto noi facciamo con le sue”.
Conte: "Si è tenacemente schierato contro la guerra"
Anche Giuseppe Conte, come Schlein, ha parlato esplicitamente di “ipocrisia”. Si è “sempre tenacemente schierato contro la guerra e i signori delle armi, e a favore delle vittime di tutti i conflitti - ha detto il leader del Movimento 5 stelle -. Diceva di non cedere alla logica delle armi e del riarmo, perché la pace non si costruisce con le armi ma tendendo le mani aprendo i cuori. Anche recentemente ha usato parole chiare: 'l'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo'. Ora che non c'è più, viene universalmente celebrato da tutti, nello scomposto teatro dell'ipocrisia anche da chi ha continuato a ignorare le sue parole”. In un momento “drammatico come la pandemia, il suo messaggio dirompente ‘nessuno si salva da solo’. E anche la potenza della sua immagine in una Roma deserta sono stati per me, ma penso per molti, di forte incoraggiamento, in un momento in cui rischiava di prevalere lo sconforto. Ho avuto il privilegio di confrontarmi con lui più volte - ha ricordato l’ex premier - abbiamo parlato di diseguaglianza economiche e sociali, di migrazioni, di ambiente, di impegno per la pace”. È stato un “papa scomodo”, ha aggiunto, “e ciascuno di noi, ciascuna forza politica può sentirsi sfidata da alcune sue posizioni, mentre può riscontrare condivisione su altre. Dobbiamo riconoscerlo con onestà. Ma è indubitabile che Papa Francesco sia stato il più grande riferimento spirituale e morale di questi nostri tempi in cui prevalgono parole di odio e le atrocità dei conflitti”.