Sono almeno 58 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. I numeri sono stati comunicati dal ministero della Salute controllato da Hamas. Almeno dieci persone sono morte nel bombardamento israeliano di ieri - 23 aprile - su una scuola che ospitava sfollati a Gaza City, mentre all’alba di oggi ci sono state altre 13 vittime nel campo profughi di Nuseirat.
Neanche il Giorno della memoria dell’Olocausto, celebrato oggi in Israele, ferma i combattimenti a Gaza. “Chiunque temesse che dopo il massacro del 7 ottobre avremmo dovuto affrontare un altro Olocausto può vedere come abbiamo ribaltato la situazione”, ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu. “In questo Giorno della Memoria dell'Olocausto, prometto: la pressione militare su Hamas continuerà. Distruggeremo tutte le sue capacità, restituiremo tutti i nostri ostaggi, sconfiggeremo Hamas e impediremo all'Iran di ottenere un'arma nucleare”. Il “regime del terrore” di Teheran, ha aggiunto il premier, “rappresenta una minaccia non solo per il nostro futuro, ma per il destino dell’intera umanità. La lotta tra noi e l'impero del terrore determinerà il destino di tutte le società umane. Se Israele perderà questa battaglia, le nazioni occidentali saranno le prossime a essere colpite”.
Mentre l’esercito israeliano è impegnato nella campagna militare a Gaza, e mentre Netanyahu continua a puntare il dito contro il nemico iraniano, è dal fronte caldo delle università americane che arrivano le proteste contro la campagna israeliana contro la Striscia. Questa volta a essere preso di mira è il ministro per la Sicurezza nazionale, l’esponente dell’ultradestra religiosa Itamar Ben Gvir è stato contestato nel prestigioso ateneo di Yale, dove era per una visita alla società ebraica Shabtai. Dopo la conferenza, il ministro è uscito dalla sala, sorridendo e facendo provocatoriamente il segno della “vittoria” ai manifestanti, che hanno risposto con fischi e lancio di bottigliette d’acqua. Ieri, poco prima della sua visita a Yale, in un pranzo presso l'abitazione di Trump a Mar-a-Lago (ma senza il presidente degli Stati Uniti), Ben Gvir aveva ribadito la necessità - a suo dire - di "bombardare i depositi di cibo" della Striscia, dove da oltre un mese Israele non fa più entrare aiuti umanitari.